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carVertical: l’Italia è tra i migliori Paesi europei per la trasparenza sulle auto usate

Meno frodi rispetto ad altri Paesi europei, ma servono più dati.

carVertical: l’Italia è tra i migliori Paesi europei per la trasparenza sulle auto usate
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 21 ott 2025

Il mercato delle auto usate cresce e in Italia si conferma tra i più affidabili a livello europeo. A restituire questa confortante immagine del nostro Paese è lo studio annuale pubblicato da carVertical, società specializzata nella raccolta e analisi di dati sullo storico dei veicoli. Lo studio analizza l’indice di trasparenza del mercato delle auto usate, prende in esame 25 Paesi europei misurando il grado di trasparenza del mercato attraverso sei fattori principali, tra cui l’affidabilità delle informazioni sui chilometri percorsi, la frequenza dei sinistri nascosti, l’età media delle auto in circolazione e il numero di veicoli importati.

L’edizione del 2025 dello studio di carVertical vede l’Italia confermare il secondo posto nella classifica europea per trasparenza, subito dopo il Regno Unito e davanti a Germania, Svizzera e Francia. Un risultato positivo, ma che non cancella alcune criticità strutturali che continuano a caratterizzare il settore, a partire dalle frodi legate al chilometraggio e alla scarsa disponibilità di dati pubblici sui danni subiti dalle auto.

La situazione dell’Italia

Entrando più nel dettaglio scopriamo che in Italia il 2,9% delle auto controllate ha presentato un contachilometri manomesso. La riduzione media è stata significativa, pari a quasi 70.000 km in meno rispetto al dato reale. Una pratica ancora diffusa, legata alla necessità di rendere più appetibili veicoli altrimenti difficili da vendere. Chi cerca un’auto usata con meno di 100.000 km spesso finisce per ricevere un mezzo più datato e usurato di quanto riportato.

Un altro aspetto rilevante riguarda i danni non dichiarati. Il 12,6% delle auto analizzate ha riportato precedenti sinistri, con un valore medio delle riparazioni che supera i 7.000€. Il numero, tuttavia, potrebbe essere sottostimato perché in Italia non esiste un registro pubblico e facilmente consultabile sulla storia dei danni subiti dai veicoli, e questo limita fortemente la possibilità per acquirenti e rivenditori di accedere a informazioni cruciali. La mancanza di trasparenza sul tema crea un vero e proprio vuoto normativo, che lascia spazio a comportamenti opportunistici e riduce la sicurezza del mercato.

Altro elemento che incide sulla qualità dell’offerta è il numero di veicoli importati. Nel nostro Paese, più di una vettura usata su cinque proviene dall’estero. I veicoli importati sono spesso quelli più esposti a manomissioni e falsificazioni, anche perché è difficile ricostruirne con precisione la cronologia, soprattutto se provengono da mercati dove i dati non sono digitalizzati o non vengono condivisi. L’età media delle auto controllate in Italia è oggi di 8,8 anni, in lieve aumento rispetto agli 8,4 anni registrati l’anno scorso, segno di una tendenza a privilegiare veicoli più datati ma ancora economicamente accessibili.

Cosa dicono i dati

La trasparenza nel mercato dell’usato dipende da una combinazione di fattori. I Paesi più affidabili sono spesso quelli con un tenore di vita più elevato, una minore dipendenza dalle importazioni (come il Regno Unito) e una migliore organizzazione dei dati digitali relativi ai veicoli. Al contrario, le situazioni più problematiche si verificano dove manca uno scambio sistematico di informazioni tra i Paesi e dove non esiste una strategia comune a livello europeo per monitorare le vendite in modo efficace.

La situazione dell’Italia è per molti aspetti emblematica. Il nostro Paese, infatti, si trova al secondo posto nonostante una serie di elementi poco positivi. A dimostrazione del fatto che questo settore è oggetto di tante insidie da tenere a mente quando si decide di acquistare un’auto usata. Se da una parte i dati dello studio mostrano un’Italia affidabile, dall’altra ripropone il tema della necessità di un intervento istituzionale nel rendere accessibili e condivisi i dati, favorendo così un mercato più trasparente, sicuro e virtuoso per tutti.

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