Marchionne a tutto tondo su Alfa e Jeep. In forse la Giulia SW
Il CEO di FCA, intervistato al Salone di Detroit, ha illustrato i piani attuali e futuri del gruppo, con il potenziamento del marchio Jeep e lo scetticismo sulla produzione di una Giulia SW. In occasione della giornata stampa al NAIAS di Detroit il CEO
Il CEO di FCA, intervistato al Salone di Detroit, ha illustrato i piani attuali e futuri del gruppo, con il potenziamento del marchio Jeep e lo scetticismo sulla produzione di una Giulia SW.
In occasione della giornata stampa al NAIAS di Detroit il CEO FCA ha risposto ai giornalisti in merito al futuro dei marchi principali del gruppo italo americano, confermando l’attenzione verso la crescita di Jeep e Alfa Romeo, ma solo nei segmenti più redditizi.
Giulia Sportwagon non è tra le priorità
Marchionne, interpellato per l’ennesima volta sull’eventuale produzione in serie della Giulia Sportwagon, ha affermato che l’interesse c’è ma è limitato alla sola Europa, mentre l’attenzione di Alfa Romeo deve essere orientata a livello globale. Prima di un eventuale disco verde alla familiare, quindi, è bene aspettare i risultati commerciali del neonato SUV Stelvio e solo dopo un’attento business plan verrà deciso se dare la precedenza ai crossover o alla station wagon.
Il prossimo Gran Cherokee potrebbe avere pianale Alfa
Notizia più interessante è la conferma ufficiosa dell’utilizzo del pianale Giorgio per le future Jeep, in particolare la nuova generazione di Grand Cherokee e le sue varianti lussuose Wagoneer: Marchionne sostiene che la decisione non è stata ancora presa ma che la scelta del raffinato pianale italiano sia la più indicata. In ogni caso, dunque, non aspettiamoci un nuovo Grand Cherokee prima di 2-3 anni, anche se le novità da Jeep continueranno ad arrivare, grazie all’investimento di un miliardo di dollari nella produzione americana del marchio, notizia che ha raccolto oltretutto il plauso del presidente eletto Donald Trump.
Niente berline compatte, almeno per ora
Marchionne ha poi commentato ancora una volta la devastante perdita economica dovuta allo scarso successo delle berline Dodge Dart e Chrysler 200, annunciando che non sono ancora stati trovati dei partner validi per ritornare nei segmenti delle sedan medie e compatte. In ogni caso, questo settore non garantisce più margini accettabili: Marchionne sostiene infatti che l’80%dell’aumento delle vendite di FCA dal 2011 è arrivato da SUV e pickup.
Guida autonoma e auto elettriche: il CEO allarga le vedute
Infine, il CEO di FCA ha parlato di quello che fino a due anni fa veniva considerata pura speculazione dal management del colosso italo-americano: la collaborazione con Google/Waymo per lo sviluppo della guida autonoma va ben oltre la fornitura delle centro Chrysler Pacifica Hybrid e il futuro riserverà molte sorprese in questo senso. Il manager prevede inoltre di arrivare alla guida autonoma di livello 4 nella produzione in serie entro 5 anni, allineandosi di fatto alla concorrenza.
Più vago invece è il commento di Marchionne sulle elettriche: la tendenza è sicuramente verso l’elettrificazione del parco auto circolante e FCA si sta impegnando nello sviluppo di auto elettriche (si veda il recente concept Chrysler Portal), ma c’è ancora spazio per lo sviluppo dei motori a benzina. Per i diesel, invece, pare non ci sia scampo: secondo il CEO l’adeguamento di gran parte dei motori diesel di FCA alle normative ecologiche comporterebbe una spesa superiore a quella dello sviluppo di powertrain ibridi benzina+elettrico. Inedite prospettive, dunque, all’orizzonte di FCA, che Marchionne comunque non vedrà, in quanto ha confermato la fine del proprio mandato da CEO per il 2018. Non prima, però, di aver azzerato il debito del gruppo.