Jeep Compass 1.6 Multijet 120 CV Limited: recensione e prova su strada | VIDEO
Abbiamo provato il SUV compatto di Jeep. Ha uno stile inconfondibile e attuale, è elegante; è anche molto confortevole, versatile e pratico. Si guida bene e non consuma troppo. E’ più a suo agio in fuoristrada della concorrenza e ha molti argomenti per convincervi.
Jeep Compass: abbiamo provato il SUV compatto di Jeep, tra i più venduti in Italia e in Europa, per capire i motivi del suo grande successo. Ha uno stile inconfondibile e attuale, è elegante; è anche molto confortevole, versatile e pratico. Si guida bene e non consuma troppo. È più a suo agio in fuoristrada della concorrenza e ha molti argomenti per convincervi.
Nel 2018 è stato spesso nella top ten delle auto più vendute in Italia e a lungo il primo nel segmento C. È stato anche il SUV del brand Jeep più venduto in Europa.
L’esemplare in prova è quello con il famoso 1.6 turbodiesel Multijet da 120 CV, abbinato alla trazione anteriore e al cambio manuale a sei marce. L’allestimento è quello più ricco, il Limited, con tanti accessori che la rendono adatta per i viaggi con la famiglia, per quelli di lavoro, in ogni circostanza: clima automatico bi-zona, cruise control e tanto altro.
Se state per acquistare il vostro primo SUV il Compass è un buon modo per entrare in questo mondo. Jeep è un brand che vanta auto che hanno fatto la storia come il mitico CJ o il Grand Cherokee, l’ammiraglia, o ancora il Wrangler. Ha molti argomenti per convincervi: il primo è la grande tradizione del marchio, un’icona tra gli appassionati di fuoristrada, ma pur vantando grandi doti off-road nelle versioni 4×4, non può certo puntare solo su questo, che interessa ormai davvero a pochi.
E allora Jeep ha saputo conferire al Compass quelle qualità che oggi sono fondamentali per avere successo in questo mercato tanto agguerrito. Questa nuova generazione del Compass appartiene alla storia più recente, quella di un rilancio straordinario del marchio grazie alla strategia voluta dall’indimenticato Sergio Marchionne.
Questa versione con il 1.6 turbodiesel Multijet da 120 CV, abbinato alla trazione anteriore e al cambio manuale a sei marce, piace molto perché vanta costi di gestione e consumi che la rendono più abbordabile economicamente. Non è un 4×4 ma non è un problema: quanti hanno realmente bisogno della trazione integrale? Si risparmiano peso e carburante, e se proprio serve, con un buon treno di gomme termiche si va ovunque.
MOTORI, PRESTAZIONI E GUIDA
I motori di origine Fiat sono piuttosto efficienti. Quest’auto non nasce certo per la guida sportiva, ma ciò non toglie che il telaio sia buono, sebbene più orientato al comfort. Il DNA è quello Jeep e in fuoristrada, soprattutto se scegliete la Trailhawk, non ce n’è per nessuno.
Questo è sicuramente il meno adatto della gamma per fare fuoristrada ma gli sterrati più leggeri, dossi e piccoli guadi potete affrontarli senza patemi, e poi l’altezza da terra di circa 20 cm aiuta. È un SUV versatile che dà il meglio di sé su strada, in particolare nei lunghi viaggi autostradali. Si viaggia bene: l’abitacolo è ben insonorizzato, hanno lavorato bene anche sull’aerodinamica e non è mai troppo rumoroso; pochi anche i fruscii a velocità più elevate.
Il 1.6 turbodiesel non è molto potente ma ha la coppia che serve, 320 Nm, per spostare il Compass, con un peso superiore ai 1.500 kg, senza problemi. Il quattro cilindri a gasolio è un po’ ruvido in basso, ma nulla che infastidisce. In sesta a 130 all’ora gira molto in basso, a circa 2.200 giri, e i consumi ci guadagnano. Dove soffre un po’ è nella ripresa nella marcia più alta dopo eventuali rallentamenti: lì si sente che mancano un po’ i cavalli.
In città è a suo agio nel traffico e le sospensioni filtrano bene anche pavé e binari del tram. Il largo montante posteriore destro riduce un po’ la visuale di tre quarti: per fortuna tra gli optional c’è il Parking Pack con Retrocamera Park View, Sensori di parcheggio anteriori e posteriori, Blind Spot Detection e Rear Cross Path Detection, Park Assist automatico perpendicolare e parallelo.
