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Jeep Renegade: recensione e prova su strada del restyling 2019

Abbiamo provato la Jeep Renegade 4x4 con il 2.0 turbodiesel 140 cv abbinato al cambio automatico a 9 rapporti. Aspetto e stile aggiornati dal recente restyling, dentro e fuori. Un motore a gasolio tranquillo e più efficiente nei percorsi extraurbani. La trasmissione automatica delude un po’ le aspettative, mentre con la trazione integrale si rivela Jeep al 100% e pronta anche per l’off-road.

Nicola Villani
Nicola Villani
Pubblicato il 8 mag 2019

Abbiamo provato la Jeep di maggiore successo, la Renegade, nella versione 4×4 con il 2.0 turbodiesel da 140 cavalli abbinato al cambio automatico a 9 rapporti. Aspetto e stile aggiornati dal recente restyling, dentro e fuori. Un motore a gasolio tranquillo e più efficiente nei percorsi extraurbani. La trasmissione automatica delude un po’ le aspettative, mentre con la trazione integrale si rivela Jeep al 100% e pronta anche per l’offroad.

La Renegade è la più venduta della gamma di Jeep: best seller in Italia e in Europa, è considerata da molti il riferimento tra i SUV compatti. A poco meno di quattro anni dal lancio, la scorsa estate Jeep ha presentato questo restyling: stile aggiornato, anche dentro e nuovi motori. 

Volevamo capire davvero i motivi del suo successo e se davvero può essere considerata un riferimento nel suo segmento. Ecco le risposte di questo test.

STILE INCONFONDIBILE

La Renegade piace così tanto che non la si poteva mica cambiare troppo: fuori è sempre lei, con quel look un po’ da fuoristrada (del resto il DNA è quello) e quelle forme squadrate, immediatamente riconoscibili, anche nei passaruota tipici del brand.

L’anteriore è stato interamente ridisegnato, guadagna più carattere ma rimane fedele al family feeling del brand: il nuovo frontale ha un disegno più pulito ma c’è sempre la mitica calandra a sette feritoie verticali; i fari circolari non cambiano ma sono dotati di luci diurne a LED integrate e dei proiettori a LED, che le conferiscono uno sguardo niente male, un aspetto più attuale e la rendono più sicura, migliorando molto l’illuminazione. Ora i fendinebbia sono stati riposizionati più verso il centro del fascione. Anche i fari posteriori sono a LED e mantengono quella finitura interna ad X tipica della Renegade. Con questo ricco allestimento Limited si possono avere anche cerchi da 18” e 19”.

Non sono cambiate le dimensioni, ideali anche per muoversi in città: è lunga 4,23 metri, larga 1,80 e alta 1,69. Del resto, di tutte le auto del brand, è la più piccola e quella più a suo agio nell’ambito cittadino.

DENTRO E’ ANCORA PIU’ PRATICA

Nell’abitacolo non è cambiata molto rispetto al model year 2018. Il posto di guida è comodo, si sta bene: la seduta però non è troppo alta come si potrebbe pensare, i sedili sono comodi e avvolgenti, anche se vi avventurate nell’offroad.

La visibilità anteriore è buona, grazie anche al montante dall’andamento verticale. La maneggevolezza è tra i suoi pregi e gli ingombri sono ridotti, però è difficile percepirli: davanti, anche per chi è alto, non è per niente facile e per fortuna sulla Limited ci sono di serie i sensori di parcheggio anteriori, che sono di grande aiuto. La visibilità di tre quarti posteriore è resa difficile dalla linea di cintura che sale e dalla coda alta: meglio scegliere tra gli optional la telecamera posteriore.

Anche per chi siede dietro il comfort non manca, l’importante è che non siano troppo alti. L’abitabilità posteriore diventa poi anche più critica se anche chi siede davanti è alto.

Sulla Renegade tutti i dettagli sembrano piuttosto curati e rivela una buona praticità. Tra le novità ci sono: una nuova plancia, più pratica, e la nuova console centrale che offre più spazio per i piccoli oggetti, nuovi portabicchieri e altri scomparti. E’ inoltre cresciuta la capacità complessiva dei vani portaoggetti. Ora la porta USB aggiuntiva, di serie a partire dalla versione Longitude, è nella parte posteriore del bracciolo centrale e più comoda anche per chi siede dietro. Il bagagliaio non è all’altezza delle concorrenti, è penalizzato dagli ingombri della meccanica e dalla sua altezza: 351 litri non sono tanti ma le forme regolari  consentono di sfruttarlo bene. Se cercate più spazio, comunque, c’è sempre la sorella maggiore Jeep Compass, che abbiamo provato a gennaio

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Il sistema di infotainment Uconnect, di serie su questo allestimento Limited, ha il display da 7” ed è dotato anche di Apple CarPlay ed Android Auto. Non è così intuitivo, non si capisce proprio al volo come funziona: se avete pazienza e un po’ di confidenza con la tecnologia dopo un po’ potete cominciare a capire come sfruttarne il potenziale.

FACILE DA GUIDARE IN OGNI CONDIZIONE

Con l’arrivo del model year 2019 Jeep ha aggiornato i motori a gasolio al ciclo di omologazione Euro6d: dal piccolo MultiJet II 1.6 da 120 CV, passando per questo 2.0 da 140 cavalli e la versione più potente da 170. Tutti sono stati dotati di un catalizzatore SCR per tagliare le emissioni di particolato e anche rivisti a livello di turbo per ottenere una migliore risposta all’acceleratore.

