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Suzuki Jimny 2018: recensione e prova in fuoristrada | Video

24 Settembre 2018 113

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Suzuki Jimny si rinnova a vent'anni di distanza dalla terza generazione, scegliendo la Sardegna per la presentazione dinamica in strada e fuoristrada. Prima di raccontarvelo, però, vediamo un po' di storia...

La storia di Suzuki Jimny

Suzuki LJ10 nasce nel 1970 dopo due anni di sviluppo e test volti ad assicurare ai giapponesi che quel 4x4 compatto chiamato Jimny sarebbe davvero stato in grado di affrontare di tutto. Così il prototipo fu lanciato in caduta da un metro di altezza, affrontò le sabbie vulcaniche del Fuji e, nel marzo 1970, arrivò sul mercato di casa.

Tre posti, 600 chili, telaio a traliccio, marce ridotte e assali rigidi: elementi chiave della sua capacità, molti dei quali sono stati tramandati fino alla quarta generazione. C'era però qualche differenza: il motore era un bicilindrico raffreddato ad aria da 360 cc e 25 cavalli c'erano le molle a balestra.

La prima generazione migliorò poi nel tempo: nel 1972 arrivò LJ20 con raffreddamento ad acqua e carrozzeria chiusa (il primo aveva la capote in tela), nel 1974 LH50 portò in dote un tre cilindri da 550cc e nel 1977 LJ80 vide l'introduzione di un quattro tempi raffreddato a liquido da 800 cc e 41 cavalli.

Si arriva così al 1981, anno in cui fu lanciato SJ410 pensato per il mercato globale visto l'interesse di Europa e Nord America. Jimny guadagno un quattro cilindri da 1 litro (45 CV), sostituito poi nel 1984 da SJ413con il suo 1.3 litri con basamento in allumino. Arrivarono poi servosterzo, trasmissione a cinque rapporti e sparirono le balestre in favore delle molle elicoidali e degli assali con tre punti di ancoraggio.

Il 1998 diede i natali alla terza generazione, pensata per migliorare la guidabilità in strada senza rinunciare alle prestazioni. Cambia lo stile, viene migliorato il telaio e le sospensioni per l'offroad più pesante, arriva 4x4 ALLGRIP per passare da due a quattro ruote motrici in movimento e crescono le dimensioni per migliorare l'abitabilità.

Suzuki Jimny 2018: evoluzione della specie

Se con Mini, Fiat 500 o Volkswagen Beetle i progettisti hanno omaggiato il passato nello stile applicandolo ad un progetto nuovo, con Jimny Suzuki non ha mai smesso di lavorare al progetto originale. La quarta generazione è il risultato di un'evoluzione della specie che cresce e migliora da quasi cinquant'anni a questa parte.

Il telaio è sempre a traliccio ma migliora ulteriormente nella rigidità e nella resistenza, ALLGRIP PRO consente sempre di passare in movimento da 2WD (trazione posteriore) a 4WD ma, per accontentare i fan, si è scelto di rendere manuale l'attivazione delle ridotte.

Le forme sono squadrate, perché chi guida in offroad deve sapere che dove arriva lo sguardo arrivano le linee della carrozzeria: in fuoristrada non c'è spazio per gli errori e le linee tonde e aerodinamiche ingannano lo sguardo: voi vorreste essere ingannati mentre cercate di districarvi in un bosco tra massi e alberi su un terreno viscido e poroso? Io no.

Jimny 2018 può rimorchiare fino a 1.300 chilogrammi, ha un'altezza di 1,72 metri, è largo 1.645 mm e lungo 3.48 metri (3.65 con la ruota di scorta). I cerchi da 15 pollici montano gomme 195/80 (96S).

Nuovo anche il motore (Euro 6D) che resta longitudinale, per consentire di avere angoli caratteristici degni di un Wrangler, rinuncia al diesel ma grazie all'ottimizzazione della coppia e alle ridotte è in grado di districarsi in fuoristrada meglio di un SUV moderno con dati tecnici superiori sulla carta (in termini di Nm).

