La mia vita con la Giulia | Speciale 110 anni Alfa Romeo

24 Giugno 2020 87

Questi sono giorni molto speciali per Alfa Romeo: il 24 giugno 2020 il brand del Biscione festeggia i 110 anni della sua storia, a dir poco unica. Auto che sono diventate leggende, contraddistinte da importanti innovazioni tecnologiche, successi sportivi indimenticabili per un marchio che è sinonimo di bellezza, velocità, passione per la guida.

Da qualche anno la Casa italiana è tornata grande protagonista della scena grazie all’arrivo sul mercato della Giulia: un vero ritorno alle origini, allo spirito Alfa Romeo, con quella trazione posteriore che gli appassionati del marchio sognavano da quasi trent’anni, e quel piacere di guida che l’ha fatta diventare un vero riferimento nel suo segmento. Questa berlina sportiva ha riportato alla ribalta anche un nome che è legato a doppio filo ai successi più importanti di questi 110 magici anni. 

Visto che sono il veterano del gruppo di HD, posso raccontarvi per esperienza diretta cosa significava avere una Giulia nel proprio garage: avendo un papà appassionato di auto, a cui piaceva molto guidare e soprattutto grande “alfista”, ho avuto la fortuna da piccolo di sognare a occhi aperti con alcuni dei modelli più belli derivati dalla mitica Giulia.

La prima che ho visto arrivare in famiglia è forse quella che mi ha fatto battere di più il cuore: la Giulia Sprint Gt Veloce.

GIULIA SPRINT GT VELOCE

Si tratta di una coupé derivata dalla Giulia, con una linea inconfondibile che l’ha resa un’icona, disegnata da un giovane Giorgetto Giugiaro che all'epoca lavorava alla Bertone. Quasi tutti la ricordano o ne hanno vista almeno una: magari i meno appassionati non riescono a distinguere tra loro le tante versioni, dalla prima Sprint GT, passando per la GT 1300 Junior, fino all’ultima della serie e più potente 2000 GTV.

Molti avranno sentito parlare dei successi sportivi collezionati dalla “regina del turismo”, che per anni ha vinto sui circuiti più prestigiosi del mondo. Ne abbiamo parlato in occasione del lancio delle nuove Giulia GTA e GTAm. La Gt Veloce è la versione più prestigiosa, potente e migliorata della prima Giulia Sprint Gt realizzata dall’Alfa: la si riconosceva per alcuni dettagli esterni, tra cui i mitici stemmi rotondi smaltati sui montanti posteriori raffiguranti il Quadrifoglio verde, giusto per far capire che non era una coupé qualsiasi. Anche dentro era più rifinita e aveva anche i sedili anteriori avvolgenti.

Era spinta da una versione elaborata e rivista del mitico bialbero della Giulia da 1570 cc, un motore a dir poco straordinario che, in varie versioni, ha equipaggiato alcune delle auto più prestigiose dell’Alfa.


Quel quattro cilindri aveva 109 CV ed era abbinato a un cambio manuale a 5 marce: grazie al peso contenuto di poco più di 1000 kg, raggiungeva quasi i 190 all’ora e le prove dell’epoca dichiaravano poco più di 31 secondi sul chilometro da fermo. Considerato che stiamo parlando di un’auto nata nel 1965, erano prestazioni davvero notevoli.

Numeri a parte, era capace di regalare un grande piacere di guida, con un assetto molto sportivo già di serie e tanti particolari tecnici che lasciavano capire che era pensata per chi amava guidare, compreso un impianto frenante adeguato alle performance.
Nel suo segmento non aveva rivali all’altezza: per fare di più bisognava disporre di ben altri budget e rivolgersi ad auto del calibro della Porsche 911.

Difetti? Sì, consumava tanto: era alimentata da 2 carburatori Weber orizzontali doppio corpo da 40 mm che la rendevano molto “assetata”. E in più, ogni tanto, la si doveva portare a far regolare la carburazione, perché cominciava a fare i capricci.

