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DS 3 1.2 PureTech 110 EAT6: recensione e prova su strada

La prova della 3 porte premium dallo stile inconfondibile

DS 3 1.2 PureTech 110 EAT6: recensione e prova su strada
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 30 mag 2018

Nato nel 2014, il marchio DS Automobiles rappresenta il tentativo di Groupe PSA di entrare a gamba tesa nel segmento delle auto premium. Un percorso iniziato, non senza difficoltà, nel 2010, quando con Citroen DS3 nasceva una variante "sfiziosa" di Citroen C3, molto simile alla sorella nella meccanica e negli interni. Le cose sono cambiate nel 2016, quando un profondo restyling ha mutato non solo i connotati ma anche i contenuti della piccola premium DS 3, orfana del Double Chevron su cofano e portellone posteriore.

Nuovo brand, nuovo stile e maggiore attenzione ai dettagli contraddistinguono la DS 3, che oggi proviamo nell'allestimento quasi top di gamma (se escludiamo le serie speciali) Performance Line con un powertrain decisamente interessante: benzina 1.2 PureTech turbo da 110 CV con cambio automatico EAT6.

Finalmente un benzina in luogo dei soliti diesel, specialmente su auto così particolari che sicuramente non rientrano nella lista delle vetture preferite da chi percorre molta strada. Un'auto pensata per un pubblico giovane, attento allo stile e alla tecnologia di bordo. Ecco com'è e come va nella nostra recensione.

Dotazione da grande, ma non è regalata

Cominciamo allora parlando della tecnologia: stiamo parlando di un'auto nata nel 2010, dunque con molte primavere alle spalle. Nonostante questo, per la categoria la dotazione tecnologica non è affatto male: di serie, su questo allestimento, venduto a circa 2.000 euro in più rispetto alla versione base , troviamo infatti fari posteriori a LED con effetto 3D, gruppi ottici anteriori DS LED Vision (con proiettori allo Xeno e luci supplementari a LED con disegno ad effetto diamante, davvero suggestivi) e fendinebbia a LED. Tutto questo da aggiungere agli elementi di stile di cui parleremo nei prossimi paragrafi.

Attingendo dalla lista degli optional è possibile cucirsi su misura un'utilitaria di segmento B davvero ricca di tecnologia: ci sono la frenata automatica d'emergenza Active City Brake, che arresta la vettura al di sotto dei 30 km/h se la telecamera anteriore rileva che ci stiamo avvicinando troppo velocemente al veicolo che ci precede, oltre al pacchetto Navigation DAB con navigatore satellitare e radio digitale, la funzione Mirror Screen con Apple CarPlay e MirrorLink e la telecamera di retromarcia.

Tutti optional, tuttavia, piuttosto costosi: dai 22.900 euro della configurazione di partenza (PureTech 110 EAT6 Performance Line) si arriva ai 27.050 euro del nostro esemplare, un prezzo che comprende anche vernice bianco perla con tetto nero (1.000 euro), Pack Safe Drive Nav (2.800 euro con Active City Brake, Bracciolo centrale, Pack Detection con sensori e telecamera, Pack Navigation DAB e DS Connect Box con chiamata d'emergenza), ruotino di scorta (150 euro) e funzione Mirror Screen (250 euro).

Un prezzo salato, ma stiamo parlando di una configurazione full-optional con un motore e un cambio che sanno regalare buone soddisfazioni. Per questo, la destinazione d'uso di questa vettura è quella di un giovane benestante (o una giovane coppia) che non ha grandi esigenze di spazio ma non vuole rinunciare ad una dotazione "da grande". Mancano, e questo è uno dei difetti dovuti all'anzianità del progetto, alcuni sistemi di assistenza alla guida più recenti, come il controllo dell'angolo cieco, il cruise control adattivo e il lane assist.

Uno stile ancora attuale

DS 3 in quanto a stile non ha mai avuto complessi di inferiorità: il tetto piatto in stile MINI è sempre stato accompagnato da un frontale ricco di cromature e di dettagli preziosi, come le luci diurne a LED incastonate nel paraurti, i gruppi ottici DS LED Vision con "gemme" di LED e indicatori di direzione dinamici, i fanali posteriori con effetto 3D e l'iconica "pinna" nel montante centrale. 