Arriva così un quattro cilindri aspirato da 1.5 litri, 102 cavalli e 130 Nm di coppia massima a 4000 giri, con una coppia maggiorata nella parte più bassa dove serve. Spartani come sempre gli nterni, dove la plastica rigida fa da padrona. Difficile criticare la scelta, però, su un fuoristrada fatto per affrontare di tutto: tra sporco, fango e carichi, la plastica del retro dei sedili posteriori consente di facilitare le operazioni di pulizia. Nell'abitacolo l'assemblaggio è solido, sono presenti le classiche maniglie per tenersi (manca quella alta del conducente però) e tasti, leve e touchscreen sono grandi, facili da trovare e utilizzabili anche con i guanti da lavoro.

Tra le tante modifiche invisibili il nuovo Suzuki Jimny monta l'ammortizzatore di sterzo, si è lavorato per la riduzione degli attriti della trasmissione a quattro marce e arrivano anche la nuova leva del cambio manuale per trasmettere meno vibrazioni, rapporti ottimizzati per il nuovo motore e nuovo pattern delle marce più lineare.

Suzuki Jimny: come va in fuoristrada?

Se mi seguite da qualche tempo saprete già che ho già apprezzato il coraggio di Suzuki in passato durante la prova di Swift 4WD per la scelta di farci testare l'auto in un percorso che mettesse davvero alla prova la trazione integrale e la robustezza della vettura. Così è stato anche per Jimny, guidato per 80 chilometri in fuoristrada con fondi di ogni genere, dalla pietraia più cattiva alla cava di terra bagnata, passando per boschi, radici, sentieri e sterrato.

La prova più dura, però, Jimny l'ha affrontata in un fuori programma che mi ha convinto della robustezza del mezzo: persa la carovana, ho atteso uno degli istruttori che mi ha recuperato ad una rotonda per poi farmi tagliare attraverso un percorso sterrato così da recuperare il tempo della deviazione.

Ci siamo lanciati così in una corsa in un percorso non asfaltato, con buche e sconnessioni, spremendo al massimo il Jimny in velocità, cosa che mi ha permesso di scoprire quanto robusto sia il telaio e gli assali che hanno resistito senza alcun problema alla tortura da "rally". La rigidità del telaio è stata poi confermata dal più classico dei test: auto in twist e apertura di portiere e portellone del bagagliaio senza alcun problema.

Durante tutta la prova, gli angoli tipici di Jimny e la sua altezza da terra hanno consentito di viaggiare in fuoristrada con la massima tranquillità e senza il rischio di toccare: 210 mm di luce da terra, 37° di angolo di attacco, 28° di angolo di dosso e 49° di angolo di uscita.

Gli assali rigidi con tre link hanno consentito di gestire il mezzo in twist e, quando l'escursione non bastava, interveniva il sitema LSD, frenando la ruota (o le ruote) sospese o prive di trazione e trasferendo la coppia a quella opposta sullo stesso asse. Jimny monta due differenziali ma non quello centrale, si dimostra capace e soprattutto accessibile perché sistemi come l'assitenza alla partenza in salita e l'hill descent control, a due velocità a seconda che si usino marce alte o basse, facilta la vita ai principianti del fuoristrada.

Suzuki Jimny: la prova su strada

Rispetto al passato migliora il comfort in strada, con un rollio ridotto solo leggermente ma tipico di questi mezzi con telaio a longheroni e assali rigidi. Più importanti i progressi in termini di insonorizzazione, qualche modifica ai pannelli fonoassorbenti e il comfort acustico ne guadagna in città e nell'extra-urbano anche se il motore, specie a velocità autostradali, gira alto ed entra comunque nell'abitacolo insieme agli immancabili fruscii aerodinamici.

Altro miglioramento netto rispetto al passato riguarda lo sterzo, oggi più preciso e diretto sebbene resti il feeling tipico dei 4x4 tradizionali che non lo rende paragonabile ai SUV moderni. Ottimo il raggio di sterzo di 4.9 metri che rende Jimny agile in fuoristrada e, considerando che si tratta di un 4x4, pratico anche in città.

Jimny non è certo l'auto per chi cerca il lusso: le finiture sono nere, spartane e pratiche, i sedili anteriori sono comodi e hanno anche dei fianchetti discretamente contenitivi ma quelli posteriori non sono fatti per i lunghi viaggi. L'abitacolo e razionale, con tutti i comandi alla portata e un buon assemblaggio (vedremo se resisterà nel tempo); plastiche dure ovunque ma qualche particolare che neanche marchi più blasonati hanno: la presa USB ha uno sportellino di protezione ad esempio.

