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Auto a prova di hacker: le case si attrezzano

Case costruttrici e fornitori automotive si alleano per contrastare il dilagante fenomeno degli hacker in grado di controllare da remoto le vetture "connesse". Il pericolo hacker nel settore automotive è una questione relativamente giovane: il campanello

Auto a prova di hacker: le case si attrezzano
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 4 ago 2016

Case costruttrici e fornitori automotive si alleano per contrastare il dilagante fenomeno degli hacker in grado di controllare da remoto le vetture “connesse".

Il pericolo hacker nel settore automotive è una questione relativamente giovane: il campanello d’allarme, in questo senso, è stato dato da Wired lo scorso anno, quando documentò la relativa facilità per due hacker di prendere il controllo di freni, motore e dati sensibili di un Jeep Cherokee.

 Il risvolto della medaglia dell’auto connessa

Ieri un esemplare di Jeep Cherokee è stato nuovamente “preso in ostaggio" (anche se stavolta attraverso la porta diagnostica OBD-II) e la questione sicurezza è tornata prepotentemente alla ribalta. E proprio ieri l‘Automotive Information Sharing and Analysis Center (Auto-ISAC, una struttura nata negli USA per studiare e combattere la cybersecurity dei veicoli) ha annunciato di aver stretto un rapporto di collaborazione con quattro nuovi costruttori e fornitori di componenti e servizi per il settore automotive.

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Si tratta di Continental, Cummins, HARMAN e ZF, che si aggiungono ai gruppi automobilistici BMW, FCA, Ford, GM, Jaguar Land Rover, Mazda, Mercedes-Benz, Mitsubishi, Toyota, Porsche e Volkswagen (che, insieme, fanno il 98% dei costruttori presenti nel territorio statunitense) nella lotta per la cybersecurity. Nato nel 2015, Auto-ISAC ha l’obiettivo di stabilire una piattaforma comune per condividere, rintracciare e analizzare le potenziali minacce provenienti dai criminali della rete.

Coordinazione e condivisione contro il “cybernemico”

I membri della struttura collaborano fornendo dati provenienti dalle proprie vetture connesse e dai propri centri di ricerca per poter ridurre al minimo i rischi dovuti agli accessi da remoto alle autovetture. La coordinazione tra le varie realtà, secondo il vice presidente di Auto-ISAC Jeff Massimilla (facente parte di GM), sarà fondamentale per migliorare la posizione del mondo automotive nei confronti degli hacker.

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