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Canoo: la startup di veicoli elettrici dichiara bancarotta e cessa ogni attività

La fine di un sogno: Canoo dichiara fallimento e interrompe le operazioni

Canoo: la startup di veicoli elettrici dichiara bancarotta e cessa ogni attività
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Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 20 gen 2025

Un'altra promessa nel mondo dei veicoli elettrici si spegne. Dopo Lordstown Motors e Fisker, anche Canoo annuncia la fine: l'azienda ha presentato istanza di fallimento secondo il Capitolo 7, con conseguente cessazione immediata delle operazioni. Sul suo sito web, ormai ristretto a una pagina dedicata agli investitori, non resta traccia dei sogni che l’avevano animata.

Fondata nel 2017 con il nome di Evelozcity, la società aveva mutato identità nel 2019, assumendo il nome Canoo e presentando il suo "Lifestyle Vehicle". Tuttavia, l’azienda non è riuscita a spezzare la spirale fatale che colpisce molte startup del settore: consumare liquidità a ritmi insostenibili.

DEBITI

Nonostante le ambizioni, Canoo ha generato zero ricavi nel 2022 e appena 900.000 dollari nel 2023, un terzo dei quali provenienti dalla vendita di soli tre veicoli all’Oklahoma. Parallelamente, le perdite si sono accumulate senza tregua: 488 milioni nel 2022, 303 milioni nel 2023 e altri 118 milioni nei primi sei mesi del 2024.

Nella dichiarazione di fallimento depositata venerdì, Canoo ha rivelato di possedere meno di 50.000 dollari di liquidità, a fronte di debiti compresi tra 10 e 50 milioni di dollari verso una cinquantina di creditori. La situazione disperata si era già manifestata nelle scorse settimane con licenziamenti di massa e la chiusura della fabbrica in Oklahoma, struttura che non ha mai prodotto un veicolo nonostante le promesse di creare 2.000 posti di lavoro.

POCHI INVESTITORI

Le speranze di Canoo di ottenere finanziamenti dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti si sono infrante. Nemmeno le partnership con colossi come Walmart e contratti per la fornitura a NASA, DOD e USPS sono bastate per attrarre investitori o acquirenti stranieri.

Ora l’azienda entra in fase di liquidazione, con un curatore fallimentare del Delaware incaricato di gestire ciò che resta. Il CEO Tony Aquila ha ringraziato i dipendenti, definendosi "deluso" dall’esito finale. Resta ancora incerta la sorte dei clienti che avevano anticipato depositi per i futuri veicoli e del milione di dollari investito dall’Oklahoma in un piano di incentivi apparentemente infruttuoso.

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