Photored: le telecamere al semaforo causano più incidenti?
La questione è stata sollevata negli ultimi giorni a Tampa ma non sono certo gli USA l'unico posto dove vengono e sono stati sollevati dubbi sulla materia: le telecamere al semaforo (raccolte sotto il nome di Photored) causano più incidenti di quanti ne

La questione è stata sollevata negli ultimi giorni a Tampa ma non sono certo gli USA l’unico posto dove vengono e sono stati sollevati dubbi sulla materia: le telecamere al semaforo (raccolte sotto il nome di Photored) causano più incidenti di quanti ne dovrebbero prevenire? Alcuni membri del consiglio cittadino di Tampa si sono fatti la domanda, constatando un numero maggiore di incidenti, nella misura compresa tra il 40 e il 50% in più rispetto a prima dell’installazione.
Ovviamente il discorso è più complesso di quel che sembra: in un mondo ideale l’automobilista Bill, coscienzioso e corretto, rallenta in concomitanza di un’intersezione semaforica: non troppo da mettere a rischio il flusso del traffico e senza frenate brusche in modo da evitare il potenziale tamponamento a catena. Bill, dicevamo, rallenterebbe anche con il verde, calcolando in pochi istanti la velocità giusta per attraversare qualora il verde dovesse persistere e arrestare l’auto in sicurezza, per se e per chi segue, qualora dovesse comparire il rosso.
Purtroppo il mondo ideale non esiste e da sempre si verificano attraversamenti col rosso o col giallo tendente al rosso, rischiando l’incidente. Per questo, le istituzioni hanno scelto la via delle telecamere, un mezzo pensato – idealmente – per educare gli automobilisti: chi sbaglia paga, in denaro e con i punti della patente. Come molti metodi di prevenzione, però, anche la telecamera al semaforo incappa nell’effetto “terrorismo": col terrore di perdere i punti, infatti, l’automobilista incosciente (che non ha rallentato come Bill per prevenire qualsiasi situazione) si affida alla potenza frenante del suo mezzo. Qui i casi, semplificando, sono due: la velocità è tale che lo spazio d’arresto non risulta sufficiente, rischiando quindi l’incidente, o i freni fanno il loro lavoro ma chi segue, veloce o lento che sia, si trova a dover fronteggiare una situazione imprevista (seppur prevedibile in linea teorica), entrando nel vortice del rischio di un tamponamento.
Insomma, il pur lodevole intento (se epuriamo la questione da critiche del genere “servono per far cassa") delle telecamere ai semafori sembrerebbe scontrarsi di fronte alla realtà dei fatti. Ed è proprio quello che è successo a Tampa dove Yvonne Yolie Capin, membro del consiglio cittadino, ha constatato la dura realtà, numeri alla mano.
A supporto si aggiunge anche uno studio del mese scorso, l’indagine del Department of Highway Safety and Motor Vehicles della Florida che ha rivelato un incremento del 14.6% degli incidenti in quegli incroci “freschi di telecamera".
In USA, al momento, sono attivi 439 programmi per le videocamere semaforiche, il 18.7% in meno rispetto al picco massimo (540) osservato nell’ottobre 2012. Le ragioni del calo di programmi (è chiaro che ogni “programma" consta di un numero variabile di telecamere installate) sono diverse: si va da quella politica, spinti dalle pressioni dei cittadini che sventolano la famosa bandiera del “servono a far cassa e non per la sicurezza", a quella etica che tira in ballo il diritto al giusto processo: ad ogni modo, ultimamente, sembra aggiungersi la ragione puramente numerica dettata dai dati. In realtà a tutto ciò è da aggiungere che le videocamere sembrerebbe diminuire certe tipologie di incidenti, aumentandone altre; nello specifico ridurrebbero l’incidenza di scontri dovuti al non rispetto del rosso ma aumenterebbero i sopra citati tamponamenti.
In conclusione, le videocamere ai semafori fanno più male che bene? Dai dati finora diffusi sembrerebbe di si ma si tratta comunque di una questione più complessa che richiederebbe un’analisi su scala globale prima, nazionale e locale poi dato che il traffico dipende molto anche da zona, abitudini dei conducenti, tipologie di strade e altro ancora.
Quel che sembra certo, però, è che una soluzione forse più fruttuosa sarebbe quella di investire le cifre per le videocamere in formazione ed educazione, l’unico – vero – modo per risolvere il problema alla radice. Per il futuro, inoltre, non sarebbe male iniziare a modernizzare i semafori, rendendoli compatibili con la rete così da permettere la comunicazione con le auto.