GM si lancia nel car sharing tra privati
GM lancerà in estate un progetto pilota per la condivisione di auto tra privati
Non sarebbe bello poter trarre profitto dalla propria auto quando non viene utilizzata, per esempio mentre stiamo lavorando? Se contiamo che la media di utilizzo di un'auto per un impiegato è di circa due ore al giorno, di fatto le vetture rimangono inutilizzate durante le otto ore lavorative, togliendo spazio per lungo tempo anche a chi cerca parcheggio.
La soluzione proposta da General Motors – e da diverse altre realtà, come PSA, Daimler e Tesla – si chiama "car sharing privato" e consiste nel noleggio dei veicoli privati per ottimizzarne l'utilizzo durante i periodi morti. ll colosso dell'auto di Detroit inizierà quest'estate un progetto pilota, secondo quanto riportato da Automotive News.
L'azienda che metterà a disposizione la propria piattaforma e il proprio servizio via app sarà Maven, società di proprietà General Motors che dal 2016 propone un servizio di car sharing di tipo "1.0", con ritiro e riconsegna dell'auto nello stesso posto. E il funzionamento di questa iniziativa sarà proprio questo: il proprietario dell'auto indicherà che la propria vettura sarà libera nei giorni X nella fascia oraria Y e, tramite app, gli interessati potranno contattarlo e prenotare la vettura per un determinato orario.
La vettura si potrà poi aprire e chiudere tramite app grazie all'integrazione di un sistema hardware connesso peer-2-peer simile a quello che troviamo sulle auto condivise che noi tutti conosciamo. Possiamo definirlo dunque come una sorta di Airbnb dove al posto degli appartamenti si condividono le vetture, e l'idea potrebbe risultare interessante per tutti quegli automobilisti che – diversamente da noi "malati" di automobili – vedono nell'auto un mezzo di trasporto fine a se stesso, per di più con dei costi di acquisto e di gestione non indifferenti.
Difficilmente l'automobilista italiano – che, storicamente, attribuisce alla propria auto un significato affettivo – permetterebbe ad uno sconosciuto di guidare la propria vettura. Come tutte le cose "condivise", spesso gli utenti tendono a trattarle male perché "tanto non sono di nessuno", dimenticandosi che anche loro, nel loro piccolo, contribuiscono ad acquistarne una piccola parte.