Gran Turismo Sport: tra videogiochi e mondo reale | speciale
Alla scoperta di Gran Turismo Sport tra videogiochi e mondo reale

Insignito della laurea honoris causa in Ingegneria del Veicolo dall'Università di Modena, un dipartimento che porta il nome del drake Enzo Ferrari, Yamauchi annuncia Gran Turismo Sport, quello che lui stesso definisce il suo nuovo capitolo preferito della serie rivoluzionando una classifica che prima vedeva GT 5 al terzo posto per l'arrivo dell'online, GT 3 al secondo per il rapporto simbiotico con PS2, un hardware che permise di fare grandi passi in avanti al ivello di tecnica e stimolava gli sviluppatori, e GT 1 al primo perché si sa…il primo figlio non si scorda mai e Gran Turismo è stato un sogno nato senza una direzione precisa e oggi evolutosi fino a trasformarsi in un brand noto in tutto il mondo.
Così nasce GT Sport, un progetto in divenire che pone le basi per il futuro della serie con un punto fermo ben in mente: cavalcare la crescente marea del mondo degli sport elettronici. C'è l'accordo con la FIA ad esempio, il FIA GT Championship che riconosce ufficialmente GT Sport al pari dei campionati sulle vere auto: il "pre-season start" prenderà il via il 4 novembre e la stagione sarà avviata ufficialmente nell'aprile del 2018.
Si tratta di un'iniziativa di rilievo talmente imponente che, per il trofeo, si è scelta l'opera del Boccioni (Forme Uniche della Continuità nello Spazio), scultura del futurista datata 1913 che attingeva a piene mani alla rivoluzione tecnologica di inizio secolo, quel periodo in cui l'uomo scopriva la velocità e la tecnologia con la prima ibrida con range extender (Lohner-Porsche), senza dimenticarsi della conquista dell'aria a partire dai fratelli Wright o della velocità su terra della Blitzen-Benz che ha sfondato il muro dei 200 km/h nel 1909
Il gioco, in breve
GT Sport si concretizza così dopo una lunga attesa in un gioco da 137 auto, tutte realizzate senza risparmiare sui poligoni utilizzati per il dettaglio. La potenza di PS4 Pro ha permesso a Yamauchi di realizzare la sua visione, cosa che si rispecchia non solo sulla fisica del modello di guida ma nella spettacolare gestione della luce e nelle ambientazioni, con l'ottimo HDR a rendere più realistico l'impatto visivo.
Il progetto stacca rispetto al passato nella tecnica: auto e tracciati ripartono da zero e il menu cambia, introducendo il concetto dei "mondi": ogni GT Earth rispecchierà il giocatore e comunicherà con la terra degli amici online, integrando in un'unica interfaccia le molteplici sezioni, che prevedono la modalità arcade per correre su pista, il garage e gli spazi per la personalizzazione delle livree e delle auto, la sezione dove spendere crediti di gioco per l'acquisto dei nuovi modelli mentre si scopre la storia dei vari produttori, un editor di foto degno delle app più in voga per quantità di filtri e regolazioni (tutto materiale per creare fantastici sfondi in 4K) e la sezione online per lanciarsi nelle competizioni.
Yamauchi ha deciso di mandarci tutti a scuola di guida con tanto di video lezioni utili per accompagnare i principianti nella scoperta del gioco. Fatto questo si avrà a disposizione una campagna che resta, al momento, l'unico neo di questa produzione. Non esiste, o meglio non ha una consistenza tale da poterla definire "campagna giocatore singolo". Più che una storia si tratta di una progessione…e se già avevamo mostrato qualche riserva sul lavoro fatto da Forza Motorsport 7, non possiamo certo elogiare una sezione ancor più carente qui su GT.
E' chiaro, però, che Gran Turismo Sport è figlio di un progetto in divenire: Yamauchi vuole essere pronto per il futuro e lo fa in un'era di transizione, specie in Italia, dove il giocatore resta bloccato da connessioni più lente della media europea. Però nell'abbracciare il mondo degli eSport il lavoro svolto è ottimo, curato al punto che c'è anche una modalità che insegna all'indisciplinato principiante come ci si comporta quando si corre nelle competizioni online…la netiquette dell'eSport in pratica!
Diatribe tra single vs multiplayer online a parte, GT Sport è inattaccabile in molti aspetti. Graficamente ad esempio, con una cura estrema nel dettaglio di tutte le auto in pista e ambientazioni suggestive. Poi c'è la gestione della luce che risulta realistica e più che convincente grazie anche all'HDR ma anche il sound è quello giusto: i motori cantano come quelli reali e qui si nota la cura e la passione di Yamauchi e del suo team.