Se si aveva la fortuna di trovare un meccanico “giusto” si poteva anche farla diventare un po’ più cattiva: all’epoca mio padre aveva scoperto un’officina in provincia di Bologna gestita da un meccanico ex Autodelta che, con molta pazienza e tanto lavoro di precisione, era riuscito a regalarle un po’ di cavalli in più. Già, non c’erano ancora centraline, “mappe” e tuning miracolosi che oggi in poche ore ti trasformano la tua auto…

LA FAMIGLIA CRESCE, ARRIVA GIULIA SUPER 1600

Le coupé come questa, non a caso, le chiamavano 2 + 2 e, quando il sottoscritto ha cominciato a crescere un po’, era diventata veramente piccola per una famiglia. È così che è arrivata la Giulia Super 1600. Per Alfa Romeo la Giulia ha significato una vera rivoluzione: doveva sostituire la Giulietta, che era stata un grande successo, e per farlo doveva affidarsi a un’auto all’avanguardia della tecnica. 

Era, per esempio, una delle prime al mondo con struttura portante a deformazione differenziata: la parte anteriore e posteriore erano studiate per assorbire gli urti e l’abitacolo era estremamente rigido per proteggere chi era a bordo. Si trattava di soluzioni che sarebbero diventate obbligatorie solo qualche anno dopo.

Anche il suo design era rivoluzionario: la pubblicità di lancio recitava “disegnata dal vento” e, in effetti, il suo stile era frutto di studi aerodinamici e dell’innovativo lavoro di sviluppo in galleria del vento. Compatta, ben proporzionata nei volumi, il frontale basso e la coda tronca erano i suoi tratti caratteristici.

Era spinta da un quattro cilindri 1.6 bialbero, con il basamento in alluminio con soluzioni tecniche inedite, che lo rendevano estremamente sofisticato, performante e molto longevo. Inoltre era tra le prime vetture di grande serie dotata di un cambio a cinque rapporti. Stiamo parlando di una vera berlina sportiva, con prestazioni e caratteristiche dinamiche di assoluto rilievo, che diventerà la più importante della produzione Alfa Romeo. Erano poche le concorrenti della stessa classe che si potevano anche solo avvicinare alle sue prestazioni.


A conferma del suo temperamento, dopo il debutto del 1962, l’anno successivo si presentava nella versione TI Super, pronta per le corse, con una carrozzeria “snellita”, con l’emblema del Quadrifoglio sulle fiancate e sul cofano del bagagliaio, con 112 cv che le consentivano di volare fino a 190 km/h. Si rivelerà particolarmente adatta per le corse su strada, ma anche in pista, e consentirà a tanti piloti italiani di mettersi in evidenza nel Motorsport.

La Giulia diventerà un’icona italiana, con una lunghissima carriera commerciale, fino al 1977, e un successo enorme. Nelle diverse varianti di carrozzeria ne sono stati prodotti circa un milione di esemplari, rendendola una delle auto più vendute della storia della Casa.

Molti la conoscono ancora oggi come “quella dei film polizieschi” all’italiana, nati come “B-movie” e diventati poi oggetto di culto: spesso i criminali e le forze dell’ordine si sfidavano in inseguimenti mozzafiato con la stessa auto, la Giulia.

Il ricordo che ho della Giulia di famiglia è di un’auto capace di macinare tanti chilometri con un buon comfort ma pronta anche a regalare soddisfazioni al volante, con un comportamento stradale eccellente. Allora ne capivo poco o niente e mi era stato spiegato che le prime avevano il cambio al volante mentre questa aveva la cloche sul pavimento e anche quattro freni a disco. Ciò che ricordo sempre della Giulia è quel muso così aggressivo, con i fari grandi alle estremità e i piccoli all'interno, che ricordava l’espressione di una persona con le ciglia aggrottate. 

1750 BERLINA: SFIDA A MERCEDES E JAGUAR

Un’altra auto erede della Giulia che ricordo nel garage di casa è la 1750 berlina. La storia dell’Alfa Romeo racconta di una Casa che nella seconda metà degli anni sessanta si era ormai trasformata in industria di grande serie, con una sequenza invidiabile di successi commerciali tra berline, coupé e spider di gamma medio-alta. 