Questo turbodiesel di 2 litri ha 140 CV che non sono tanti ma la coppia di 350 Newton per metro aiuta: chi la sceglie non la compra certo per correre e infatti non punta sulle prestazioni.

Nei lunghi viaggi autostradali se la cava piuttosto bene, però questo motore è un po’ rumoroso: è solo colpa sua o l’auto non è stata insonorizzata a dovere? Insomma non nasconde la sua natura, si capisce subito che è un diesel. A velocità costante, su strade extraurbane o in autostrada, va anche bene ma se accelerate con un po’ più di decisione, diventa un po’ invadente la sua voce nell’abitacolo.

Il propulsore è abbinato al cambio automatico a 9 rapporti con convertitore di coppia: è abbastanza veloce nei cambi marcia ma non è proprio così fluido, anzi, a volte si sente il classico “effetto corriera” dei vecchi automatici con convertitore di coppia; soprattutto tende a scalare le marce in modo un po’ brusco e non certo fluido. Credo che sia inutile optare per la modalità manuale, a meno che vi troviate in determinate condizioni meteo o con poca aderenza e ne sentite la necessità per avere un maggiore controllo dell’auto.

La Renegade, derivata dallo stesso pianale usato dalla Fiat 500X, vanta una buona guidabilità: lo sterzo è morbido e piacevole, vi fa sempre comunque capire dove siete e che tipo di strada state percorrendo. Non chiedetele però di comportarsi come una sportiva, non vuole nemmeno esserlo: il baricentro è piuttosto alto, ma in curva se la cava bene e inserimento ed appoggio sono buoni per un’auto di questo tipo.

Con la trazione integrale di questa Jeep non ci sono mai problemi: scegliete una strada bianca, una mulattiera, quella che volete, però prima selezionate la modalità di guida più adatta, scegliete tra le modalità off-road e il trasferimento di coppia in funzione del fondo: Sabbia, Neve, Fango o Auto. Si chiama Selec-Terrain e se scegliete la versione Trailhawk, pensata per il fuoristrada più specialistico, c’è anche la modalità Rock per la guida su terreni con pietre smosse, per massimizzare la trazione sulla ruota. In fuoristrada riesce ad affrontare pendenze notevoli e, grazie al primo rapporto molto corto, vi consente di superare con disinvoltura i passaggi più difficili. 

Quanto consuma? Con il piede molto leggero si può ottenere una media di circa 15 km e mezzo con un litro di gasolio. Se girate molto in città non si rivela così efficiente e se in autostrada superate i fatidici 130 i consumi aumentano parecchio. Forse la versione con 170 cavalli si troverebbe più a suo agio.

Ora sulla Renegade c’è tanta sicurezza, anche attiva, in più: di serie avviso anticollisione, frenata automatica di emergenza, cruise control adattivo, mantenimento della corsia, riconoscimento dei segnali stradali. Come avrete visto nel video, il Forward Collision Warning Plus non ci ha proprio convinti. Al contrario si è rivelato comodo come sempre ed efficace il Blind spot monitoring per gli angoli ciechi.

JEEP RENEGADE: PREZZI E LISTINO

Abbiamo girato il video di recente, eppure nel frattempo l’offerta per la nuova Renegade è già cambiata: ora gli allestimenti tra cui scegliere sono quattro e hanno tolto le versioni Sport e Business. Restano in listino Longitude, Business, Limited, il più sportivo S e Trailhawk. Ora si parte da 23.000 Euro, per averla nella versione  Longitude con il motore 1.0 tre cilindri 120 CV e trazione anteriore. L’allestimento entry-level vanta già una buona dotazione che comprende il Cruise Control e il sistema Uconnect con display da 5,0” Radio DAB, Bluetooth e comandi al volante. Per la sicurezza ci sono l’Advanced brake assist, il Lane Departure Warning Plus, il sistema di riconoscimento dei segnali stradali e l’Intelligent Speed Assist. 

Il ricco allestimento dell’esemplare in prova è il Limited, scelto da molti italiani: si parte da 25.200 Euro con un’offerta interessante, che comprende clima automatico bizona (che funziona bene), il sistema Uconnect con il display touch da 7” , radio DAB, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto. Ci sono anche i sensori di parcheggio anteriori e il Forward Collision Warning Plus. 

CONFIGURATORE ONLINE JEEP RENEGADE

 

Se la scegliete con il motore della nostra prova, il 2.0 Multijet Diesel da 140 cv, abbinato al cambio automatico a 9 rapporti e la trazione integrale, adesso si parte da 34.100 Euro.

La Renegade ha fatto la fortuna del brand americano in Europa, è piaciuta per il suo stile “yankee” con dimensioni però adatte alle nostre strade. Questo restyling le ha fatto bene, portandola al livello delle più giovani e agguerrite concorrenti del segmento. Si è rivelata equilibrata e facile da guidare, con un comportamento sincero, confortevole e rassicurante in ogni condizione.

Al Salone di Ginevra hanno presentato anche la versione che so che molti di voi attendono con interesse: la Jeep Renegade PHEV, la versione ibrida plug-in che produrranno nello stabilimento FCA di Melfi e dovrebbe essere disponibile all’inizio del 2020. 

VIDEO

https://www.youtube.com/watch?v=1GmsuyuXZwc

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