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Auto storiche: che cosa sono di preciso e cosa comportano? Facciamo chiarezza! | Video

Le auto storiche sono apprezzate in tutto il mondo, ma che cosa sono precisamente? Facciamo chiarezza sull'argomento

Gabriele Lupo
Gabriele Lupo
Pubblicato il 26 giu 2025

Le automobili del passato rappresentano un prezioso patrimonio culturale e tecnologico. Non si tratta solo di oggetti da collezione: la loro conservazione e il loro riconoscimento sono regolati da normative specifiche e da enti ufficiali, che ne tutelano l’originalità e ne consentono, in molti casi, la circolazione su strada.

Vediamo dunque come vengono classificati i veicoli storici e quali sono le regole che ne disciplinano l’utilizzo. 

QUALCHE DEFINIZIONE…


Nel Bel Paese i veicoli di interesse storico vengono classificati in tre principali categorie, ognuna con caratteristiche specifiche:

  • Veicoli d’epoca: si tratta di mezzi costruiti nei primi decenni del Novecento, con oltre 100 anni di età. Spesso e volentieri sono modelli rari, non più immatricolati, che vengono scrupolosamente conservati in musei o collezioni private. 
  • Veicoli storici: questa categoria include automobili e motocicli prodotti almeno 20 anni prima della data di richiesta della certificazione, a patto che mantengano le caratteristiche originali o si portino dietro un interesse collezionistico. Possono circolare su strada ma devono attraversare un processo di certificazione e riconoscimento.
  • Youngtimer: questa denominazione non è ufficiale dal punto di vista dei registri storici ma ormai è largamente impiegata e si riferisce a veicoli prodotti tra i 20 e i 30 anni fa. Nella maggior parte dei casi sono perfettamente funzionanti e ben manutenuti, rappresentano l’anello di congiunzione tra il moderno e lo storico, e sono molto amati dai membri dei club dedicati, tanto da rappresentare la categoria ad oggi più diffusa.

CERTIFICAZIONE STORICA


L’ASI – Automotoclub Storico Italiano è l’ente nazionale di riferimento per la tutela e la certificazione dei veicoli storici. Fondato nel 1974, l’ASI ha rilevanza anche a livello internazionale ed ospita a Torino anche l’ufficio della FIVA (Fédération Internationale des Vhicules Anciens). Il ruolo dell’Italia nel panorama delle auto storiche è sicuramente di rilievo, considerato che vanta uno dei patrimoni automobilistici d’epoca più vasti al mondo. 

Accanto all’ASI operano altri enti certificatori, competenti per specifici marchi o tipologie di veicoli:

  • RIAR (Registro Italiano Alfa Romeo)
  • FIAT 
  • FMI (Federazione Motociclistica Italiana)

Si tratta di enti che rilasciano certificazioni per i veicoli che rientrano nel proprio ambito. 

Al fine di ottenere il riconoscimento come veicolo storico, è necessario presentare una documentazione tecnica e fotografica dettagliata, accompagnata da una relazione redatta da un commissario tecnico ASI. Questo documento verifica elementi come lo stato di conservazione generale, l’originalità delle componenti e la corrispondenza tra motore, telaio e altri elementi con le specifiche di fabbrica; quelli che in gergo vengono chiamati matching numbers. 

LE CERTIFICAZIONI DISPONIBILI


Le certificazioni riconosciute e disponibili per i veicoli di interesse storico sono principalmente due:

  • CRS – Certificato di Rilevanza Storica: si tratta di un documento che consente la circolazione su strada del veicolo e permette inoltre di accedere a numerosi vantaggi fiscali, come l’esenzione o riduzione del bollo auto, oltre alla possibilità di stipulare polizze assicurative agevolate, spesso con premi molto inferiori rispetto alle RC auto ordinarie.
  • Targa Oro: questa rappresenta il riconoscimento più prestigioso. Attesta l’eccellente livello di conservazione o restauro, nonché l’assoluta e totale originalità del veicolo. Questo certificato può aumentare significativamente il valore del mezzo, anche oltre il 50%. Per mantenerne la validità, ogni nuovo proprietario deve iscriversi all’ASI. Alla Targa Oro viene sempre affiancato un libretto storico che ne documenta le caratteristiche.

CIRCOLAZIONE E IMPATTO AMBIENTALE


I veicoli dotati di CRS hanno la possibilità di circolare regolarmente su strada. Tuttavia, esistono diverse eccezioni: i mezzi privi di targa ordinaria (per esempio, restituita al momento della radiazione) possono circolare solo in occasione di eventi autorizzati, come raduni, esposizioni e manifestazioni storiche.
Nel 2025 più che mai si pensa all’impatto ambientale (come dimostra l’approvazione degli incentivi alle auto elettriche) e, per quanto riguarda le auto storiche, alcuni studi recenti evidenziano che i veicoli storici rappresentano solo lo 0,06% delle emissioni inquinanti legate al traffico, poichè vengono utilizzati in modo sporadico e controllato.
E per i veicoli modificati? Anche per questa categoria è possibile ottenere la certificazione, a patto che tali interventi siano stati eseguiti almeno dieci anni prima della domanda di riconoscimento. 
[Foto: ASI]

IL RUOLO DEI CLUB


Un ruolo cruciale nel mantenere viva la cultura e la passione delle auto d’epoca viene svolto dai club e dalle associazioni locali, come l’ACCMI – Automoto Classic Club Milano, attivo da oltre dodici anni – che ci ha aiutato nel chiarire queste informazioni.
Questi club assistono i soci durante l’intero processo di certificazione facendo da tramite con l’ASI, collaborano con i commissari tecnici per le verifiche e organizzano eventi, raduni e attività di divulgazione per mantenere accesa una fiamma nel cuore degli appassionati.
Attraverso queste iniziative, i club promuovono la valorizzazione del patrimonio automobilistico italiano e creano una rete di appassionati in continua crescita.
In conclusione, i veicoli storici rappresentano molto più che semplici mezzi meccanici: sono testimonianze vive di stile, ingegneria e storia. Il loro riconoscimento, la conservazione e la circolazione regolamentata sono fondamentali al fine di tutelare un patrimonio che appartiene a tutti. Grazie al lavoro congiunto di enti certificatori, club e appassionati, questo mondo continua a vivere e affascinare anche le nuove generazioni. 
 

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