Sull'allestimento Performance Line, poi, si aggiungono numerosi elementi specifici, tutti caratterizzati dal trittico di colori nero/bordeaux e beige: cerchi in lega da 17 pollici Aphrodite neri con coprimozzi Carminio e pneumatici 205/45 R17, calotte dei retrovisori nere lucide, cupolino del quadro strumenti in TEP, rivestimenti interni dei sedili sportivi in tessuto Dinamica con impuntura rossa e logo DS Performance Line ricamato, pannelli porta con impuntura rossa, pedaliera in alluminio, spoiler posteriore, volante e cuffia del cambio e del freno a mano in pelle con impuntura rossa e beige.

Gli interni rappresentano un mix ben riuscito tra dettagli classici e finiture moderne: la strumentazione è analogica, ispirata alle lancette di un orologio, con un piccolo display digitale monocromatico racchiuso nella parte destra (un po' povero di informazioni). Meno attuale la console centrale, che accoglie il display dell'infotainment sopra e i comandi del climatizzatore sotto, così come la collocazione dei comandi al volante nei satelliti sul piantone dello sterzo (occorre per abituarcisi, ma alla fine sono comodi).

In generale si respira un ambiente curato, piacevolmente raffinato in alcuni dettagli, come il cupolino che sovrasta la strumentazione oppure i pannelli porta rivestiti in pelle, e meno sofisticato in altri, derivati dalla meno aristocratica Citroen C3 di precedente generazione.

Scomoda la posizione della luce di cortesia, praticamente a metà strada tra la prima e la seconda fila di sedili.

La calandra cromata con le "ali" DS Wings incastona i gruppi ottici Xeno LED, e a LED sono le luci diurne e i fendinebbia. Piacevole il contrasto tra la vernice della carrozzeria bianco perla e il tetto nero lucido, mentre sempre iconica rimane la "pinna" ricavata nel montante centrale. Completano il pacchetto estetico il finto estrattore posteriore e il finalino cromato, che lasciano intendere un bel caratterino anche sotto al cofano.

Motore fluido e corposo, ma il rumore…

Diciamolo subito: l'unico difetto che si può trovare al motore PureTech turbo da 1,2 litri è il rumore di base, tipico dei tre cilindri. Le vibrazioni, normali per i motori di questo frazionamento, si fanno sentire solamente quando la vettura è ferma a motore acceso, oppure quando si accelera "allegramente". Tutti aspetti che sulle nuove vetture di PSA, a causa di una migliore insonorizzazione, si riducono in maniera sostanziale.

Per il resto, il PureTech 110 (numero relativo alla potenza massima di 110 CV) è un piccolo gioiellino: potente il giusto, con una coppia di 205 Nm a soli 1.500 giri, si comporta in modo fluido e piacevole, coadiuvato anche dal cambio automatico EAT6 con convertitore di coppia, un'unità prodotta da Aisin e comune anche a modelli come BMW Serie 2 Active Tourer e MINI. La trasmissione, con le sue cambiate fluide e silenziose, è l'ideale quando si vuole guidare con un filo di gas, sfruttando la coppia del propulsore, mentre è un po' lento quando si forza la mano, anche perché manca una modalità "S" che rimodula i regimi di cambiata.

Questo non significa che non si può spingere: con uno 0-100 km/h in 9,9 secondi e una velocità massima di 188 km/h, le prestazioni ci sono e i consumi non ne risentono: con il nostro stile di guida "frizzante" si riescono a percorrere 11,5 km con un litro di benzina, che salgono a 13-14 se si va più tranquilli. L'autonomia con un pieno è di circa 600 km.

Assetto alla francese con piglio sportivo

Chi conosce le utilitarie francesi si troverà a casa sulla DS 3: a dispetto dell'estetica sportiveggiante, quando si sale a bordo si viene accolti da poltrone ben contenitive ma decisamente soffici, e questo vale anche per il divanetto posteriore (adatto a due persone) e perfino per la moquette.

Lo sterzo ha una taratura sportiva, mentre le sospensioni assorbono complessivamente bene le asperità stradali, anche se si nota un calo nella qualità di assorbimento tra anteriore e posteriore. Differenza che si nota in alcuni "scossoni" provenienti dal retrotreno quando si attraversano le giunzioni autostradali o le buche più profonde. Ottima invece la presenza dei dischi freno anche al posteriore (aspetto per nulla scontato in questa categoria), per una frenata forte ma mai "nervosa".