Se viaggiate in quattro il bagagliaio è praticamente inesistente (85 litri), dato che sale a 377 litri con i sedili abbattuti (fino all'altezza dei finestrini) o a più di 800 litri usando tutto lo spazio. La bocca di carico è praticamente enorme e il portellone ad apertura pneumatica funziona anche in lievissima pendenza e, comunque, in quelle maggiori, riduce lo sforzo necessario.

Realistico il consumo dichiarato da Suzuki: 7.9/8 litri ogni 100 chilometri nel ciclo combinato. A fine prova, dopo un centinaio di chilometri e una parte di fuoristrada molto allegro e senza ascoltare i consigli di cambiata della strumentazione, il risultato medio era di 8.2 l/100 km. Da rimandare ad una futura prova la valutazione sui consumi nelle percorrenze autostradali e sulla frenata ad alta velocità dato che, nell'extraurbano, in città e in offroad, Jimny ha assicurato buone prestazioni nonostante il tamburo posteriore.

La tecnologia di Jimny 2018

Insomma: dentro è spartano e pratico e fuori è una - bellissima a parer mio - scatoletta. Eppure Jimny 2018 non rinuncia alla tecnologia, semplicemente la nasconde alla vista. I proiettori anteriori sono dei Full LED con abbaglianti automatici e nel parabrezza, inclinato per ridurre al minimo i riflessi, si nasconde una telecamera con sensore laser che serve al sitema di frenata automatica, monitoraggio della corsia (passivo, avvisa ma non corregge lo sterzo), e riconoscimento dei segnali stradali che vengono replicati nel display della strumentazione. Il traffic sign recognition, tra l'altro, arriva in casa Suzuki proprio con questo modello.

Jimny sfoggia poi monitoraggio dell'attenzione del conducente, cruise control con limitatore di velocità, schermo touch da 7 pollici, presa USB, Bluetooth, comandi al volante, due prese da 12V, specchietti riscaldati e regolabili elettricamente e i sedili riscaldati.

Tutto di serie a 22.500€

Quanto descritto sopra è incluso di serie, così da mettere a tacere chi si lamenta dei prezzi degli optional. Suzuki Jimny 2018 è disponibile a 22.500€ (solita IPT esclusa), cifra che include qualsiasi colore pastello o metallizzato della carrozzeria (cinque in totale). Gli optional a pagamento sono solo due: il BiColor con tetto a contrasto (400€+IVA) e il cambio automatico a quattro rapporti con convertitore di coppia da 1.500€, sconsigliato per chi ha in programma tanto fuoristrada dato che, in alcune situazioni più estreme, poter giocare con la frizione fa la differenza.

Oltre a quanto citato sopra, la dotazione di serie include lavafari, navigatore, vetri oscurati, ruota di scorta con cover, maniglie in tinta, sensori luci, fendinebbia, DAB, alzacristalli elettrici, climatizzatore automatico e volante in pelle regolabile in altezza.

Il prezzo include 3 anni di garanzia (o 100.000 chilometri), 3 anni di assistenza stradale e 3 anni di controlli gratuiti. Due le opzioni per i finanziamenti: se si sceglie Suzuki Smile si avranno 5 anni di garanzia ufficiale della casa con la possibilità di trasferire l'estensione di garanzia al proprietario successivo. Suzuki No Problem include invece la copertura assicurativa (valore pari al nuovo per 2 anni n caso di danno totale e per 5 anni in caso di danno parziale) con auto sostitutiva per 30 giorni.


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Commenti

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Luca

Il RAV4 è un SUV. Ennesimo caso in cui la gente equipara i SUV ai 4X4 e non ne comprende le differenze, e le limitazioni, di entrambe e due le categorie, e i loro vantaggi. Io vorrei una 911 con un 1.2 turbo 4 cilindri. Sai.. per andare in città. I 4x4 non sono per la città! Guidala, e vedrai già come lo sterzo demoltiplicato, e senza ritorno, è un calvario in città. Sei abituato appunto ad un SUV.

Corrado Di martino

Dimenticavo.... Abitiamo in campagna... In cascina... In provincia di Vercelli... Quindi credo sarebbe l'ideale .. Oltre ad essere anche piuttosto modaiola... Ho solo il dubbio della trazione posteriore....

