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Pacchetto Auto UE, solo timidi segnali per ANFIA: serve più coraggio

L'associazione ritenere il pacchetto poco risolutivo dei problemi di mercato e poco incisivo

Pacchetto Auto UE, solo timidi segnali per ANFIA: serve più coraggio
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 19 dic 2025

I contenuti del pacchetto auto presentato pochi giorni fa dalla Commissione Europea continuano a fare discutere. Abbiamo visto alcune reazioni delle case automobilistiche che hanno espresso perplessità sulle decisioni prese: un primo passo ma si poteva fare molto di più. Posizione simile a quella di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, che accoglie positivamente la previsione di ribassare i target di riduzione della CO2 dal 100% al 90% per le auto al 2035, dal 50% al 40% nel 2030 e dal 100% al 90% per i veicoli commerciali leggeri.

RISCHI PER IL DOPO 2035

Le novità che la Commissione UE ha annunciato permetteranno nei prossimi anni alle case automobilistiche di raggiungere gli obiettivi di riduzione con il contributo di più tecnologie, aprendo al concetto di neutralità tecnologica tanto richiesta dalle case automobilistiche. Tuttavia, secondo l’associazione il rischio di vanificare questo sforzo dopo il 2035, anno dal quale dovrebbe scattare l’obbligo di compensazione del 10% di riduzione contabilizzando l’utilizzo di acciaio verde (massimo 7% del target) e quote di carburanti rinnovabili per i veicoli non elettrici (massimo il 3% del target), è molto alto.

Per l’associazione, bene la maggiore valorizzazione delle auto piccole (le E-Car) e gli obiettivi sulle flotte aziendali, così come la proposta di flessibilità sulle sanzioni per i veicoli pesanti. Apprezzamenti anche sul “made in European Union” proposto dalla Commissione. Complessivamente, comunque, ANFIA ritenere il pacchetto poco risolutivo dei problemi di mercato e poco incisivo rispetto alle tanto annunciate intenzioni di rafforzare la competitività dell’industria europea. Insomma, serve più coraggio.

Ringraziamo il Governo Italiano e gli eurodeputati che stanno potando avanti insieme a noi le istanze necessarie a salvaguardare e rafforzare una vera competitività europea del settore automotive e confidiamo che, nell’iter legislativo, Parlamento Europeo e Consiglio possano assumere posizioni più nette e più vicine alle reali esigenze che la transizione del settore automotive ha messo in evidenza in questi anni.

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