Cerca

Nel 2030 l'auto sarà condivisa: il futuro della mobilità secondo PwC

Il report di PwC immagina il futuro dell'auto nel 2030

Nel 2030 l'auto sarà condivisa: il futuro della mobilità secondo PwC
Vai ai commenti 172
Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 20 gen 2018

Non è raro vedere, di tanto in tanto, l'arrivo di un report che dipinge scenari futuristici. Spesso si tratta di iperboli ma, in questo caso, l'analisi di PwC descrive una situazione assolutamente plausibile. L'anno è il 2030, poco più di una decade da oggi per una mobilità che cambierà faccia.

In questo contesto, ogni tre chilometri guidati, uno sarà percorso con un'auto condivisa, specie considerando che ai servizi odierni si affiancheranno altri "sharing low cost", più economici e accessibili. Europa e USA abbracceranno questa tendenza ma sarà la Cina a spingere maggiormente, superando l'occidente nella velocità di penetrazione sul mercato (e nella cultura) dell'auto condivisa.

E le elettriche? Sempre secondo lo scenario descritto da PwC, il 55% delle nuove auto nel 2030 sarà elettrico: non spariranno le termiche e il parco circolante resterà dominato dai motori a carburante fossile, ma il cambiamento sarà evidente e aprirà la strada ad una graduale sparizione dei modelli "tradizionali".

Il terzo punto dell'analisi riguarda la guida autonoma. Secondo il report, il 40% delle percorrenze potrà essere affrontato in maniera autonoma nel 2030, anno in cui il pilota automatico sarà ormai affermato e solido per quanto riguarda l'autostrada, con molti esempi di auto in grado di affrontare in autonomia anche il contesto urbano.

Combinando tutti questi elementi, lo scenario che si prospetta sarà quello di una riduzione dell'inventario dei veicoli. Questo però non porterà ad una riduzione del traffico dato che le percorrenze, per persona, aumenteranno: in Europa si parla di una crescita del 23%, in USA del 24% e in Cina del 183%, merito proprio dello sharing che consentirà di accedere ad una vettura anche a chi non poteva permettersene una di proprietà. Inoltre la guida autonoma porterà in strada anche chi, per età o per cause fisiche, non potrebbe guidare un veicolo.

Sembrerebbe quindi uno scenario negativo ma, in realtà, il traffico sarà più razionale: connettività, smart cities, gestione centralizzata e computerizzata delle vetture riusciranno a controbilanciare questo fenomeno e migliorare il flusso nelle strade.

Allo stesso tempo, secondo PwC che in questo caso propone un'ipotesi diversa da altri studi simili, crescerà la domanda per le nuove vetture, maggiori proprio a causa dello sharing. Il fenomeno aumenterà l'usura del mezzo, vuoi per l'utilizzo da parte di più persone, vuoi per il maggior chilometraggio, vuoi per la minor attenzione che i clienti avranno rispetto all'auto di proprietà. Qui si apre uno scenario ancora tutto da valutare, quello di una nuova classe di veicoli dedicati allo sharing, dai volumi maggiori e dai costi inferiori per aumentare la redditività del servizio offerto dal produttore stesso o da terze parti.

Oggi, infatti, i marchi del mondo automotive stanno inizando a proporre servizi di sharing (interni o in partnership con altre aziende) utilizzando le auto della gamma. In futuro potrebbe nascere tutta una serie di vetture pensate non per la vendita ai privati ma proprio per le flotte condivise. Che ne pensate? Come vi sembra l'analisi di PwC?

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento