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Waymo: con l'AI l'auto autonoma di Google non teme la neve

L'Intelligenza Artificiale di Google-Waymo per la guida autonoma anche con la neve

Waymo: con l'AI l'auto autonoma di Google non teme la neve
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 9 mag 2018

Al keynote Google I/O 2018, l'evento annunale dedicato alle ultime novità del colosso di Mountain View, la protagonista indiscussa è l'Intelligenza Artificiale, tecnologia che include al suo interno tutta una serie di soluzioni pensate per rendere un po' più facile la vita degli utenti, tanto per quelli che utilizzano uno smartphone quanto per quelli che, in futuro, beneficeranno del sistema di guida autonoma sviluppato dalla divisione Waymo.

Nel caso della guida autonoma, il contributo dell'Intelligenza Artificiale è ben più importante: grazie ad un sistema in grado di sfuttare la propria potenza di calcolo per prendere decisioni in tempi inferiori a quelli medi di reazione di un essere umano, l'auto a guida autonoma può salvarci la vita, guidando per esempio in condizioni difficili, come può essere una forte nevicata. In che modo gli sviluppatori riusciranno a garantire l'affidabilità della guida autonoma in condizioni meteorologiche non ideali?

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La risposta sta nell'applicazione dell'intelligenza artificiale. Al Google I/O, l'azienda ha mostrato in che modo una vettura dotata del sistema a guida autonoma di Waymo sia in grado di viaggiare in un paesaggio innevato

Come vediamo nell'immagine qui sopra, la neve, identificata dai sensori e riprodotta nell'immagine attraverso il colore viola, viene "filtrata" e rimossa dal machine learning al fine di avere una migliore visione di cosa c'è sulla strada. Il risultato finale non è un'immagine cristallina come se ci fosse il sole, ma offre comunque una visibilità sufficiente per evitare una collisione. 

Sempre in occasione del Google I/O, Waymo ha dimostrato l'evoluzione del proprio sistema di riconoscimento di pedoni e ostacoli: grazie all'Intelligenza Artificiale Google Brain, è stato possibile migliorare di 100 volte la capacità di riconoscimento dei pedoni, consentendo ai veicoli autonomi di evitarli con maggiore precisione, anche quando parzialmente nascosti.

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