Auto elettrica fa rima con casa e indipendenza energetica | Un caffè con Silla
Abbiamo parlato di mobilità elettrica con il co-fondatore di Silla

"Procrastinare"…. Oggi c'è forse una tendenza a procrastinare verso l'adozione dell'auto elettrica in Italia e non solo. Per parlare dello sviluppo della mobilità elettrica siamo andati a bere un caffè con Alberto Stecca, co-fondatore di Silla, azienda italiana che opera nel settore dell'e-mobility, producendo prodotti per la mobilità elettrica come la nota wallbox Prism. E Stecca ha le idee ben chiare su quali siano i problemi che portano le persone a ritardare l'adozione delle auto elettriche.
Oggi è sicuramente possibile per molte persone, non tutti valutano il passaggio alla mobilità elettrica con la giusta obiettività. Ci sono ancora contesti in cui la mobilità elettrica non è funzionale come quella tradizionale, come per chi fa molta strada. Comunque, nei prossimi 24-36 mesi ci sarà un'esplosione di nuovi modelli di auto sul mercato. Tante persone procrastinano il passaggio all'auto elettrica anche per resistenza al cambiamento. C'è una tendenza di andare incontro a chissà quale tipo di immenso disagio nel passare all'auto elettrica quando è solo una delle tante ansie, complici le molte informazioni sbagliate o fuorvianti che ancora girano.
L'inizio dell'avventura per Silla non è stato certo "semplice" visto che 6-7 anni fa il contesto era molto difficile e parlare di elettrico era quasi un tabù…
Ancora oggi ci sono persone che ci dicono che passeranno alle auto elettriche solo quando lo Stato fornirà un'indicazione su come rottamare le batterie.
Quando abbiamo iniziato 6-7 anni fa per cercare di capire come lavorare nell'elettrico, quando parlavi di questo argomento in ambito industriale non eri ben visto. Se avevi un'idea e andavi in banca a farti finanziare un qualcosa per ricaricare auto elettriche con energia solare, ti ridicolizzavano.
Io vengo da un ambiente di concessionari auto e ho sempre fornito servizi di mobilità, vendita e assistenza. Quando ho capito che nel tempo più gente si metteva a lavorare sulle batterie e sulle auto e più sarebbe potuto calare il prezzo, rendendo la mobilità elettrica più accessibile, allora mi sono detto che era solo questione di tempo. Questo è il futuro e voglio lavorare per far sì che si realizzi nel minor tempo possibile. Anche se quando abbiamo iniziato non era del tutto chiaro dal punto di vita scientifico come invece lo è oggi, già si capiva che l'auto non inquinava dove si muoveva. Pensando al domani, preferisco che le città siano pulite e che l'inquinamento sia concentrato dove si producono le batterie, perché in questi luoghi si può controllarlo meglio invece di avere milioni di fonti di inquinamento diffuse.
Alberto Stecca oggi guida un'azienda che guarda al domani. Abbiamo voluto capire da dove sia partita l'idea di Silla e da dove sia nata la volontà di passare dal mondo automotive tradizionale a quello del futuro.
La scintilla è nata incontrando Cristiano Grilletti con cui ho fondato l'azienda. Cristiano viene anche lui dal mondo automotive, ma dall'ambito industriale: è un elettronico, un hacker informatico, da sempre super sostenitore dell'elettrico e nel dialogo tra me e lui abbiamo capito che c'era la possibilità di fare qualcosa, partendo anche con poco e mettendoci mezzi nostri per finanziare lo sviluppo del nostro prodotto. Nel 2016 non c'era sul mercato un prodotto per valorizzare l'energia solare per ricaricare le auto elettriche.
Creare un'azienda che si occupa di soluzioni per la ricarica non è stato certo facile, soprattutto all'inizio. Ecco cosa ci ha raccontato Stecca della sua esperienza.
Nel 2016 ancora non c'era stata la pandemia, la crisi della fornitura delle componenti e la guerra. Sono fattori a cui tutto il mondo si è trovato impreparato. Credo che le startup abbiano molta più capacità di reagire alle crisi ma ci sono delle difficoltà che inevitabilmente possono portare alla "morte", come un lockdown che ti arriva nel momento in cui hai il magazzino pieno e sei pronto a far partire la produzione… e in quel momento ti chiudono l'azienda. Qui bisogna scegliere se pagare l'affitto dell'azienda o farti sfrattare di casa. Io sapevo che la nostra idea avrebbe funzionato. Per me era palese che avevamo in mano una soluzione che il mercato avrebbe prima o poi voluto e che si trattava solo di resistere. Nel frattempo le banche ci ridicolizzavano, ma più ne parlavamo e più trovavamo persone che ci volevano dare una mano: dai primi collaboratori, oggi dipendenti anche con ruoli importanti, al primo gruppo di soci che era un gruppo di clienti.
Silla ha voluto puntare al più complesso mercato privato e non a quello b2b dove parli con grandi aziende che a loro volta parlano con esercizi commerciali…
Noi viviamo in un indotto in cui ci sono tanti contesti in cui dipendi da qualcun altro, magari un grosso operatore come un provider energetico. La decisione non sta a te, puoi solo aspettare e sperare che sia come dicono. Se, invece, si vuole consumare l'energia prodotta con il proprio impianto solare e decidiamo di farlo, nessuno può farci aspettare. Nei condomini, però, non è semplice. Dovrebbe essere una cosa immediata perché, invece, dovrebbe essere molto più difficile vivere alla vecchia maniera. Dunque, abbiamo deciso di fare le cose che sappiamo che servono davvero alle persone per accelerare questa transizione. Del resto, la mobilità è fatta all'80% di quotidianità casa-lavoro. Le ricariche delle auto per questi viaggi possono essere gestite localmente con energia prodotta da fonti rinnovabili.
