Car sharing: Italia primo paese europeo con 1,3 milioni di utenti
Milano capitale europea del car sharing
Con quasi un milione di veicoli "condivisi" su strada e oltre 1,3 milioni di utenti, l'Italia è il primo Paese europeo nel car sharing, seguito dalla Germania. Questo è quanto emerso dalla presentazione della 17esima edizione del Rapporto ANIASA, l’Associazione di Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità (noleggio veicoli a lungo termine, rent-a-car, car sharing, fleet management e servizi di infomobilità e assistenza nell’automotive).
Ogni giorno 19.000 persone in tutta Italia si servono di vetture in condivisione. Un'abitudine che mostra un trend di crescita nel 2017 rispetto all'anno precedente: l’aumento ha riguardato sia il numero di utenti iscritti ai servizi offerti dai singoli operatori (1.300.000, +21% vs 2016), sia gli utenti realmente attivi (820.000 con almeno 1 noleggio negli ultimi 6 mesi, + 38%).
Milano capitale europea del car sharing
La città che più ha spinto sul car sharing è Milano: con una flotta di 3.100 vetture, 640.000 utenti e 3.830.000 noleggi nel 2017, il capoluogo lombardo ottiene di diritto anche il titolo di capitale europea del car sharing. Segue non troppo distante Roma, con una flotta di 2.100 vetture, 430.000 utenti ma "solo" 1.770.000 noleggi. Terzo posto per Torino, seguita da Firenze.
Il profilo medio del cliente di un servizio di car sharing? "Uomo, 36 anni, utilizza omogeneamente il servizio durante la settimana e nelle diverse fasce orarie della giornata, per una durata media di 31 minuti, per percorrere 7 km". Il 30% degli utenti appartiene ad una fascia d'età giovane (dai 26 ai 35 anni), con una base d'utenza composta per 2/3 dal pubblico maschile.
Le ragioni del successo
In Italia, nel 2017, il parco di veicoli condivisi è cresciuto del 9% (con circa 500 auto in più), mentre il numero dei noleggi è salito del 7%, superando i 7 milioni: gli italiani, dunque, si iscrivono a più servizi (ogni utente, infatti, possiede una media di quasi tre tessere) a seconda delle loro necessità e della flotta a disposizione.
Un successo che genera benefici per le nostre strade: i veicoli nuovi contribuiscono a svecchiare il parco circolante, a decongestionare il traffico e ovviamente, con le loro dimensioni compatte e i consumi ridotti, permettono di inquinare meno: secondo uno studio condotto da ANIASA con il Centro Studi Fleet&Mobility, le vetture a noleggio possono contare su emissioni decisamente ridotte rispetto a quelle del parco circolante nazionale, tra i più anziani d’Europa:
meno della metà (se a benzina) e due terzi (se diesel) in meno di monossido di carbonio, il 50% in meno di ossido di azoto e -70% di emissioni di idrocarburi incombusti.
Cosa può fare il governo
Per il presidente ANIASA Massimiliano Archiapatti il ruolo delle istituzioni è fondamentale per uno sviluppo sostenibile della mobilità alternativa in Italia. Per questo lancia la sfida al prossimo Governo:
Stiamo vivendo un cambiamento epocale negli scenari di mobilità cittadina, turistica e business del nostro Paese, guidato da tre elementi chiave: condivisione, connettività e sostenibilità. Una graduale evoluzione che testimonia il nostro nuovo modo di muoverci e che sta accompagnando gli italiani verso un utilizzo più intelligente dell’auto, verso forme di mobilità a consumo.
Il prossimo Governo può accelerare il progresso in atto, rimettendo in agenda la revisione del Codice della Strada, ancorato ad una mobilità anni ’80 che, non contemplando la sharing mobility, rischia di frenarne la diffusione. È fondamentale un cambio di marcia, anche promuovendo motorizzazioni più ecologiche e reti infrastrutturali di connessione, che facilitino spostamenti e trasporti a beneficio del sistema Paese.