Corrado Di martino

Volevo solo fare i complimenti x la prova, la più bella e sincera che ho trovato su YouTube... Vorrei regalare il jimny a mia moglie... Che ora possiede la 500 trekking... Non è una cima alla guida ed ho solo la preoccupazione data dal fatto che sia trazione posteriore quando il 4wd è disinserito .. Crede che possa avere problemi???

Howard Wolowitz

jeep renegade?

Luca De Santis

ciao a tutti, ho visto il video, complimenti, uno dei pochissimi a non lasciarti dubbi, chiaro e sincero. Vi scrivo perché è la terza volta che entro nella concessionaria per comprare la Jimmy ma il mio forte dubbio, siccome mia moglie vuole assolutamente il cambio automatico (4 marce) in strada la velocità sia ancora di più un compromesso. Velocità ovviamente essendo un fuori strada intendo 90-100 all'ora, nel senso che non vorrei trovarmi ad andare da Brescia a Milano, strada che percorro una volta alla settimana, a 80 all'ora. Cosa dite? Vivo a Milano e il mio sogno è di prendere un fuori strada, la utilizzo principalmente su strada, direi il 20% fuori strada, allora perché comprarla? Perché ne siamo innamorati. grazie luca

Ikaro

Ma se nelle intenzioni della azienda e del compratore medio non deve andare in città chi siamo noi per giudicarli? Mi sembra assurdo anche solo parlarne...

alfri

Non la penso come te.sara anche una jeep pura,ma non per questo non puoi andarci in città.quindi una seconda motorizzazione l’avrei vista bene.poi parere mio eh.

Ikaro

Ma perché ma Jimmy non è da città, tutto qui... Il rav4 è un SUV! La Jimmy è un fuoristrada puro, cioè è come volere un motoscafo per andarci in aria, ti prendi altro....

alfri

Ignis non è come la jimny.poi scusa in città uno non si potrebbe fare una jeep?io ho una rav4 con cui mi trovo benissimo,e la uso in città.

Ikaro

Ma c'è già il modello da città, si chiama ignis... Questo è un fuoristrada!!!

alfri

visto da vivo.che dire carinissimo.mi è sempre piaciuto.peccato non abbiano fatto una motorizzazione anche da citta.non linciatemi,cercate di capire il senso.

Paul The Rock

Uno dei pochi fuoristrada "reali" rimasto... sempre perfetto!

Ngamer

lo aveva un mio amico , mitico jimMy

Gabrix93

Consuma troppo

mmhoppure

li hanno i motori diesel potevano metterlo

mmhoppure

tutto bello..a parte il motore che nell'uso realte fa 11 a litro

LowRangeMan

Effettivamente un powertrain ibrido come quello Toyota non potrebbe mai essere montato su un telaio come quello del Jimny.

L'ibrido Suzuki, invece, è concepito diversamente. Non è un motore elettrico che spinge il veicolo, ma un motore elettrico che aiuta il termico nel momento in cui c'è bisogno di potenza.

Luca Varbaro

Che dire.....chapeau....unica cosa, riguardo la disposizione longitudinale, mi riferifo al fatto che tale posizione ne aumenta l'angolo di sterzata, perciò da non tecnico ho pensato che i powertrain ibridi della casa non potessero essere allocati in tal modo su questo telaio. Comunque, mi ha convinto sul perchè della scelta della casa per questa motorizzazione. Spero di poterla testare presto. Grazie ancora per la interessantissima spiegazione, ricca di chicche a me sconosciute

LowRangeMan

Ahah, grazie!

nosafeharbor

bellissima prova, la zona di Poltu Quatu poi fa sia da cornice che da banco di prova ideale. una macchina fantastica, e i risvoltinati muti.

nosafeharbor

un applauso scrosciante per te!

LowRangeMan

Grazie mille!

Per ora in casa Suzuki i modelli ibridi sono tre: Swift, Ignis e Baleno.

Però ci vuole una premessa: il sistema ibrido Suzuki non funziona come quello di Toyota. E' molto più semplice (ma, a quanto pare, altrettanto efficace).

