Polestar 1, la coupè ibrida plug-in sottoposta al primo crash test
Uno dei Verification Prototype della Polestar 1 è stato sottoposto al crash test per valutare le reazioni della scocca.
Polestar 1 ha effettuato il primo di una lunga serie di crash test per mettere a dura prova e valutare la robustezza della scocca. Il marchio riservato alle vetture elettrificate più sportive del Gruppo Volvo ha effettuato la prova con uno dei 34 Verification Prototype realizzati nell'impianto di Goteborg, in Svezia, che permetteranno a tecnici e ingegneri di procedere con l'ultima parte dello sviluppo, in attesa della commercializzazione prevista a metà 2019.
Nel Volvo Cars Safety Center di Goteborg, uno dei prototipi è stato spinto contro una barriera stazionaria ad una velocità di 56 km/h, simulando un impatto frontale. Essendo realizzata in larga parte da fibra di carbonio, i tecnici hanno prestato una maggiore attenzione sulla reazione del materiale dopo la collisione, il quale è rimasto rigido senza mostrare segni di cedimento o di flessione. Ottimo risultato anche per il telaio in acciaio, che ha fatto il suo lavoro assorbendo gran parte dell'energia.
Costruita sulla piattaforma modulare SPA (Scalable Platform Architecture), la coupè 2+2 si muoverà grazie a un powertrain (Electric Performance Hybrid) da 600 CV e 1.000 Nm di coppia, con un motore a benzina 2.0 litri biturbo abbinato a due unità elettriche (situate sull'asse posteriore) che le permetteranno di percorrere 150 km a zero emissioni. Grazie alla carrozzeria realizzata in gran parte in fibra di carbonio, insieme ad alcune parti della scocca, il peso risparmiato è di oltre 200 kg, con il vantaggio di poter alloggiare un pacco batteria più grande e capace. Polestar 1 sarà prodotta in Cina, più precisamente a Chengdu.