Uber: stop alle attività in California se dovrà inquadrare gli autisti come dipendenti
Uber minaccia di sospendere temporaneamente le sue attività in California se dovesse essere obbligato a inquadrare gli autisti come dipendenti.

Uber potrebbe lasciare temporaneamente la California, cessando le sue attività, se fosse costretto ad inquadrare i suoi autisti come dipendenti come vorrebbe la recente sentenza di un Tribunale dello Stato americano. Questa "pesante" presa di posizione arriva direttamente dal CEO della società, Dara Khosrowshahi. Ma come si è arrivati a questo punto?
Pochi giorni fa, un giudice della California aveva ordinato non solo a Uber ma pure a Lyft di inquadrare gli autisti come dipendenti veri e propri. Ad oggi, infatti, lavorano come indipendenti. Secondo le società, queste figure preferiscono continuare a lavorare in tale modo ma secondo i sindacati, invece, l'attuale inquadramento priva tali lavoratori di alcuni benefit importanti come l'assicurazione sanitaria, gli straordinari e un salario minimo.
Secondo l'accusa, Uber e Lyft violerebbero una norma dello Stato entrata in vigore all'inizio dell'anno, nota come Assembly Bill o AB-5, che prevede che ai lavoratori della "gig economy" vengano riconosciuti i medesimi benefit dei dipendenti. La sentenza è stata sospesa per 10 giorni per dare tempo alle due società di presentare appello, cosa che hanno fatto. Ma se l'azione legale dovesse fallire, Uber potrebbe dover interrompere per diversi mesi le sue attività in California visto che sarebbe impossibile passare in breve tempo al nuovo modello di business richiesto dalla sentenza. Una situazione che causerebbe la perdita per diverso tempo del reddito di tutti coloro che oggi lavorano con la società.
Se Uber non dovesse vincere l'appello, le attività potrebbero rimanere ferme almeno sino a novembre quando gli elettori saranno chiamati a votare la Proposition 22 che sostanzialmente esenterebbe Uber e Lyft da dover inquadrare gli autisti come dipendenti.