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Emissioni Diesel: FCA rischia una maxi-multa in Francia

Il colosso italo-americano dell'auto rischia una maxi-multa di 9,6 miliardi di euro per il presunto scandalo emissioni in Francia

Emissioni Diesel: FCA rischia una maxi-multa in Francia
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 28 nov 2017

Continua la travagliata vicenda del presunto scandalo emissioni che vede il gruppo italo-americano Fiat Chrysler Automobiles accusato dagli enti regolatori francesi di aver barato sulle emissioni di alcuni modelli diesel venduti oltralpe. Tutto è iniziato nel marzo di quest'anno, quando FCA è finita sotto la lente d'ingrandimento della giustizia francese per emissioni irregolari dei modelli Fiat 500X, Fiat Doblò e Jeep Renegade equipaggiati con i motori 2.0 Multijet II. Un'accusa che si è poi tramutata in indagini ufficiali da parte del DGCCRF, la commissione antifrode del Ministero dell'Industria.

L'inchiesta è stata portata avanti sulla base di un dossier passato dal governo francese alla magistratura e redatto dalla DGCCRF, che evidenzierebbe come alcuni motori diesel non sarebbero conformi alle normative antinquinamento, con l'accusa di "truffa aggravata".

Oggi, la storia di fa più seria, in quanto Automotive News riporta alcuni estratti dal quotidiano francese Le Monde, che parlano del rischio di FCA di pagare una multa salatissima per aver barato sulle emissioni dei modelli sopracitati, agendo dunque di concorrenza sleale. Tale multa ammonterebbe a 9,62 miliardi di euro, ossia quasi il 10% del fatturato FCA del 2016 (pari a 111 miliardi).

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Secondo quanto rilevato dalle indagini, supportate da misurazioni in laboratorio, le Fiat 500X e Jeep Renegade avrebbero fatto registrare emissioni di ossidi di azoto (NOx) superiori di circa 11 volte il limite consentito dalle leggi che regolano l'omologazione delle autovetture in Francia. Il trucchetto di FCA, secondo quanto dichiara l'accusa, sarebbe stato quello di mantenere le emissioni nella norma durante i primi 20 minuti di test (tempo standard), per poi attivare un software allo scoccare dei 20 minuti per manopolarne i dati.

FCA, in una nota ufficiale rilasciata nelle ultime ore, continua a proclamare la propria estraneità ai fatti, aggiungendo che le autorità francesi potranno sempre contare sulla collaborazione del Gruppo nelle indagini.

FCA ritiene che le accuse riportate dalla stampa non abbiano alcun fondamento.

Insieme a FCA, nel banco degli imputati in Francia compaiono anche Groupe PSA e Groupe Renault.

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