Il cambio manuale a sei rapporti è fluido e se la cava bene, negli innesti e nella manovrabilità, che è buona; la frizione è morbida. Se volete l’automatico a nove marce dovete scegliere un altro motore, perché per ora non è disponibile con questo millesei.
La sua notevole facilità di guida è decisamente un punto a suo favore. Tra le curve si comporta bene: è alto ma il rollio non è poi così esagerato. Anche nel misto stretto non si scompone mai ed è sempre stabile anche quando affronta i curvoni autostradali a velocità più elevata.
Compass ha un comportamento stradale sicuro, è gradevole da guidare e non ci si stanca: merito del telaio che sembra vantare un buon equilibrio e delle sospensioni, piuttosto efficaci, che assorbono bene le buche, quasi le annullano. Anche lo sterzo è quello giusto per un’auto del genere. Ed è anche più agile e maneggevole di quanto ci si aspetterebbe.
Alla voce consumi, tra città, strade extraurbane e autostrada la media è di circa 16 chilometri con un litro.
Motori e telai collaudati offrono una buona affidabilità. La sicurezza vanta un buon livello. E’ positivo anche il giudizio sui freni, molto intuitivi, progressivi ed efficaci quando bisogna fermarsi in fretta. Compass è sicuro: la dotazione è ricca, con il radar affiancato dalla telecamera nella parte anteriore, il lane assist per far rimanere l’auto all’interno della corsia, l’adaptive cruise control e il sistema anticollisione che frena automaticamente fino a 50 Km/h. Nei test Euro NCAP ha ottenuto il massimo, le cinque stelle: buona la protezione nei crash test frontali per gli adulti seduti nei posti anteriori.
DESIGN, INTERNI E TECNOLOGIA
Questo SUV compatto del segmento C, lanciato meno di due anni fa, ha uno stile esterno molto azzeccato, ma dentro non vanta lo stesso appeal. Dimenticate il Compass di una volta, squadrato, brutto e poco attraente: questa nuova generazione è molto più elegante. Mi piace perché esteticamente assomiglia al Grand Cherokee ma è più piccolo. Nella gamma attuale è proprio lì, tra Renegade e Cherokee.
Con il suo look, molto equilibrato, ha saputo rinnovare il DNA del brand | Jeep Compass: come rinnovare il DNA Jeep – DESIGN | quello yankee per eccellenza. Una Jeep deve avere la mitica calandra a sette feritoie, che qui però è più piccola, dall’aspetto più leggero e meno appariscente, per lasciare spazio ad altri elementi che contraddistinguono il suo frontale elegante ma imponente. La fiancata è semplice ma le conferisce carattere ed equilibrio. Dietro, di sicuro si riconosce la parentela con il Grand Cherokee.
Potete sceglierla in un’ampia gamma di tinte, che comprende anche opzioni bicolori, come quella Jazz Blue con tetto nero dell’esemplare in prova. È buono anche l’assortimento per i cerchi con misure che vanno da 16” a 19”: qui di serie sono da 18 pollici, con un bel design a 5 razze, alloggiati negli ampi passaruota trapezoidali, che sono un classico del DNA delle Jeep. Per chi la sceglie a trazione integrale e vuole affrontare qualsiasi strada, ci sono anche gli sbalzi corti che migliorano gli angoli di attacco e di uscita.
Dentro la plancia riprende quasi del tutto la forma di quella del Cherokee, ovviamente il tutto in dimensioni ridotte. Il design non è proprio pulito, a causa dei molti tasti che affollano la parte centrale della plancia. Tra i tanti ci sono anche quelli per controllare clima e ventilazione, scelta abbandonata da molte rivali che li mettono nel display, rendendo il tutto meno veloce e intuitivo. I materiali sono gradevoli, le finiture sono valide: la parte superiore della plancia è morbida, i montaggi sono curati. L’abitacolo vanta ovunque materiali piacevoli al tatto.
Il display centrale dell’infotainment touch da 8,4 pollici è all’altezza giusta, per non distogliere troppo lo sguardo dalla strada, inoltre è di chiara e veloce lettura: comprende il sistema di navigazione, che non avrà una grafica accattivante ma funziona molto bene.
Potete comunicare, divertirvi e navigare senza mai staccare le mani dal volante. Il sistema può connettersi con lo smartphone sia tramite Apple CarPlay che Android Auto oppure con l’app Uconnect Live. Nel prezzo è compreso il sound molto buono dell’impianto acustico BeatsAudio e la radio DAB digitale è di serie.