L'alternatore (che funge anche da motorino di avviamento e da motore elettrico) non è connesso alle ruote o al cambio, ma direttamente al motore. In discesa (o durante la marcia a velocità costante, quando i consumi sono bassi a prescindere) l'unità funge da alternatore e ricarica un pacco batteria a 48V.

Nel momento dell'accelerazione, quando l'efficienza del propulsore a benzina crolla, l'alternatore diventa un motore che aiuta, nel vero senso della parola, il propulsore a benzina.

Ciò ha consentito, mantenendo i prezzi bassi e la semplicità di un'auto tradizionale (o quasi) come la Swift, di portare i consumi a soli 4 litri per 100 KM. 25 KM al litro su un piccolo benzina da 115 cv, risultati inimmaginabili. Ovviamente parliamo di test indipendenti, non di consumi dichiarati. In ciclo prettamente urbano, invece, i consumi si attestano a 17 / 18 KM/l. Una media che solo i piccoli diesel riuscivano a raggiungere, che però oggi non esistono più a causa delle restrizioni sull'inquinamento.

Il sistema ibrido va anche a vantaggio delle prestazioni: la Swift con il 1.2 aspirato arriva a 100 all'ora in 10 secondi, mentre la Ignis con il 1.0 Boosterjet fa anche meglio, 9,8 secondi.

Ora passiamo al Jimny..

Il sistema ibrido, intanto, lavora a 48V, un valore relativamente basso, ma neanche tanto quando si parla di isolare l'impianto dall'acqua e dal fango. Il problema ingombri non penso conti più di tanto, perchè il 1.0 boosterjet hybrid è davvero piccolo, anche nella sua variante ibrida.

Presumo che uno dei problemi principali possa essere il posizionamento del pacco batterie, che nel resto della gamma Hybrid è sotto al sedile del guidatore, in un vano appositamente studiato. Troppo in basso per il Jimny.

Su queste auto il tutto è progettato per resistere a condizioni estreme, e tutto l'impianto elettrico è posizionato nella parte alta del cruscotto, onde evitare contatti accidentali con acqua, fango o altri elementi naturali del tutto accettabili su un fuoristrada.

Una batteria posizionata sotto al sedile salterebbe al primo guado serio.

Per il resto dei punti, andiamo per ordine:

1) Al momento il sistema Hybrid non è associato solo a motori turbo, come il 1.0 BoosterJet. C'è anche il 1.2 aspirato, ma si tratta di un'unità prettamente stradale.
Il nuovo 1.5 del Jimny ha coppia a 4000 giri, e ne sviluppa 130 nm, con una curva di coppia omogenea che permette anche un bel tiro ad alti regimi. Il 1.5, data la cubatura maggiore, da poi quella sensazione di "presenza" che mancava sul vecchio Jimny, che era 1.3. Il motore "non si sentiva" neanche pestando.

2) Il 1.0 BoosterJet da 111 cv ha ben 170 nm di coppia, ma ha due problemi:

- E' turbo, e qui torniamo al discorso dei diesel. Le turbine scaldano (quelle dei benzina scaldano da morire, soprattutto in accoppiata con motori piccoli) e poco vanno d'accordo con eventuali guadi.

- Ha coppia massima a 2000 giri / minuto, 200 nm, ma la curva di coppia è chiaramente stradale, calando già a 3500 giri. Il motore, insomma, punta a spingere la macchina in quel regime di giri che si usa sempre su strada, ma che poco è adatto ad un fuoristrada, sul quale il motore supera spesso i 3500 giri a causa delle marce corte e delle ridotte.

La collocazione longitudinale secondo me c'entra poco con la scelta di non inserire l'ibrido. Un altro elemento fondamentale è quello del prezzo.

Il Jimny è unico. Un Pajero costa 30mila euro ed è enorme, il Wrangler anche, il Defender è fuori produzione ed è comunque gigantesco. Non ci sono altri fuoristrada sotto i 4 metri con le capacità del Jimny. Anzi, al momento mi azzardo a dire che non ci sono altri fuoristrada con le capacità del Jimny in assoluto. Ovviamente parlando di nuovo, non di usato. Il Wrangler, pur andando altrettanto bene, è gigantesco, e poco si abbina alle nostre stradine e sentieri.

