Dieselgate: ex-dirigente VW condannato a 7 anni negli USA
Un secondo ex-dirigente di Volkswagen è stato condannato negli USA per il proprio coinvolgimento nella truffa a danno degli USA
Seconda condanna negli USA per un ex-dirigente Volkswagen in seguito allo scandalo emissioni che ha coinvolto la casa di Wolfsburg. L'ex manager Oliver Schmidt è stato ritenuto parte attiva della cospirazione da parte di Volkswagen per nascondere le reali emissioni inquinanti di oltre 600.000 autovetture TDI commercializzate in Nord America.
La condanna, emessa dalla Corte del Michigan orientale, prevede 7 anni di reclusione più una multa di 400.000 dollari, quasi il massimo previsto per questo genere di reati. Se inizialmente il manager era risultato impossibile da arrestare in quanto trasferitosi in Germania, l'occasione per trattenerlo e processarlo è arrivata quando si è trovato in un Aeroporto in Florida dopo una vacanza.
Il giudice Sean Cox ha ritenuto Schmidt, manager nel settore emissioni dal 2012 al 2015, non solo colpevole di non aver denunciato la frode, ma anche tra i personaggi chiave di questa "cospirazione criminale per truffare gli Stati Uniti d'America".
Schmidt, dal canto suo, ha ammesso la propria colpevolezza, pur specificando di aver saputo della presenza dei "defeat devices" – i dispositivi sviluppati da VW per alterare le emissioni dei motori diesel in fase di omologazione – solo ad agosto 2015, poco meno di un mese prima dello scoppio dello scandalo. Il gruppo tedesco ha riconisciuto il tentativo di frode, accettando il pagamento di una multa di quasi 15 miliardi di dollari.
Per un dirigente VW si tratta della seconda condanna negli USA per questo reato: lo scorso agosto la stessa sorte (ma con una multa di 200.000 dollari) è toccata all'ex responsabile dei motori diesel James Liang.