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Nuovo Codice della Strada, Salvini è soddisfatto: in 7 mesi 81 morti in meno

Dal ministro Salvini soddisfazione per il miglioramento della sicurezza grazie al nuovo codice della strada: meno incidenti, morti e feriti

Nuovo Codice della Strada, Salvini è soddisfatto: in 7 mesi 81 morti in meno
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 12 ago 2025

Grande soddisfazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini per gli effetti dell’introduzione del nuovo Codice della Strada. Intervenendo ad un convegno alla Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca), il ministro ha condiviso un po’ di numeri sottolineando che in questi primi 7 mesi ci sono stati 81 morti in meno, più di 1.000 feriti in meno, 1.050 incidenti in meno. Insomma, per Salvini la riforma del Codice della Strada funziona e grazie alle nuove regole ci sono stati “81 funerali in meno“.

MAGGIORE ATTENZIONE SUI MONOPATTINI

Le nuove regole, lo sappiamo bene, sono state fortemente volute proprio dal ministro per migliorare la sicurezza sulle strade. I numeri dopo 7 mesi mostrano effettivamente un calo degli incidenti e soprattutto dei feriti e dei morti. Tra le novità del nuovo Codice della Strada ci sono le regole più stringenti per l’utilizzo dei monopattini elettrici. E proprio sul tema dei monopattini il ministro Salvini ha voluto soffermarsi durante il suo intervento chiedendo alla Polizia Locale delle città di essere più attenta sul rispetto dell’obbligo del casco.

Ci sono ancora troppi che fanno quello che vogliono ed è pericoloso.

Inoltre, il ministro ricorda che presto saranno introdotti anche targa e assicurazione obbligatori, altre novità importanti delle riforma. Ricordiamo, al riguardo, che di recente è arrivato il decreto attuativo sulle regole tecniche del targhino per i monopattini elettrici. Tuttavia, ne serve uno di ulteriore che fissi il costo e le modalità di richiesta. La sicurezza di questi mezzi per la micromobilità elettrica è un tema molto caldo ed il Governo sta andando avanti con regole molte strette, tanto da essere stato criticato in passato dalle associazione di categoria che temono la “fine” di questo mercato.

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