Il Biscione aveva però trascurato il segmento delle vetture di fascia alta: era difficile il confronto con brand del mondo premium, come Mercedes e Jaguar, per esempio. Per motivi d’immagine Alfa non poteva però rinunciare a proporre auto di prestigio e, con una strategia commerciale mirata, decideva di utilizzare l’ormai collaudato telaio della Giulia apportando modifiche tecniche ed estetiche che consentissero di accogliere motori di cilindrata superiore.

Nasceva così la nuova gamma alta, la 1750 Berlina con un pianale derivato dalla Giulia, una carrozzeria più importante firmata Bertone e il mitico propulsore quattro cilindri doppio albero a camme in testa con cilindrata portata a 1779 cc. Degna erede della Giulia, era stata presentata nel 1968, pronta ad affrontare la concorrenza italiana ed estera di quegli anni, forte di un bel design dal frontale inconfondibile, del raffinato schema meccanico della Giulia ulteriormente migliorato e di prestazioni molto interessanti, con 114 cavalli e 180 all’ora di velocità massima.

Era bello farsi scarrozzare in giro con la 1750, era comoda e veloce: peccato che ancora l’età non mi consentiva di guidarla. Giusto ricordare che, oltre alla berlina, si poteva scegliere anche la coupé, 1750 Gt Veloce, con la carrozzeria della Giulia Gt, oppure la spider su carrozzeria del mitico “Duetto”, la 1750 Spider Veloce.

L’ultima della specie, delle grandi berline a trazione posteriore di quel periodo, è stata la 2000 berlina, con cui ho potuto finalmente guidare anch’io, o meglio imparare a guidare: nel 1971 Alfa Romeo aveva sostituito la gamma della 1750 con quella della 2000. 

LA GUERRA DELLE 2 LITRI

La Casa del Biscione voleva rispondere a BMW e Lancia, che stavano ottenendo buoni risultati tra le “due litri”: la cilindrata saliva a 1.962 cc e la potenza a 132 cv. Era una berlina sportiva ma più raffinata, destinata a una clientela più esigente: gli interni erano migliorati, dalla conformazione dei sedili alla fattura di sellerie e tappezzerie, la strumentazione era più ampia e completa, con una grafica più ricercata.

All'esterno cambiava poco: la calandra con una sola barra cromata, lo scudo con l’inconfondibile marchio del Biscione più grande e i quattro fari anteriori avevano le stesse dimensioni. Le luci posteriori erano divise in quattro settori.

Quando la guidava Villani senior era tutta un’altra storia, però nel mio piccolo, mentre cercavo d’imparare a condurla in modo decente, mi rendevo conto che era piuttosto cattiva, con un cuore da vera sportiva: meno di 9 secondi per raggiungere i 100 all’ora e oltre 190 km/h di velocità di punta. Non parliamo dei consumi: era terribile. Ma a qualcosa si doveva pur rinunciare…

Nonostante avessi ottenuto la patente da privatista con la “belva”, per le strane leggi di allora non avrei potuto guidarla. Infatti anche Alfa Romeo nell’ultima serie, oltre ad adottare il variatore di fase a controllo elettronico, aveva abbassato la potenza a 128 cv per farla rientrare entro i limiti di legge per i neopatentati.

ADDIO GIULIA, FINE DI UN'ERA

A quel punto in famiglia era finita l’era della Giulia e la successiva è stata un’Alfetta Gt 1600: una coupé che apparteneva già a un altro ciclo della storia del brand. Firmata dal grande Giugiaro e destinata a sostituire la mitica Giulia Gt, offriva quattro posti comodi e un bel bagagliaio.

Ma qualcosa era già cambiato: se da una parte l’Alfetta segnava un grande passo avanti in termini di handling e prestazioni, aveva però abbandonato alcune soluzioni tecniche molto care ai vecchi alfisti. Per esempio, la Giulia e le sue eredi erano contraddistinte dal blocco motore-cambio con trazione posteriore, che negli anni aveva raggiunto una perfezione e un equilibrio di funzionamento eccellenti. 

