Marchionne da Detroit punta su SUV e elettrificazione
Il CEO di FCA ne ha per tutti nel corso della sua ultima conferenza stampa da leader di FCA
In occasione della conferenza stampa del gruppo FCA al Salone di Detroit, l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha risposto alle domande dei giornalisti, soffermandosi sui temi che più hanno contraddistinto i suoi quattordici anni di mandato: elettrificazione, rilancio dei propri marchi e fusione con altri gruppi automobilistici.
Il CEO italo-americano ha prima di tutto avvertito le case automobilistiche: nei prossimi 10 anni l'industria automotive subirà una trasformazione così importante e complessa nel modo in cui i veicoli saranno alimentati, guidati e acquistati al punto che i costruttori dovranno reinventarsi per sopravvivere. Secondo Marchionne, lo sviluppo di tecnologie come l'elettrificazione, il software di guida autonoma e la sharing economy altereranno le decisioni di acquisto dell'auto dei consumatori entro sei o sette anni.
In questo scenario, l'industria si dividerà in ulteriori segmenti, e i marchi premium riusciranno comunque a mantenere la loro quota di mercato e soprattutto i guadagni, mentre i generalisti si troveranno ad affrontare i grandi colossi della tecnologia come Waymo, Intel e simili in un territorio a loro ostile.
Un'industria in continua evoluzione, dove le case automobilistiche dovranno adattarsi e Fiat – assicura Marchionne – sarà più preparata di altre aziende in questo processo, nonostante molti pensino che sia indietro per quanto riguarda elettrificazione e guida autonoma. Secondo il CEO, piuttosto che versare denaro per competere con la Silicon Valley, l'industria dovrebbe cercare di identificare le migliori soluzioni provenienti dalle aziende tecnologiche e ridurre il proprio coinvolgimento in un settore che corre a ritmi più celeri. Già entro il 2025, secondo le previsioni di Marchionne, la metà delle auto vendute sarà interessata da propulsioni ibride, elettriche o a idrogeno.
Prosegue lentamente il percorso di rinnovamento dei propri marchi americani e italiani, con un'attenzione particolare a Jeep (gallina dalle uova d'oro del gruppo), Alfa Romeo e Maserati. Se lo sviluppo della gamma Jeep su SUV e fuoristrada è scontato, un po' meno lo è quello dei due brand premium italiani: da una parte la gamma di Alfa si concentrerà sullo sviluppo di un SUV più grande di Stelvio, dall'altra invece arriverà un nuovo crossover al di sotto di Maserati Levante.
Dopo aver cancellato Dodge Dart e Chrysler 200, Marchionne non ripone dunque fiducia nelle berline italiane di Alfa e Maserati. Del resto, lo stesso CEO ha dichiarato che
La Giulia è una macchina eccezionale, ma non riesce a destare lo stesso interesse della Stelvio. Guardate cosa succede negli Usa, dove un colosso come la BMW fa fatica a vendere le proprie berline tradizionali: questo è un mercato che per due terzi è fatto di SUV e pick-up, e stiamo osservando lo stesso cambiamento repentino anche altrove, come in Europa.
Il manager ha negato qualsiasi tipo di interesse verso una fusione con altri gruppi automobilistici, sostenendo di aver capito di potercela fare da solo. Alla fine della conferenza, poi, Marchionne ha ufficializzato le proprie dimissioni nel 2019, affermando di voler cambiare settore perché "quello dell'auto è un campo che stanca, voglio fare altro".