Il Jimny costa 10mila euro di meno, ma è anche piccolo e poco sfruttato internamente. Doveva costare "poco", e per costare poco deve essere semplice. Tra l'altro un 1.5 aspirato da la sensazione di essere facile da mantenere, facile da riparare e, soprattutto, economico nella manutenzione. E in parte è anche vero.

Piazzandoci sotto un 1.0 turbo con sistema ibrido (ma anche senza) il prezzo sarebbe aumentato di parecchio. Anche proponendo più motorizzazioni il prezzo sarebbe salito, soprattutto per questioni logistiche, essendo comunque un'auto che, a livello oggettivo, "vende poco".

A quel punto più di una persona potrebbe decidere di virare sull'usato o su un altra tipologia di auto.

Tra l'altro la qualità di questa macchinina, immaginando che siano stati superati gli ottimi livelli della precedente versione, è davvero ottima. Gli interni sono spartani, ma la qualità dei componenti, dalle plastiche ai lamierati della carrozzeria, è davvero di alto livello.

Tutto ciò, unito ad un ottima trasmissione, aumenta i prezzi già a livelli medio-alti (20mila euro non sono pochi per una macchina tanto piccola). Alzarli ulteriormente, come già detto, sarebbe stato fuori discussione.

Per tradizione, inoltre, il VERO Jimny ha sempre avuto motori aspirati, co una sola eccezione. Si parla di un SJ410 con motore turbo da 700cc e, indovina indovina, DUE TEMPI.

Gli altri fuoristrada Susuzki dotati di turbina vengono dalla Spagna, dalla Santana Motors, che li produceva in licenza.

Il Samurai 1.9 e 1.9 TD erano Santana, il Jimny diesel DDiS era Santana. Il Jimny, insomma, è aspirato. In molte parti del mondo il vecchio Jimny veniva venduto, oltre che con il 1.3 che avevamo pure qui, un 1.6 e un 1.9 (sigle M16A e M19A, dove il 1.3 era M13A). Qui non sono mai arrivati, per una questione assicurativa e di consumi (pensa mantenere un 1.9 a benzina aspirato...).

Piccola curiosità. L'ultimo Jimny Made in Japan ad avere una versione cabrio è stato il Samurai. Il vecchio Jimny, che in tanti si ricorderanno cabrio, era prodotto solo ed esclusivamente da Santana e solo per il mercato europeo. Era un Jimny copia, autorizzato dalla Suzuki, ma ben distante dall'originale giapponese.

Non c'era l'aria condizionata, cambiava la qualità degli interni, della lamiera...

Anche per questo non avremo un Jimny diesel, ne tanto meno un Jimny cabrio. Santana è fallita nel 2011, e Suzuki dovrebbe importare in giappone dei motori diesel europei (Suzuki, come già detto, non li produce) per montarli in Giappone e poi rispedirli in Europa con le auto. Decisamente fuori discussione, così come è fuori discussione comprare dei propulsori a gasolio per il solo Jimny. In Italia il diesel è una necessità, causa prezzi elevati della benzina, altrove no, quindi sarebbe un prodotto estremamente di nicchia, soprattutto oggi, periodo di piena lotta al diesel, in parte ingiustificata.

Ai tempi di Santana i motori diesel per il Jimny arrivavano direttamente dalla Spagna, da Valladolid, e non lasciavano nemmeno la nazione, essendo Santana spagnola. Una catena molto più facile da mantenere.

Un'altra piccola chicca sulla questione gasolio.

Il FAP (filtro anti particolato) è collocato davanti al motore (o di fianco, in caso d motori piazzati longitudinalmente), dal lato dei collettori di scarico. Questo perchè il lato caldo del motore aiuta il FAP a riscaldarsi velocemente e a funzionare a dovere.

Se ben vi ricordate, i primi FAP avevano problemi di diluizione dell'olio dovuta alle inezioni maggiorate durante le rigenerazioni. Per far fronte al fenomeno, i FAP moderno dispongono di un iniettore dedicato, piazzato a monte del FAP stesso, che consente di raggiungere temperature altissime, nell'ordine dei 600 gradi, per accelerare la rigenerazione.

Il FAP è molto in basso nel vano motore, diciamo all'altezza del paraurti anteriore, e il suo contatto con l'acqua durante una rigenerazione potrebbe avere effetti abbastanza devastanti..

