
Mercedes benz 03 Nov
Dopo l'avvio dei lavori da parte dei maggiori costruttori operanti sul mercato europeo (Gruppo Volkswagen, BMW Group, Daimler e Ford), anche la società petrolifera Shell ha aderito alla joint venture IONITY, società fondata per la realizzazione della più grande rete di ricarica rapida per veicoli elettrici del Vecchio Continente.
Secondo quanto ufficializzato nelle scorse settimana, per il 2020 sono previste ben 400 stazioni di ricarica ad alta potenza (High-Power Charging) per tutti i veicoli elettrici predisposti. Cosa c'entra, dirà qualcuno, la seconda società petrolifera mondiale con un progetto per la ricarica di auto a zero emissioni? C'entra eccome: lo scorso mese, infatti, Shell ha acquisito NewMotion, alias il primo fornitore di sistemi di ricarica per veicoli elettrici in Europa.
Inoltre, come del resto sta succedendo anche in Total, Shell si sta preparando ad un futuro in cui - è inevitabile - la mobilità farà progressivamente a meno dei carburanti di origine fossile, almeno in maniera diretta.
Il contributo di Shell, inoltre, risulterà fin da subito fondamentale per le sorti dell'intera joint venture: il colosso petrolifero, infatti, metterà inizialmente a disposizione 80 tra le proprie stazioni di servizio più grandi e frequentate per l'installazione dei primi punti di ricarica ad alta velocità (circa 6 punti per ogni stazione). Secondo quanto dichiarato da Shell, questi punti consentiranno ai veicoli di ricaricarsi in tempi flash, tra i 5 e gli 8 minuti.
Se vi chiedete come faccia un sistema a caricare così velocemente un'auto elettrica, la risposta sta nella potenza massima di queste nuove colonnine: si parla di oltre 350 kW, quando attualmente i punti di ricarica rapida più diffusi (Tesla Supercharger) non arrivano nemmeno a 150 kW (per tempi di ricarica di circa 20-30 minuti a seconda della capacità della batteria).
Intanto, il consorzio Ionity ha già in programma di realizzare 20 nuovi punti di ricarica entro la fine del 2017, con l'obiettivo di arrivare a oltre 100 stazioni nel corso del prossimo anno. L'arrivo di Shell non farà altro che accelerare questa diffusione, che interesserà 18 paesi europei. L'Italia, al momento, ne é però esclusa.
Commenti