Questo schema veniva infatti abbandonato proprio con l’Alfetta: il cambio era stato spostato sul ponte posteriore, aumentando sì la stabilità ma perdendo quella dolcezza nell’innesto dei rapporti che era il vanto delle vecchie Alfa.
Lo confermo: il cambio dell’Alfetta Gt era a dir poco legnoso e scalare, per esempio, in seconda velocemente, in maniera fluida, per i comuni mortali era un’impresa.

Ma, a parte questo, anche l’Alfetta avrà un ruolo importante nella storia dell’Alfa Romeo e si rivelerà un grande successo. Negli anni successivi sono tante le storie da raccontare, dal periodo della 164 e della 155, fino al grande passo in avanti segnato dalle 156, 147, e poi ancora Mito e Giulietta, fino al passato più recente che ha visto FCA rilanciare il brand in grande stile.

A parte la mia vita con la Giulia, se volete conoscere l'affascinante storia del brand italiano, il 24 giugno il Museo Alfa Romeo ad Arese riapre al pubblico per festeggiare al meglio i 110 anni. Per questa storica ricorrenza, Alfa Romeo offre per la prima volta la possibilità di accedere ai depositi che ospitano la Collezione nascosta, un vero e proprio tesoro fatto di 150 auto, motori, modelli e molto altro.

In esposizione c’è anche la nuova Giulia GTA, l'iconica serie limitata concepita proprio per il 110° anniversario. Per saperne di più cliccate qui. Intanto in questi giorni sto guidando con piacere una bella Alfa Romeo Stelvio my 2020, ma questa è un’altra storia ancora….


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Commenti

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sailand

I miei zii avevano una 1750 e il paragone con bmw e mercedes non si poneva proprio. Come doti stradali era immensamente superiore. Certo come comfort la Mercedes era meglio ma erano pachidermi lentissimi e se disgraziatamente perdevano aderenza neanche un miracolo le recuperava.
Poi in famiglia varie Alfetta, una Giulietta, una GTV e la mia prima Alfa: una 75 uscita dall’ Alfa Corse (ex Autodelta) che ancora rimpiango di aver dato via.
Poi l’entrata della Fiat e nonostante fecero anche modelli belli esteticamente, come sincerità delle doti stradali non arrivarono mai più alle vette delle Alfa transaxle. Forse oggi la nuova Giulia ma non l’ho mai provata.
P.s. che doti stradali e prestazionali la mia 75 ma anche che consumi! Se si resisteva alla tentazione di spingerla guidandola con calma aveva consumi quasi da berlina media ma come si andava su di giri... da girare con l’autobotte al seguito che non aveva neanche un serbatoio grande.

Manfredi Basile

La Stelvio è troppo decontestualizzata con le altre Alfa Romeo l'ho potuto notare nel museo di arese

Manfredi Basile

A parte la Giulia e la Giulietta nient'altro

Manfredi Basile

Pure mio nonno con la sua giulia del 77

Manfredi Basile

E la giulia diventerà un obbrobrioso suv

Manfredi Basile
Manfredi Basile

Come ho già detto in un altro articolo io per ora ho la alfa 159 my 2011 ha 200000 km e sto valutando di prendere la Giulia quadrifoglio full optional perché mi invoca quei bei ricordi del passato, altro che suv! la passione che abbiamo io e mio nonno per le Alfa Romeo è incredibile. Infatti noi nelle corse tifiamo il team Alfa Romeo. Nonostante lui abbia più di 80 anni ancora guida benissimo

Manfredi Basile

Mio nonno quand'ero piccolo aveva una Giulia del 1977 e quell'auto nonostante per quando ero piccolo aveva una certa età era meravigliosa. mi veniva a prendere e facevamo un giro nel circuito locale

Alessandro

Ancora sogno l'alfa 75 rossa che ebbe mio padre. Peccato per la fine che stanno facendo fare al marchio

Adriano

per carità non mi ricordare la lancia, che dolore vederla ridotta così.

Michele

Ho in garage, la gt 1.3 junior, passata da nonno, padre e figlio, spettacolare e immacolata, che mezzo Alfa romeo!

Alex Li

Appunto....

DefinitelyNotBruceWayne

Ovviamente sarebbe stata comunque di nicchia, ma penso che avrebbe suscitato un certo interesse.

Alex Li

......come il pane.....
Anche no!
Avrebbero sofferto dello stesso problema di Giulia e Stelvio.......
La GTA è per puri appassionati........
danarosi

DefinitelyNotBruceWayne

Solo perché manca una vera coupé. Una coupè con quelle prestazioni, con 2 portiere e 4 posti e una linea ancora più filante avrebbe venduto come il pane.

Alex Li

Sono d'accordo sulla mancanza della sportwagon e della coupé......ma criticare la GTA che ha ricevuto ordini 4 volte superiori al disponibile.......

Dark!tetto

Mio padre custodisce ancora gelosamente la sua Alfetta e una 75 entrambe rosso fiammanti. Che emozione già portare la 75...perchè l'alfetta non la molla :D

Luca Vallino

ci sono macchine spettacolari dal 2000 fino ad oggi(moderne), ma sono il 2% a dir tanto... oggi sono dei monoblocco di 2 tonnellate con una capacità di carico infima

MarioR.

Sai com'è, oggi ci sono delle leggi da rispettare...

MatitaNera

Bell'articolo

DefinitelyNotBruceWayne

Ma pure la coupé. Di recente poi hanno lanciato la versione con 2 sedili e 4 portiere. Sembrano dilettanti allo sbaraglio.

Igioz

quella è stata un LAMPO
figlia del genio di qualcuno la, tra Torino e Milano
ancora bella, immortale

Igioz

davvero
la sport touring sarebbe ganzissima

Igioz

fai te
ed ora varrebbe dai 20 ai 30k
eeeehhhh

Aristarco

purtroppo anche il baule era abbastanza piccolo e dalla forma irregolare, peccato, me l'ero anche personalizzata un pò

miroslav_kowalski

no guarda, c'è mio zio di cui sopra che mi fa c@g@re addosso ogni volta, lui ha la guida da alfista vero XD
comunque anche i settaggi sono divertenti, se la metti in Dynamic diventa molto reattiva, subito pronta a scattare ed a frenare, molto divertente

cuccuruccu

Capisco, ma non pensare che io vada in giro come un assassino eh... È che abitando in provincia ogni tanto le strade poco o pochissimo trafficate mi permettono di togliermi qualche sfizio in sicurezza. :)

miroslav_kowalski

guada io sono un alfista anomalo, non ho il piede pesante nè la guida sportiva, ogni tanto mi diverto a fare qualche sgasata sopratutto per far divertire il piccolo ma non faccio mai guida tirata o pericolosa, giusto un po' di ripresa.
però l'ho fatta provare a mio zio, alfista dai tempi della 33, e si è divertito, mi ha detto che le è piaciuta molto.
io ho preso la Giulietta perché mi ero innamorato follemente della linea, per me era, senza discussioni, la più bella che c'era nel segmento (ed anche di più): in questo sono un alfista anche io.

cuccuruccu

Senti, dammi parere... La Giulietta è sicuramente più comoda, confortevole, silenziosa, spazio a, affidabile. Ma nella guida divertente, fa rimpiangere lo sterzo della 147, o il suo granitico retrotreno? Granitico nel senso di incollato alla strada. Chiedo perché prima o poi la dovrò cambiare anche io... Non durerà di certo in eterno.

miroslav_kowalski

dopo la 147, tenuta 14 anni, ho la Giulietta da 7 anni e non ne ho cambiata una... c'era proprio qualche difetto nella nasona.
le ho voluto proprio bene, rossa fiammante. ma poi sono diventato papà ed era scomoda, oltretutto l'avevo trattata male...

