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Diablo, 35 anni di mito Lamborghini: storia e curiosità

Nel 1990 la Diablo ha inaugurato una nuova era per il marchio Lamborghini; questa icona adesso compie 35 anni

Diablo, 35 anni di mito Lamborghini: storia e curiosità
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 26 set 2025

Ci sono auto che hanno saputo lasciare il segno e diventare delle vere e proprie icone e anche con il passare del tempo sono ancora considerate dei punti di riferimento. Questo è il caso della Lamborghini Diablo che compie 35 anni. Chi non hai mai desiderato poterla guidare? Questo modello è stato più di un grande successo per la casa automobilistica perché è diventato un vero e proprio simbolo degli anni ’90, elevando il concetto di supersportiva grazie a un design senza tempo, prestazioni assolute e innovazioni tecnologiche.

Ma il successo della Diablo va ben oltre il solo mondo dell’auto. Appare infatti in videogiochi e programmi televisivi, senza dimenticarsi di diversi film di Hollywood: dalla rossa guidata da Jim Carrey in Scemo & più scemo (1994), alle apparizioni in Exit Wounds (2001) e in La morte può attendere (2002), fino alle serie SmallvilleNip/Tuck e Blue Mountain State.

UNA STORIA DI SUCCESO

Lamborghini è solita scegliere per le sue vetture nomi di tori famosi. Diablo era un omaggio all’omonimo toro da corrida leggendario che, nel 1869, si batté per ore contro il matador José de Lara, detto “El Chicorro". La storia di questa supercar di Casa Lamborghini parte nel 1985 con il Progetto 132, nato per dare un’erede alla Countach e creare l’auto più veloce del mondo.

I primi prototipi ne tracciano le prime forme, affilate e visionarie, perfezionate in seguito dall’arrivo di Chrysler nel 1987, che dona al modello armonia e proiezione al futuro. Nasce così la silhouette definitiva: portiere a forbice, proporzioni muscolari, un posteriore imponente e un abitacolo non solo sportivo ma anche confortevole.

Lamborghini Diablo debutta quindi nel 1990 nel Principato di Monaco in occasione dell’apertura del Rally di Monte Carlo e rimarrà in produzione fino al 2001. Il cuore pulsante della Diablo è un V12 da 5,7 litri, 492 CV e 580 Nm di coppia. La supercar era in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in circa 4,5 secondi e stabilì il nuovo record di velocità per vetture stradali, toccando i 337 km/h sul circuito di Nardò.

Il telaio tubolare, la carrozzeria in alluminio e acciaio con inserti in fibra di carbonio, utilizzati per la prima volta su una vettura di serie, insieme alle sospensioni raffinate conferiscono alla Diablo un comportamento dinamico senza precedenti. Per la prima volta, una Lamborghini abbina prestazioni assolute a comfort innovativo, con sedili regolabili, alzacristalli elettrici, impianto stereo Alpine. Lusso, design e potenza si fondono senza compromessi.

Dal suo debutto, Lamborghini ha prodotto 2.903 esemplari della Diablo. Il colore preferito? Il rosso, con oltre 550 esemplari.

LE VARIANTI DELLA DIABLO

Durante gli 11 anni della sua vita, la Lamborghini Diablo è stata più volte evoluta. Nel 1993 la VT introduce la trazione integrale che arriva per la prima volta su una supersportiva Lamborghini e che diventerà da allora caratteristica tipica di tutte le V12. Nello stesso anno la SE30 celebra i 30 anni del Marchio con un motore portato a 525 CV, spinto fino a 596 CV nella versione Jota, mentre la VT Roadster del 1995 apre la strada alle vetture Lamborghini V12 “apribili".


Nel 1996, Audi rileva Lamborghini. A quel punto arriva un profondo restyling per la supercar. Arrivano i fari fissi al posto dei tradizionali a scomparsa, l’ABS e il V12 viene portato a una cilindrata di 6 litri. Si inaugura una nuova fase stilistica e ingegneristica per Lamborghini. La SV incarna la vocazione più estrema, la GT del 1999 porta il V12 a 575 CV, che consente di raggiungere una velocità massima di 338 km/h, mentre le VT 6.0 e 6.0 SE rappresentano l’ultima evoluzione con il design firmato da Luc Donckerwolke.

NEL MOTORSPORT


Nel 1996 debutta il campionato monomarca Super Sport Trophy con la Diablo SV-R, prodotta in 32 esemplari, che segna il primo programma racing direttamente legato alla casa automobilistica. Da questa esperienza nascono i due prototipi Diablo GT1 Stradale, veri laboratori da corsa con 655 CV, e la Diablo GT-R, versione da pista della GT, realizzata in 40+1 unità e protagonista sia nel campionato giapponese JGTC sia in varie competizioni GT europee.

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