RC Auto, davvero ci sarà un aumento delle tasse sulle assicurazioni?
Si tratta di un'emendamento alla Legge di Bilancio che riguarda l'aliquota solo della polizza accessoria per infortunio del conducente
Davvero ci sarà un aumento delle tasse sull’assicurazione RC Auto? In questi giorni si parla infatti di una novità che emergerebbe dal testo della Legge di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento, e che andrebbe a colpire tutti gli automobilisti. In realtà non è proprio così perché si tratta di un emendamento che riguarda, però, l’aliquota sulla polizza accessoria per infortunio del conducente. Se l’emendamento dovesse passare ed essere approvato, l’aliquota salirebbe dal 2,5% al 12,5%. Non poco e pare che per le Casse dello Stato significherebbe un’entrata aggiuntiva annuale di circa 100 milioni di euro. Tuttavia, dato che parliamo di una garanzia accessoria non si tratta davvero dell’RC Auto come invece qualcuno pensa.
COSA CAMBIEREBBE
Come spiega La Repubblica, l’aumento riguarda un’aliquota dovuta dai clienti, e quindi le compagnie assicurative andrebbero a scaricare interamente su di loro l’aumento, sempre se l’emendamento dovesse essere approvato in via definitiva. Passare dal 2,5% al 12,5% è sicuramente un bel salasso ma parliamo pur sempre di una garanzia accessoria che le persone possono decidere di aggiungere alla loro polizza. Non è infatti obbligatoria.
IL CASO
Pare che sotto ci sia anche un’altra questione. Infatti, le compagnie assicurative temono l’interpretazione retroattiva dell’Agenzia delle Entrate che l’emendamento andrebbe ad estendere a partire dal 2026, per la quale quell’aliquota andava applicata sin dagli anni Ottanta. Le compagnie temono infatti di dover pagare il conto che sarebbe molto salato. Secondo il fisco, l’aliquota doveva essere sin da subito più alta. Le compagnie assicurative hanno sbagliato? Secondo loro ovviamente no ed infatti sono già pronte a dare battaglia in tutte le sedi. Si stima, infatti, che per gli ultimi 10 anni di applicazione dell’aliquota sbagliata, ovviamente per il Fisco, al netto di sanzioni ed interessi il conto potrebbe superare il miliardo di euro.
Tutto nascerebbe da una richiesta inviata dalle compagnie assicurative al ministero risalente al 1983 su quale aliquota applicare. Le compagnie hanno poi interpretato la risposta imponendo l’aliquota più bassa, del 2%, successivamente portata al 2,5%. Tuttavia, un paio di anni fa su istanza dell’Agenzia delle entrate Lombardia, è stata contestata la modalità di prelievo, con l’istituto che ha evidenziato le ambiguità nell’interpretazione accolta negli ultimi 3 decenni. Da qui la battaglia con il Fisco che potrebbe presentare un conto molto salato.
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