Modello di guida: una filosofia diversa
Prima di andare oltre occorre soffermarsi sulla figura di Yamauchi, un pilota, un appassionato, qualcuno che ha passato più di 20 anni immerso nel mondo dei motori. Non solo quelli "finti" dei videogiochi ma anche quelli veri. Leoni da tastiera a parte, alzi la mano chi ha davvero la sensibilità di percepire le diverse mescole degli pneumatici, o riesce a portare un'auto in pista senza andare in crisi. O, ancor più banalmente, sa frenare: le statistiche degli istruttori parlano chiaro, la maggior parte di chi prova un'auto in pista NON è capace di frenare. Mettetevi il cuore in pace perché fra di voi che state leggendo qualcuno rientra in questa categoria. Non diciamo che imparare sia impossibile, semplicemente che la situazione di partenza è questa, prova incontrovertibile è stata la nascita del BAS (Brake Assistant System) che massimizza automaticamente la forza frenante nelle staccate d'emergenza sulle vetture stradali.
Tutto ciò per evidenziare il fatto che Yamauchi sa come si guida e conosce la tecnica (oggi è ufficialmente un Ingegnere laureato), quindi il modello di guida di Gran Turismo Sport non è realizzato a metà tra il simulativo e l'arcade per difetto, ma è frutto di una scelta precisa, la cosiddetta "driveability".
In breve significa prendere per mano il giocatore, farlo crescere con abilità spendibili anche nella vita reale (la GT Academy e i piloti che dal virtuale sono passati al reale rappresentano la prova perfetta) e farlo divertire. Volante alla mano il modello è vincente perché offre un buon grado di sfida e di realismo senza frustrazioni dovute ad uno sbilanciamento verso il simulativo estremo. Questione di gusti, ovvio, ma diciamocelo chiaramente: oggi anche le auto sportive da competizione hanno gli aiuti!
La prima prova dimostra come Polyphony sia stata in grado di offrire una simulazione scalabile perché è si la "più realistica e precisa della serie" ma è anche a prova di principiante. Si percepisce il terreno quando si pizzica il cordolo, i diversi livelli d'aderenza e il peso, cosa che porterà quindi ad apprezzare le auto ben bilanciate e a capire cosa significa guidare una categoria inferiore dove l'ottimizzazione nella distribuzione delle masse non è così eccelsa. Anche il carico aerodinamico è qualcosa che passa dal volante ai polpastrelli, traducendo un misto di sensazioni tattili, visive ed uditive in un'esperienza che solo se si guida in pista è possibile comprendere appieno. Meno brillante la gestione dei trasferimenti di carico ma non si tratta di un simulatore.
Alle lodi, però, va affiancata una sezione di critiche. Impossibile non lamentarsi dell'assenza di un meteo dinamico ad esempio, e la prima prova non mi ha convinto molto nella gestione della guida con il pad. Bisognerà prendersi più tempo per la valutazione (ne parleremo in sede di review) ma, al momento, Gran Turismo Sport con volante e pedaliera sembra un'altro gioco rispetto a quello con il pad. Il DualShock non lo rende ingestibile, ma si ha la sensazione di trovarsi con qualcosa di castrato: i concorrenti sembrano fare meglio.
Spettacolare la realtà virtuale: sebbene PlayStation VR non è affatto un top di gamma per quanto riguarda la VR, l'esperienza offerta è convincente. Motion sickness assente e, con volante e pedaliera, la sensazione è quella di essere in pista. Persino la bassa risoluzione del visore passa presto in secondo piano, specie quando il cervello inizierà a sovrapporre la grafica in alta definizione a cui siamo abituati a quella che effettivamente stiamo fruendo in quel momento con il VR.
Videogiochi: la cura contro la guida autonoma?
Durante la roundtable con gli altri giornalisti, ho avuto modo di fare una domanda a Kazunori Yamauchi: quale pensi che sia il ruolo dei videogiochi in un mondo che si sta muovendo verso la guida autonoma, allontanandosi dal piacere della guida manuale?
Penso che i videogiochi svolgeranno un ruolo molto importante. In passato il primo approccio con un'auto sportiva avveniva grazie a quella del padre o del fratello maggiore: così potevi scoprire il divertimento della guida. Oggi situazioni del genere sono sempre più rare e in futuro, con la guida assistita e autonoma, rischieranno di sparire. Per questo penso che un videogioco di guida possa essere fondamentale per far scoprire alle nuove generazioni quanto possa essere divertente ed entusiasmante la guida e il mondo delle auto in generale. Penso che sia la nostra missione.
In fin dei conti, quindi, il progetto Gran Turismo Sport convince l'appassionato di motori così come quello di videogiochi. Quest'ultimo potrebbe, giustamente, impuntarsi sulle mancanze come la campagna, specie considerando che non è chiaro quali saranno gli sviluppi futuri in termini di nuove funzionalità e DLC. Dall'altro lato, va considerata la filosofia racchiusa nel nome "Sport": a quanti serve una "storia" per praticare uno sport?
In attesa della recensione, però, posso dirvi che incontrare Yamauchi mi ha permesso di scoprire l'uomo dietro gli "slogan" e apprezzare la genuinità della sua passione per le auto e le competizioni, scoprendo tutto il lavoro maniacale che sta dietro alla realizzazione di quello che, oggi, non è più un "semplice" videogioco!