Per il futuro, si dovrà puntare su di una maggiore indipendenza di un ecosistema casa-mobilità.
L'infrastruttura pubblica si svilupperà, ma non bisognerà farci affidamento in tutti i posti allo stesso modo. In alcuni luoghi è fondamentale ma in altri no.
Stecca ci ha raccontato poi di come sta evolvendo l'industria con l'avvento della mobilità elettrica e di quello che c'è ancora da fare a livello europeo.
Siamo in un momento in cui non ci sono mai stati così tanti incentivi anche per lo sviluppo di nuovi prodotti. Fondi che vengono dall'Europa. Uno degli argomenti più discussi dalla stampa riguarda i "danni" dell'avvento della mobilità elettrica che porterà via l'industria automotive italiana e che consegnerà l'auto italiana al comparto asiatico/cinese.
Non si può negare che i cinesi abbiano un'esperienza assolutamente incredibile in questo settore, però l'obiettivo europeo è il 2035. Abbiamo tutto il tempo per mettere in piedi i nostri progetti per creare una nostra industria. Tante aziende grosse sono partite. L'auto elettrica più venduta in Europa è la 500 elettrica che viene prodotta in Europa e non in Cina.
Non sopporto vedere grosse aziende che fanno tagli con la scusa che la mobilità elettrica è arrivata troppo velocemente, quando invece avevano il tempo di farlo ma non hanno investito nella riconversione. Se guardiamo a Volkswagen, il costruttore tedesco è un'azienda europea che ha investito moltissimo sia nella riconversione degli impianti e sia in termini di training del personale.
Secondo un recente sondaggio, è crollato il numero di auto intestate agli under 25. I giovani non hanno più il sogno di avere a 18 anni l'auto che significava, per le passate generazioni, libertà. Forse perché i giovani stanno cambiando l'approccio alla mobilità e quindi stanno aspettando l'auto giusta per "nascere" direttamente elettrici?
Nel mercato auto in Europa, l'età media di un proprietario è di oltre 50 anni. Senza ombra di dubbio, con il passare del tempo, queste persone hanno visto l'avvento di una serie di prodotti finanziari nell'automotive ai quali oggi siamo, invece, abituati. Una volta, però, facevi solo il 20-25% di finanziamenti mentre da qualche anno si è arrivati all'80%. Più ci si va ad approcciare ad un pagamento mensile con una serie di servizi inclusi (come l'assicurazione), più si arriva ad un concetto di costo di utilizzo. Nel frattempo sono arrivati tanti servizi di sharing, forme di mobilità meno impegnative del dover acquistare un'auto. Il modello di proprietà, almeno per la mobilità urbana, sarà sempre più raro. La nuova generazione sta già adottando modelli più di condivisione che di utilizzo individuale. Questo significa che la transizione alla mobilità elettrica può portare anche ad una mobilità più sostenibile e meno consumistica. Infatti, facendone un po' tutti a meno, possiamo svuotare i centri abitati dalle auto.
A breve Silla porterà sul mercato un nuovo prodotto che è la soluzione chiavi in mano al problema su come far dialogare la casa con le batterie, le vetture e il fotovoltaico.
Quando oggi vuoi equipaggiarti con tutto il necessario per essere il più efficiente possibile (l'auto elettrica, un sistema di accumulo e l'impianto fotovoltaico) l'integrazione è molto complessa.
Immagina le pareti delle case che hanno questi sistemi. Puoi trovare pacchi d'accumulo, inverter degli accumuli, gli inverter del solare, un gateway di rete, il caricatore delle auto elettriche e magari l'ups. A forza di vedere pareti di questo genere, abbiamo cercato di capire se era possibile mettere tutto insieme facendo un sistema unico che garantisse la massima efficienza. Così ci siamo messo a farlo. Abbiamo presentato il concept all'Intersolar di Monaco e adesso ci stiamo dando da fare per portarlo sul mercato il prima possibile.
La cosa che mi piace di più è la ricarica bidirezionale perché credo sia la tecnologia che permetterà un ulteriore livello di efficienza. La possibilità di poter prendere l'energia dalle auto per le utenze o per passare l'energia dalle auto alla rete quando c'è bisogno potrà portare un beneficio enorme.
Perché 149 (il nome del nuovo prodotto)?
149 è il quadrato dei primi 3 numeri primi ed è un riferimento alla proporzioni di questo prodotto: 1 profondità, 4 larghezza e 9 altezza. Silla ha un certo occhio di riguardo verso il design dei propri prodotti. 149 è un prodotto bello esteticamente e molto futuristico.
Silla sarà presente al Salone di Parigi. Abbiamo quindi chiesto a Stecca di darci qualche anticipazione su quello che porteranno.
Sicuramente il tema centrale sarà l'integrazione della produzione delle rinnovabili con la mobilità all'interno dell'utenza domestica. Nell'ambito automotive, prima, non ci si preoccupava di quello che c'era a casa. Se i produttori di auto vogliono effettivamente avere una fetta di mercato importante nella mobilità elettrica, devono entrare con soluzioni dedicate all'utenza domestica. A Parigi dimostreremo, in un contesto legato all'auto, come un produttore di elettronica interpreta un proprio concetto di ambiente domestico evoluto dove le rinnovabili generate sul tetto sono integrate con le batterie che stanno nel veicolo, passando per tutta la gestione della casa.
VIDEO