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General Motors, il nuovo piano taglia 14.700 posti di lavoro

Il nuovo piano GM taglia 14.700 posti di lavoro. Una sconfitta secondo Donald Trump.

General Motors, il nuovo piano taglia 14.700 posti di lavoro
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Matteo Milani
Matteo Milani
Pubblicato il 27 nov 2018

General Motors annuncia un nuovo piano di trasformazione per il futuro. Il Gruppo statunitense cesserà la produzione in sette stabilimenti entro il 2019, con l'obiettivo di capitalizzare il futuro della mobilità, cancellando inoltre la produzione di diversi modelli e riducendo la forza lavoro del 15% tagliando 14.700 posti di lavoro.

Dopo aver abbandonato l'Europa con la vendita di Opel al Gruppo PSA, l'India, il Sud Africa e alcuni Paesi del Sud-Est asiatico, l'azienda guidata da Mary Barra interromperà le attività nelle strutture di Oshawa, nella provincia canadese dell'Ontario; Hamtramck a Detroit; Lordstown a Warren (Ohio), oltre a quelle di motori di Baltimore a White Marsh (Maryland) e di trasmissioni a Warren (Michigan). Lo stop interesserà altri due impianti al fuori del Nord America.

"Le azioni che intraprendiamo oggi portano avanti quella trasformazione che ci possa rendere agili, resilienti e redditizi, dandoci la flessibilità di investire nel futuro", ha dichiarato Mary Barra. "Riconosciamo la necessità di affrontare le mutevoli condizioni del mercato e delle preferenze dei clienti per posizionare la nostra azienda consentendo un successo di lungo termine".

La strategia, ampiamente criticata dal Presidente Donald Trump, ha come obiettivo quello di riorganizzare la forza lavoro a livello globale e di aumentare la generazione di cassa di 6 miliardi di dollari entro la fine del 2020, di cui 4,5 miliardi tramite il taglio dei costi e 1,5 miliardi attraverso una riduzione degli investimenti, quindi migliorare le capacità di investimento nella mobilità futura, tra cui elettrificazione e guida autonoma.

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