L'assetto generale di DS 3 privilegia il comfort alla sportività, allineandosi al propulsore. Il telaio però è stato irrigidito rispetto a C3, anche perché qui fino a pochi mesi fa era possibile montare il 1.6 PureTech turbo da 208 CV della variante Performance.

Infotainment: dotazione ok, ma l’età si fa sentire

Il sistema di infotelematica con Touch Pad da 7 pollici è stato introdotto su DS 3 con il recente restyling, e lo notiamo da un'integrazione non ottimale. Il display, per esempio, è parecchio infossato all'interno della console centrale, la cui finitura lucida, tra l'altro, genera fastidiosi riflessi di alcune scritte (orario e temperatura).

In più, i pochi comandi fisici per la gestione del sistema di infotainment sono spostati molto in basso, al di sotto dei comandi del climatizzatore (un automatico bizona dal buon funzionamento): la loro posizione costringe inizialmente a distogliere lo sguardo dalla strada.

Il funzionamento del sistema touch è semplice, così come semplice è la logica dei menu. Il navigatore integrato non è un fulmine quando si tratta di inserire i comandi, ma una volta calcolato il percorso non perde un colpo, e oltretutto fornisce informazioni su punti di interesse (locali, parcheggi e distributori) e limiti di velocità vigenti in zona. La retrocamera c'è e ha una buona definizione per il segmento, ma le guide non ruotano insieme allo sterzo.

Presenti Apple CarPlay e MirrorLink, assente invece Android Auto. Peccato. E peccato anche per una grafica che meriterebbe una svecchiata. Nota di merito, infine, per la presenza (accanto alla leva del freno a mano) di una porta AUX, una USB e una a 12 V per la connettività, supportata da un bluetooth che ha sempre funzionato bene in accoppiata con iPhone.

Spazio: ok per quattro, ma non troppo alti

Una tre porte compatta non si compra certo per la famiglia, e nemmeno per andare in gita con gli amici. DS 3 si dimostra l'auto perfetta per una coppia: lo spazio anteriore non manca, con una posizione di guida non troppo alta che garantisce maggior divertimento alla guida. Il bagagliaio, inoltre, è di tutto rispetto: 285 litri, ampliabili fino a 980 litri se si abbatte il divanetto posteriore. Peccato solo che la soglia sia alta e che con il piano di carico si formi un gradino di circa 20 centimetri.

Dietro l'abitabilità è ottima per due adulti alti non oltre il metro e 75 (che possono godere di due comodi maniglioni laterali, mentre il terzo passeggero risulta sacrificato anche a causa del tunnel centrale. Complicato – come su tutte le vetture a tre porte – l'accesso ai sedili posteriori: nella foto qui sopra si può notare la quasi totale assenza di spazio per le gambe dei passeggeri posteriori se chi guida, come il sottoscritto, è alto circa 1,95 m. Non male la visibilità, nonostante le "pinne" laterali. Assenti le bocchette del clima per i sedili posteriori.

Conclusioni

DS 3 non sarà la più tecnologica, la più performante e nemmeno la più economica delle segmento B "sfiziose", ma sicuramente i pregi non le mancano: ha un ottimo motore, un cambio automatico riuscito (e dal sovrapprezzo contenuto a 1.500 euro rispetto al manuale) e un carattere divertente alla guida.

Il propulsore ideale è lui, il 1.2 PureTech da 110 CV: più leggero, scattante, silenzioso ed economico rispetto al 1.6 BlueHDi da 120 CV. L'alternativa per chi vuole spendere meno (e andare più piano) è il 1.2 PureTech da 82 CV a benzina, più parco nei consumi e più adatto ad un utilizzo urbano, a differenza del turbo che si apprezza anche fuori città.

Per quanto riguarda l'allestimento, invece, non ci sono dubbi: il Performance Line, con la sua caratterizzazione estetica, è il migliore per rapporto qualità/prezzo/design. Questo non toglie che con tutti gli allestimenti è possibile cucirsi la propria DS 3 su misura, agendo su centinaia di combinazioni tra tinte carrozzeria, stickers e cerchi. 

Difetti? Il progetto non è recente: presto arriverà una nuova generazione di DS 3, che potrebbe abbandonare le forme di questa compatta a 3 porte in nome della onnipresente moda dei crossover. Se invece la mania per i veicoli a ruote alte non vi ha ancora contagiato ma non volete rinunciare allo stile distintivo delle compatte tradizionali, allora la DS 3 rappresenta ancora un'ottima alternativa.

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