cuccuruccu

L'alloggiamento della sfera nel braccetto superiore delle sospensioni anteriori, prende gioco ed ogni 50.000km o giù di lì sono da cambiare... Si, son difetti fastidiosi, ma alla guida poi mi basta buttarla in un paio di curve e giocare con sterzo (fantastico) ed acceleratore, le perdono sempre tutti questi problemini.

cuccuruccu

Si la 3 porte non è comoda... Io ho la 5 porte (e quasi 100.000km in più) , è molto più gestibile.

cuccuruccu

Si, difetto tipico di molte. Io sono stato fortunato, la mia ha 260000km ed ancora molte lampadine originali. Quelle delle frecce tutte, tranne una laterale, una dei freni/posizione, le abbaglianti e fendinebbia, quelle degli interni. Le posizione anteriore ogni paio di anni mi tocca cambiarle, e di anabbaglianti ne avrò cambiate 3 o 4 coppie. In 16 anni, non è male.

miroslav_kowalski

a me costava 1 lampadina al bimestre :D

jacksp

E' la sua tesina per l'esame di terza media, dai..

Alex Li

Devo già mantenere quattro auto di famiglia .....tutte FCA......quindi anche volendo...

RectorSith

E allora dai compratela facciamola girare questa economia :) Io prendo la Giulia

Alex Li

Sembra che con il my 2020 abbiano corretto alcune cose con risultato.
Per l'assistenza e vendita devono lavorare parecchio per arrivare al livello della triade ma nonostante tutto io la comprerei.

RectorSith

Beh certo nessun prodotto è perfetto e nemmeno ci si avvicina però parliamo comunque di un auto da circa 50.000€ se non di più che ha evidenti limiti di qualità sopratutto di assemblaggio e interni. Se con la maturità spero che almeno i primi verranno risolti o migliorati, la seconda è una precisa scelta, cioè contenere i costi. A questo aggiungiamo che il supporto di Alfa non è a livello di BMW e Audi, sempre per lo stesso motivo sopra. Diciamo che, per quanto mi piaccia e per quando abbia grande fascino io ci penserei due volte prima di comprarla.

Alex Li

Pur essendo un SUV Stelvio è, secondo me, l'incarnazione moderna dello spirito Alfa Romeo.
Difetti e lamentele li possiamo trovare e sentire in ogni marchio.....sono manufatti e in quanto tali soggetti a guasti o montaggi errati a tutte le latitudini

Aristarco

Erano belle entrambe, l'ho sempre sognata fino ad acquistarla per un tozzo di pane, ma appunto piena di difetti per la qualità della componentistica

Yuri85zoo

a me la prima serie faceva orrore tanto quanto mi piaceva la seconda che ho avuto. meccanica (sterzo-sospensioni a quadrilatero alto<3 multijet), linea ed interni erano all'altezza, specialmente la prima voce.
peccato che poi ci fossero i difetti cronici tipo la plastica delle maniglie sciolta, cigolii, silent block dei braccetti...

RectorSith

Giulia si, Stelvio per ora no: troppi difetti e molte lamentele. Peccato perché trovo la linea molto riuscita

LaVeraVerità

Novantadue minuti di applausi

SoUlSnAkE

marchio dall'enorme valore che grazie all'incapacita del management FIAT sta finendo nel dimenticatoio...

Alessandro
DefinitelyNotBruceWayne

Giulia purtroppo è stata lanciata quando le concorrenti erano a metà carriera. Sorprende per la meccanica, delude per la tecnologia. Mettici anche ce non è presente una variante SW, mettici che manca la coupè e capisci perché non vende niente (purtroppo).

Dexter

Vero, più brutta, ma la mito proprio non la digerisco, è una macchinina che va bene se la vende la Fiat ma non l'Alfa

lucatambu

"il punto più basso lo raggiunsero con la voMito"
a parte l'insulto che secondo me l'auto non merita, ti chiedo:
hai mai visto l'Arna ?
in confronto, la Mito è un capolavoro di design ...

Frankbel
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