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Ssangyong Tivoli: recensione e prova su strada | HDtest

Il test della Ssangyong Tivoli 1.6 turbodiesel con il cambio automatico a 6 rapporti. Un crossover dall’aspetto piacevole e con uno stile un po’ originale. Tra i suoi punti forti abitabilità, dotazione di serie e prezzo. Ma non solo…

Nicola Villani
Nicola Villani
Pubblicato il 11 ago 2018

Il test della Ssangyong Tivoli 1.6 turbodiesel con il cambio automatico a 6 rapporti. Un crossover dall’aspetto piacevole e con uno stile un po’ originale. Tra i suoi punti forti abitabilità, dotazione di serie e prezzo. Ma non solo…

 

Nuovo stile e nuova vita per il brand

Questo crossover di segmento B, che ha debuttato nel 2015 al Salone di Ginevra, ha dato il via a un nuovo corso per la Casa coreana: con un design molto dinamico, su una piattaforma inedita e con nuovi motori, con uno stile decisamente più europeo. Si è fatta subito notare con un look personale e il carattere deciso. E’ ben bilanciata e proporzionata, pensata anche per una clientela più giovane, che può scegliere tra colori vivaci e diverse varianti cromatiche con carrozzeria e tetto a due toni.  A soli due anni dal lancio, si è rinnovata in alcuni dettagli, che l’hanno resa ancora più interessante: per esempio, ora ha un nuovo paraurti anteriore con i fendinebbia a LED.

E’ tutta un’altra storia rispetto alle vecchie Ssangyong di una volta: anche l’abitacolo di Tivoli si presenta bene, grazie ad interni realizzati con buone finiture, con materiali economici ma dal design gradevole. Sembra anche assemblata con cura. Se la scegliete con i vari pacchetti opzionali disponibili, come in questo esemplare che ha gli interni in pelle, saprà anche gratificarvi.

Quest’auto non delude le aspettative di chi cerca anche praticità e comodità: ci sono tanti vani portaoggetti, dal portaocchiali allo spazio a vista sopra il cassetto laterale. Grandi e comodi anche i porta bottiglia nelle portiere e tra le sedute posteriori. Non posso dire la stessa cosa invece del vano bagagli, con una capacità di poco superiore a un’utilitaria, però si può arrivare a 1.115 litri abbattendo gli schienali posteriori (60:40) su un piano quasi piatto ma abbastanza comodo. Peccato per la soglia di carico un po’ alta.

Si viaggia comodi e sicuri

Mi metto al volante e subito mi trovo a mio agio sul sedile, anche con la mia taglia: è ben profilato ai lati della seduta e dello schienale, e si regola addirittura anche l’altezza della cintura. Ho potuto apprezzare la comodità della seduta in un lungo viaggio: in effetti non stanca anche sulle lunghe percorrenze. In questa versione quelli anteriori sono riscaldabili.

Il volante ha una buona ergonomia e sono comodi i comandi per audio e cruise. La limitata vetratura, scelta per privilegiare lo stile esterno, toglie non poca visibilità e ci vuole l’assistenza al parcheggio: per fortuna è di serie la telecamera di retromarcia, perché lunotto piccolo e montanti posteriori ampi non aiutano di certo nelle manovre.

Nell’aggiornamento più recente hanno cambiato anche l’illuminazione del quadro strumenti, ora più morbida e gradevole con il nuovo colore orange. Trovo però che sia un po’ troppo affollata la zona dei comandi centrale sotto il display.

E’ abbastanza intuitivo da usare lo schermo touch da 7”, con il quale si gestiscono la radio, i lettori mp3 collegati alla presa USB, la retrocamera e anche il navigatore TomTom, con 5 anni di aggiornamento delle mappe incluso.

Comodo anche il divano posteriore, che può ospitare senza problemi tre persone, anche quella al centro, che di solito è quella più sacrificata: qui c’è molto spazio per le gambe e sopra la testa anche per quelli più alti, come su una vettura del segmento superiore. Insomma è un crossover comodo per la famiglia, spazioso, ma in taglia compatta.

Il motore dell’esemplare del test è un 1.6 turbodiesel a iniezione diretta con 115 cv e 300 Newton per metro di coppia. Potete averlo anche con un 1.6 a benzina 16v con 128 cv, oppure sempre con quel propulsore ma nella versione bifuel a GPL.  Si può avere a trazione anteriore o integrale a controllo elettronico.