Bello anche il quadro strumenti, con doppia strumentazione analogica e un comodo display TFT a colori da 7", fra il tachimetro e il contagiri, che offre tutte le informazioni che servono. Comodo e semplice il volante circolare a tre razze multifunzione rivestito in pelle.
PRATICITA’, COMFORT E SPAZIO
Le dimensioni sono quelle tipiche di questo segmento: lungo 4 metri e 39, largo 1 e 82 e alto 1 e 63. Il passo è di 2 metri e 63 e dentro nell’abitacolo c’è tanto spazio disponibile davanti e dietro. Dietro il divano è ampio e può accogliere comodamente tre persone. In quattro si sta comodi, e l’eventuale quinto al centro del divano non è troppo sacrificato. La vetratura fa entrare nell’auto tanta luce, rendendo ancora più positiva l’impressione a bordo. Tra i suoi pregi c’è proprio l’abitabilità: lo spazio è sfruttato bene, sia per i passeggeri che per i vani destinati agli oggetti, ampi e numerosi.
L’ergonomia della posizione di guida è ottima sia tra volante e pedaliera che leva del cambio; anche i comandi si individuano subito e sono semplici da utilizzare. Il design dei sedili è piacevole: vantano una forma che aiuta a contenere bene il corpo, confortevoli e avvolgenti in ogni situazione. I poggiatesta sono alti e stretti, quasi integrati nel sedile. Bello anche il rivestimento di serie della Limited, in tessuto e pelle.
Il bagagliaio non è tra i suoi punti forti: è più piccolo rispetto a quello di alcune concorrenti ma in realtà i bagagli di una famiglia al completo ci stanno senza problemi. La cappelliera non è semplice da rimuovere. Il vano però è ben rifinito, ha una forma regolare e, oltre al divano, anche lo schienale del sedile anteriore destro è reclinabile in avanti così c’è tanto spazio tra portellone e plancia per gli oggetti più lunghi. Su questo allestimento c’è anche l’apertura elettrica del portellone di serie.
ALLESTIMENTI E PREZZI
Per contrastare la concorrenza, offre un’ampia scelta, tra motori diesel e benzina, trazione integrale e cambio automatico a 9 marce: si va dal 1.4 Multi Air benzina da 140 CV, per passare a questo 1.6 Multijet poi al 2.0 Multijet con 140 CV, 1.4 Multiair con 170 CV e ancora a gasolio il 2.0 Multijet da 170.
Se la scegliete con la trazione integrale, riservata alle versioni più potenti, potrete affrontare qualsiasi sterrato senza problemi grazie al sistema di trazione intelligente con impostazioni per specifici tipi di terreno, come fango, sabbia e neve. Nella versione più estrema, la Trailhawk, pensata per il fuoristrada più specialistico, c’è anche il programma Rock per la guida su terreni con pietre smosse e il sistema che vi aiuta nei tratti in pendenza più delicati.
Sono cinque gli allestimenti tra cui scegliere, a partire da 25.900 Euro. La Sport è la versione d'ingresso che di serie prevede già: fari automatici con sensore crepuscolare, sedili in tessuto, freno di stazionamento elettrico, volante in pelle con comandi audio integrati, sistemi Forward Collision Warning Plus, Lane Departure Warning Plus e fari posteriori con inserto a LED.
La più ricca versione Limited del test non costa poco ma ha una dotazione di serie piuttosto completa, che comprende sedili anteriori e posteriori in pelle e in tessuto, schermo a colori da 8,4" con sistema completamente personalizzabile e di un display radio con Uconnect e molti altri dettagli di alto livello. Si parte da 31.150 Euro e con questo motore se ne aggiungono altri mille. Per questo esemplare, con i vari optional, compresi Adaptive Cruise Control, Sedili anteriori e volante riscaldabili si arriva a quota 36.300.
Questa è stata la risposta di Jeep per un segmento di mercato che continua a crescere, dove il look conta ancora tanto e i rivali sono molto agguerriti: Volkswagen Tiguan, Nissan Qashqai, Ford Kuga, Hyundai Tucson, Kia Sportage, Seat Ateca…
E se il 2018 si è chiuso con ottimi risultati, questo nuovo anno trova il marchio già pronto a nuovi traguardi, a cominciare dalla produzione del Compass nello stabilimento italiano di Melfi, dove nascerà anche la pre-serie del Renegade PHEV. Nel corso dell’anno verrà ampliata la gamma con nuove serie speciali e importanti novità su motorizzazioni, sistemi di connettività e infotainment.
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