FCA: è morto Sergio Marchionne
Il manager che ha salvato la Fiat è morto a 66 anni
La convocazione dei CdA FCA e Ferrari alla fine della scorsa settimana e la gravità dei toni all'interno dei comunicati ufficiali di FCA e del Presidente John Elkann non lasciavano spazio a speranze: Sergio Marchionne è morto stamani nella clinica Universitätsspital di Zurigo, in Svizzera, dove era ricoverato da circa un mese per un intervento chirurgico alla spalla. Come noto, negli ultimi giorni le condizioni di salute del manager italo-canadese sono peggiorate in seguito a "complicazioni inattese", giunte durante la convalescenza.
Nonostante l'assoluto riserbo dei famigliari e della clinica, negli ultimi giorni si sono fatte insistenti voci che da una parte parlavano di un tumore ai polmoni, dall'altra di un sarcoma (tumore maligno) alla spalla, per il quale sarebbe stato effettuato l'intervento lo scorso 28 giugno. Secondo quanto riporta il sito Lettera43.it, durante l'operazione Marchionne sarebbe stato colpito da embolia celebrale, per poi precipitare in coma.
L'ultima apparizione pubblica di Sergio Marchionne risale allo scorso 26 giugno, quando il manager, visibilmente stanco, aveva partecipato alla cerimonia di consegna di un esemplare di Jeep Wrangler ai Carabinieri di Roma.
Marchionne, classe 1952, nasce a Chieti (Abruzzo). Alla morte del padre Carabiniere, avvenuta quando Sergio aveva 14 anni, la sua famiglia si trasferisce in Canada. Qui Marchionne si laurea in filosofia e in legge all'Università di Toronto e in economia e commercio presso l'Università di Windsor: è in questo contesto che consegue il Master in Business Administration.
Come dottore commercialista ha lavorato presso la Deloitte Touche, una delle società di consulenza più importanti al mondo, ma la sua prima esperienza dirigenziale avviene dal 1989 al 1990, quando Marchionne è Executive Vice President della Glenex Industries. Le sue capacità imprenditoriali lo pongono al vertice del Gruppo SGS di Ginevra, che Marchionne riesce a risanare in soli due anni guadagnando subito la stima e gli onori da parte degli ambienti economici e finanziari internazionali. Anche per questo, nel 2003, viene chiamato da Umberto Agnelli per prendere parte al Consiglio di Amministrazione di Fiat S.p.A, diventandone Amministratore Delegato il 1° giugno del 2004.
Nel 2009, Marchionne accetta la carica di Amministratore Delegato di Chrysler Group LLC (divenuto, nel 2014, FCA US LLC), per la quale dichiarerà successivamente di non aver percepito alcuno stipendio. A Marchionne va riconosciuto il merito di aver agevolato la fusione tra i gruppi Fiat e Chrysler, salvando il colosso americano dal baratro che accumunava le "Big Three" di Detroit (GM, Ford e appunto Chrysler).
Dal 2014 è Presidente di Ferrari N.V e S.p.A, subentrando a Luca Cordero di Montezemolo. Nei mesi successivi Marchionne diventa anche CEO del marchio di Maranell.
Sotto la guida di Marchionne Fiat ha visto sì il declino del marchio Lancia (un brand dall'appeal forte solamente in Italia, secondo il manager), ma anche il lancio di modelli che hanno letteralmente salvato il gruppo: dalla Fiat 500 del 2007 alla Grande Punto del 2005, passando per il rilancio dei marchi Jeep, Maserati e Alfa Romeo, tutt'ora in corso d'opera.
Con l'ultimo piano industriale FCA, da lui annunciato il 1° giugno del 2018, Marchionne apre per la prima volta le porte del Gruppo alle auto elettriche e ibride, dopo anni di scetticismo sul tema. Questa, in sintesi l'eredità del manager nei confronti di un Gruppo che gli deve molto, indipendentemente da come si giudichi il suo operato.
La redazione si stringe intorno al dolore dei famigliari.