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Bologna Città 30, per il ministro Salvini la direttiva del ministero va applicata

In caso contrario, il Codice della Strada interverrà laddove il sindaco non ritenga di intervenire

Bologna Città 30, per il ministro Salvini la direttiva del ministero va applicata
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 16 feb 2024

Il progetto Bologna Città 30 non è piaciuto al ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini che ha parlato di forzatura e di un limite di velocità che non è ragionevole. Il sindaco Lepore, però, tira dritto e ha fatto sapere che non si cambia direzione. Una posizione che non è cambiata nemmeno dopo che il ministero ha emanato una direttiva sui limiti di velocità nei centri urbani.

Direttiva che sostanzialmente non vieta l'introduzione del limite dei 30 km/h ma fissa alcuni paletti ben precisi. In breve, questo limite sarà possibile solo su "strade o tratti di strada tassativamente individuati, laddove sussistano particolari condizioni che giustificano l’imposizione di limiti diversi".

 

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BOLOGNA SEGUA LA DIRETTIVA

Il ministro ha chiesto piena applicazione della nuova direttiva, sottolineando che in caso contrario il Codice della Strada interverrà laddove il sindaco non ritenga di intervenire. Si tratta di un chiaro messaggio che Salvini manda al sindaco Lepore. Durante un question time al senato, il ministro auspica comunque un accordo da trovare insieme all'Associazione nazionale dei Comuni. 

La sicurezza stradale è un obiettivo di tutti, non è di destra o di sinistra. È il Codice della Strada che consente di imporre limiti di velocità ridotti a 30 km/h in alcune strade o tratti di strada specifici. I 30 km/h, i dossi, o l'autovelox in prossimità di una scuola materna, di un asilo, di un ospedale, di una grande fabbrica, di una caserma o di un tratto di strada ristretta, hanno senso. Su intere superfici cittadine non hanno senso e creano solo danni.

Per il ministro, quindi, un conto è individuare zone 30 circoscritte, altro è fare la guerra alle auto, alle moto e ai furgoni per motivi ideologici che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza stradale.

Per questo, si sta lavorando con i Comuni per trovare un'intesa. Il tavolo con l'Anci proverà a risolvere la questione dei 30 km/h in città che non è solo di Bologna. Ma se la mediazione non dovese andare bene, il ministro è chiaro.

Una direttiva, fatta nell'interesse pubblico, collettivo e nazionale che arriva dal ministero può e deve essere applicata perché altrimenti il codice della strada interverrà laddove non ritenga di intervenire il sindaco.

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