
Auto 01 Feb
Waymo, l'azienda che perconto di Google sviluppa la tecnologia a guida autonoma, ha messo sotto accusa Uber per aver rubato ed utilizzato lo schema di funzionamento dei suoi LiDAR sulle auto della flotta impegnate nei test.
Non solo i tassisti italiani contro Uber. Anche Waymo, l'azienda controllata da Google e appositamente creata per dare vita all'auto che guida senza conducente, ha sparato il primo colpo contro il rivale Uber in una guerra che è appena iniziata e che possiamo immaginare non sarà nemmeno l'ultima. Uber infatti, oltre che operare in decine di città in tutto il mondo con il servizio di car-hailing, sta mettendo a punto il proprio sistema di guida autonoma con cui conduce test sulle strade americane. Proprio questo sistema sarebbe al centro della polemica poiché Waymo è sicura che Uber abbia copiato i progetti e ricalcato i brevetti dello schema dei Lidar di Google, ovviamente coperti da segreto industriale.
In realtà il colosso di Mountain View è più che convinto di questa colpevolezza e ha già dato ordine ai suoi avvocati di perseguire penalmente Uber. Il nodo della vicenda riguarderebbe Anthony Levandownski, che dopo aver lasciato Waymo avrebbe messo in campo 9,7 GB di dati strettamente confidenziali e dal valore inestimabile. Del resto Waymo, con più di 3 milioni di chilometri percorsi durante i test della sua flotta autonoma, ha un bel bagaglio di conoscenza nell'ambito, che per un "novellino" come Uber vale un fortuna. Grazie ad un software installato sul proprio PC, Anthony Levandownski, avrebbe scaricato dati sensibili per poi portarli con sé a Uber, dove ha fondato la divisione Otto.
Uber ha già fatto sapere che:
Prendiamo le accuse mosse contro i dipendenti di Otto e Uber sul serio e ci sarà una indagine molto attenta sulla questione"
Insomma Uber non conferma né smentisce le accuse che danno il calcio di inizio ad una battaglia che si preannuncia intensa.
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