Uber, IPO da 120 miliardi di dollari a inizio 2019
La società americana si appresta a diventare pubblica: Wall Street e la Silicon Valley osservano interessate.
Uber ha ricevuto diverse proposte da alcune banche di Wall Street per una IPO (offerta pubblica iniziale) che potrebbe concretizzarsi a inizio 2019 per una cifra che si aggira attorno ai 120 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra “monstre”, superiore a quanto valgono – insieme – GM, Ford ed FCA.
I documenti sono stati consegnati alla società da Goldman Sachs a settembre, e rappresentano la prima fase di un lungo percorso che porterà molto probabilmente ad una delle IPO più attese a Wall Street e all’interno della Silicon Valley.
La svolta epocale di Uber arriva con il nuovo CEO Dara Khosrowshahi, che si è impegnato nella ricerca di nuovi investitori e nel tentativo di restituire lustro a un brand (con inedito logo, tra l’altro) che ha attraversato scandali ed è stato al centro di querelle commerciali con Alphabet. Lo stesso amministratore delegato ha confermato poco tempo fa l’intenzione di rendere pubblica l’azienda, anche se in quel caso i tempi rivelati erano più dilatati: Khosrowshahi aveva parlato della seconda metà del 2019, ma a questo punto sembra che le operazioni in corso tra gli intermediari, le banche e la stessa Uber possano anticipare la scadenza.
All’interno della documentazione sulla IPO, viene indicato che Uber non sarà redditizia per (almeno) i prossimi tre anni, con entrate nel 2018 pari a 10-11 miliardi di dollari – in crescita rispetto ai 7,78 miliardi del 2017. Come parte di un accordo con SoftBank, poi, Uber sarebbe obbligata a diventare pubblica entro la fine del prossimo anno: se così non avvenisse – riportano fonti interne a Wall Street – l’azienda dovrà permettere agli investitori che hanno immesso cifre superiori ai 100 milioni di dollari di vendere le loro quote, pena la svalutazione del brand.