Sulla plancia, a sinistra del volante, c'è un tasto per scegliere tra tre modalità di guida: Eco, per migliorarne l’efficienza, oppure Winter, per ottenere una guida più morbida su fondi con poca aderenza, e infine Power, per avere un po’ di grinta in più. Il sistema modifica la reattività del motore e la gestione elettronica delle cambiate.  A proposito, l’ho provata con il cambio automatico, un onesto AISIN a 6 rapporti, ma potete averla anche con un manuale a 6 marce.

La trasmissione automatica, dagli innesti fluidi, è adatta ad uno stile di guida tranquillo, di sicuro più turistico che sportivo. E’ abbastanza dolce nel funzionamento quando scala marcia per riprendere dopo un rallentamento; non è invece  proprio scattante e rapido nei cambi di marcia e il kickdown non è molto reattivo.
Si può anche usare in modalità manuale spostando la leva a sinistra e poi per cambiare si usa un tastino un po' troppo piccolo che bisogna cercare col pollice sul lato della leva. Di sicuro è originale ma molto discutibile.
Questo automatico non sarà certo rapido ma, data la natura di Tivoli,  nel traffico delle grandi città vi eviterà un po’ di stress, che non  è poco…

Tivoli non è certo nato per correre. l’importante è non cercare in quest’auto la guida sportiva ma, se non avete fretta, si rivelerà comunque piacevole da guidare e va piuttosto bene.

Potete scegliere tra tre modalità di risposta dello sterzo: la Sport è la mia preferita rispetto alle altre. Comfort, che è comoda per le manovre, o Normal, entrambe poco dirette, ma non è comunque mai troppo sportiva o pesante. E’ davvero un peccato, lo sterzo non garantisce proprio un controllo preciso: manca un po’ di linearità in curva e nei cambi di traiettoria è poco progressivo.

Con Tivoli viaggiate sui 130 con un discreto confort acustico, i fruscii aerodinamici sono abbastanza contenuti, l’insonorizzazione non delude, e anche le sospensioni non sono male: assorbe infatti le imperfezioni stradali e il confort non manca. L’assetto non è male e anche con queste gomme da 18 pollici è un buon compromesso, e il rollio è abbastanza contenuto.
L’impianto frenante è decisamente migliorabile, specialmente sullo sconnesso, dove non rende al meglio e la frenata diventa un po’ lunga.

Anche in città la Tivoli si trova a suo agio: le sue dimensioni e la posizione di guida rialzata aiutano, con una buona visibilità anteriore.

Ma veniamo alla voce consumi: in media tra città, strade extraurbane e autostrada si percorrono almeno 20 chilometri, se avete il piede molto leggero anche 22, con un litro di gasolio. E’ anche sicuro grazie al sistema di frenata autonoma d'emergenza di serie, all’allerta di collisione frontale che consentono di riconoscere e prevedere eventuali pericoli fermando l’auto anche senza il vostro intervento. 

Costa poco e offre tanto

Ecco un altro punto a suo favore: la dotazione di serie è sempre di buon livello rispetto al prezzo. Il listino parte da 15.950 Euro per la versione entry level che lancia la sfida alla concorrenza e comprende: cruise control e computer di bordo; servosterzo elettrico con le tre modalità dello Smart Steering; retrovisori esterni regolabili elettricamente e riscaldabili; clima manuale e luci diurne a LED. 

E’ disponibile in ben sette versioni, per darvi modo di scegliere quella che più si addice ai vostri gusti e alle vostre esigenze. Nell’allestimento intermedio ora ci sono già il clima automatico bi-zona e il navigatore con schermo da 7 pollici touch screen.
Senza dimenticare che offrono ben cinque anni di garanzia (o 100.000 Km) e ora anche cinque anni di assistenza stradale.

L’impressione è proprio che SsangYong abbia scelto la strada giusta per ritagliarsi un suo spazio all’interno di un mercato tanto agguerrito: prezzi molto interessanti per un’auto con una certa personalità, dove si viaggia comodi e senza dover rinunciare troppo, anzi, con tecnica, qualità, stile e finiture lontane anni luce dal passato del brand.

Tivoli prova a farsi notare in un segmento tanto affollato: Citroën C4 Cactus, Fiat 500X, Hyundai Kona, Nissan Juke, Opel Crossland X, Volkswagen T-Roc. Credetemi, vanno messi da parte i pregiudizi. Bisognerebbe fare come fanno in America: via il marchio e il nome, prova “al buio” e poi ne riparliamo…

https://youtu.be/tHjFpg_nFGk

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