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Uber pubblica il suo primo report sulla sicurezza (solo USA)

Le segnalazioni sono in diminuzione, e le vittime non sono sempre solo i passeggeri. Anzi.

Uber pubblica il suo primo report sulla sicurezza (solo USA)
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Francesco Rizzà
Francesco Rizzà
Pubblicato il 6 dic 2019

Uber ha rilasciato il suo primo rapporto sulla sicurezza del servizio, in un periodo in cui questa è messa in discussione piuttosto duramente dalla città di Londra. Il documento si riferisce ai soli Stati Uniti e al periodo da inizio 2017 a fine 2018, ma ci sono diversi spunti di discussione interessanti – anche se a tratti inquietanti.

Per cominciare l'indagine, rilasciata volontariamente da Uber, evidenzia che il 99,9% delle corse si è conclusa senza alcun incidente. La maggior parte delle segnalazioni relative al restante 0,1% riguarda episodi di gravità secondaria, come per esempio frenate troppo brusche. L'incidenza delle segnalazioni gravi è pari allo 0,0003%. Ma data la grande quantità di corse che avvengono su Uber, anche una percentuale così piccola genera numeri da non trascurare. Su un totale di 2,3 miliardi di corse, ci sono stati:

  • 19 aggressioni con esito fatale
  • 464 casi di stupro: 235 nel 2018
  • 5.500 casi di molestie e abusi sessuali
  • 107 incidenti stradali con esito mortale (metà della media nazionale in rapporto alla distanza percorsa)


Uber evidenzia alcune informazioni interessanti. Per cominciare, come mostra la tabella qui sopra, tutte le segnalazioni di incidenti sono in diminuzione su base annua, e le stime per il 2019 sembrano in ulteriore diminuzione. Inoltre, anche se la maggior parte degli articoli dei media si concentra sulle violenze subite dai passeggeri (il 92% delle menzioni online, su un campione di 2.894 post), nel 45% delle segnalazioni la vittima dell'attacco è stato il driver, evidenziando quindi come il fenomeno non sia unilaterale.

Uber dice che in questo periodo ha rifiutato le richieste di oltre 1 milione di aspiranti driver, per non aver superato i controlli obbligatori. Proprio quest'ultimo dettaglio, tuttavia, è stato quello che ha spinto Londra a non revocare la licenza alla società di ride hailing: tra il 2018 e il 2019, 43 driver sono riusciti a falsificare la propria identità, portando a termine circa 14.000 corse. Segno che il processo di verifica del background dei driver presenta alcune falle piuttosto importanti.

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