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Prezzi carburati, il Codacons denuncia: in 5 anni benzina +21,7% e diesel +27%

Per la prima volta l’esodo estivo non è stato caratterizzato dai soliti rincari ma guardando agli anni precedenti, gli aumenti sono evidenti

Prezzi carburati, il Codacons denuncia: in 5 anni benzina +21,7% e diesel +27%
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 22 ago 2025

Il caro carburanti è un tema tra i più dibattuti in Italia sopratutto nel periodo delle vacanze estive. C’è una buona notizia. Infatti, come rileva il Codacons, per la prima volta questo periodo non è stato caratterizzato dai soliti rincari speculativi a cui si è assistito negli anni scorsi. Tuttavia, come rileva l’associazione, bisogna andare più a fondo e allora si scopre che i consumatori italiani continuano a pagare il prezzo delle anomalie che caratterizzano il settore. Vediamo un po’ di numeri.

FARE RIFORNIMENTO A FERRAGOSTO NEL 2020 E NEL 2025

Partendo dai dati del MASE (Ministero dell’Ambiente), nel 2025 nella settimana di Ferragosto il prezzo medio della benzina sulla rete si è attestato a 1,701 euro al litro, quello del diesel a 1,631 euro al litro, con un calo progressivo iniziato a fine giugno. Sembrerebbe una buona notizia ma se facciamo un salto al 2020, nello stesso periodo la verde costava 1,398 euro al litro, il diesel 1,284 euro al litro. Tradotto significa che rispetto alle vacanze estive di 5 anni fa, gli italiani pagano oggi la benzina il 21,7% in più, e addirittura il 27% in più il diesel. In “euro" significa che oggi un pieno di verde costa oltre 15 euro in più sulle vacanze estive del 2020, 17,3 euro in più, invece, per un pieno di gasolio.


Un conto pesante che moltiplicato per i milioni di spostamenti genera un costo complessivo da centinaia di milioni di euro a carico delle famiglie italiane. Per il Codacons, la riduzione dei prezzi di benzina e diesel delle ultime settimane non basta visto che ci sono margini di miglioramento, anche in considerazione del fatto che le quotazioni petrolifere sono calate di oltre il -16% da giugno a oggi, mentre nello stesso periodo i prezzi di benzina e gasolio si sono ridotti appena del -2%.

È vero che le quotazioni petrolifere non sono l’unico indice che determina il prezzo dei carburanti alla pompa, ma al tempo stesso una riduzione così forte del greggio avrebbe dovuto influire maggiormente sui listini praticati al pubblico, anche in considerazione della velocità con cui i prezzi di benzina e gasolio sono saliti dopo lo scoppio della guerra in Iran.

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