BMW, Honda e Yamaha insieme per le moto connesse
BMW, Honda e Yamaha: i tre colossi del mondo delle due ruote si uniscono per creare il futuro delle moto connesse. Grazie ad una collaborazione annunciata in contemporanea, i produttori lanciano un consorzio per la connettività e la sicurezza, consorzio

BMW, Honda e Yamaha: i tre colossi del mondo delle due ruote si uniscono per creare il futuro delle moto connesse. Grazie ad una collaborazione annunciata in contemporanea, i produttori lanciano un consorzio per la connettività e la sicurezza, consorzio aperto al quale sono invitati anche gli altri costruttori.
L’obbiettivo è espandere l’utilizzo dei sistemi C-ITS per la comunicazione fra veicoli anche al mondo delle due ruote, una mossa che rispecchia quanto in divenire nel mondo delle auto dove i produttori sono già coinvolti con la comunicazione “car2car". Si tratta di un progetto molto importante nella mobilità futuro, un progetto che mette in primo piano la sicurezza e che, nella pratica, diventa fondamentale per raggiungere la visione di una maggior sicurezza in strada. I motociclisti, infatti, sono tra gli utenti “motorizzati" più deboli della strada: in caso di incidente le conseguenze del pilota sono potenzialmente più gravi di quelle di un ciclista o un pedone poiché che va aggiunta all’equazione la maggior velocità della moto stessa.
Cosa si intende con sistemi ITS? L’acronimo di Intelligent Transport Systems indica un mondo di tecnologie per la comunicazione dei veicoli, tecnologie al momento applicate nei navigatori ad esempio, dove l’auto può ricevere informazioni in tempo reale sul traffico e suggerire al pilota l’itinerario più efficiente evitando gli ingorghi (a questo proposito vi invitiamo a leggere la recensione del TomTom Go 5100).
L’evoluzione di questa tecnologia, però, non servirà solo a farci risparmiare tempo nei tragitti ma a portare alla comunicazione tra i veicoli, i pedoni e le infrastrutture cittadine. In questo modo un’auto potrà sapere in anticipo l’arrivo di una moto che si appresta al sorpasso, fornendo quindi quella visibilità che è cruciale per evitare gli incidenti, specie nel traffico cittadino.
Come ogni motociclista dotato di buon senso e istinto di sopravvivenza sa, infatti, durante la guida nel traffico è fondamentale calcolare ogni mossa con largo anticipo, controllando che le auto che ci precedono abbiano effettivamente avvistato la nostra moto in arrivo così da evitare la spiacevole sorpresa di trovarcele nel mezzo della nostra traiettoria sulla corsia di sorpasso ad esempio.
La sfida è quindi quella di creare uno standard per portare i sistemi ITS sulle moto, sfida non solo relativa alla diffusione capillare di questa dotazione ma anche alla tecnologia da utilizzare. Le moto, infatti, necessitano di sistemi compatti, resistenti a polvere, acqua e alle vibrazioni che sulle due ruote aumentano notevolmente rispetto ad un’auto. Non resta quindi che attendere ulteriori sviluppi dai tre partner e sperare che in molti si uniscano al consorzio, al fine di creare un sistema che renda più sicura la tribolata vita in strada del motociclista.