Luca Varbaro

Complimenti, bellissima e approfondita disamina....nell'ultima parte parla degli ottimi ibridi presenti in casa. Secondo Lei, come mai non si è pensato a questa scelta? Nel senso.... rimanendo perfettamente d'accordo sul perchè dell'utilizzo di questa unità sul veicolo come da lei esaurientemente spiegato, chiedo.. la tipologia dei turbo ibridi mal si sposerebbe con una collocazione longitudinale su questa unità? Se fattibile tecnicamente invece, secondo lei più avanti potremmo aspettarci da Suzuki nuove possibilità di scelta sulle motorizzazioni?

Desmond Hume

Faccio i complimenti al Luigi Melita per la prova. 13minuti davvero scorrevoli.

Emanuele

Ma i famosi incentivi rottamazione ?

ironmel

Confermo che arriva a inizio 2019

ironmel

Dipende dai concessionari ma lato Suzuki posso dirti che non hanno previsto offerte lamcio

Talos

Che risposta è? Il mio è un riscontro diretto.

LowRangeMan

Sono un fuoristradista, ho avuto svariati Defender e, al momento, ho un Suzuki SJ410 del 1982 E un Jimny del 2015. Questo è il salto in avanti che ci voleva, e sono sicuro che venderà davvero tanto.

Un vero fuoristrada, con il telaio da vero fuoristrada, tantissimi preparatori capaci di fare modifiche e di omologarle alla MCTC. Motori semplici, senza turbine e altri intoppi alla semplicità, estetica rinnovata ma sempre molto old-school... Insomma, hanno centrato in pieno.

Per quanto riguarda la versione a gasolio, ecco perchè non ha assolutamente senso su un mezzo simile:

1) E' leggero, e la coppia in basso in fuoristrada serve a poco, visto che si usano spesso le ridotte, e non ci si può permettere un motore morto oltre i 3000 giri. Ecco perchè i fuoristrada hanno motori con coppia alta, tra i 3500 e i 4500 giri.

2) Il diesel è complicato. Filtri gasolio anti-acqua, pompa ad alta pressione, common rail, turbina... Avete presente fare un guado in un fiume mezzo ghiacciato con una turbina che sta a 300-400 gradi di temperatura? Gli stress termici sarebbero altissimi. Su questi mezzi serve un aspirato semplice e resistente, con meno elettronica possibile per evitare problemi in caso di guadi.

3) Queste sono auto pensate per percorsi lenti e tortuosi, non per fare autostrade e tangenziali. Avere un diesel significherebbe avere il FAP, ormai obbligatorio per rientrare nelle normative Euro6b Temp, perennemente intasato. L'alternativa sarebbe usare un catalizzatore ad urea, ma ciò aggiungerebbe complessità, costi e peso, le cose da evitare su un fuoristrada. Il FAP, inoltre, non gradisce le "docce fredde", quindi di nuovo problemi con neve e guadi.

4) Su un fuoristrada fa comodo avere un ampio range di giri da sfruttare. Un piccolo benzina come quello del vecchio Jimny (penso che il nuovo sia identico), mura a 6500 giri e limita a 7000. Un diesel arriva a 4500 e già è soffocato da un pezzo, causa scarsa efficienza della turbina. E che facciamo, ci mettiamo un bi turbo a geometria variabile? Naah.

5) Se avete mai aperto il cofano di un Jimny, avrete sicuramente notato come il principale punto di forza sia sicuramente lo spazio. Ti ci infili dentro in piedi e raggiungi tutto. Avete invece mai aperto il cofano di un Defender o di un Jimny DDiS? Sono talmente compattati che per lavorare ci vuole un'officina attrezzata, cosa PESSIMA quando sei a 3000 metri con -15 gradi e hai bisogno di una riparazione al volo. Su un benzina aspirato non c'è benzina ad alta pressione, ne turbine e/o pompe che girano a decine di migliaia di giri al minuto e occupano tanto, tanto spazio. Un fuoristrada con un cofano che respira bene è fondamentale.

6) I motori a gasolio PESANO e hanno cubatura maggiore. Ciò porta ad una stabilità molto diversa a mezzi che dietro sono leggeri per natura. A meno che non siano appositamente progettati come trattori, vedi il Defender, un motore diesel su una macchinetta simile farebbe perdere tutto il piacere di guida in fuoristrada, soprattutto in discesa o su fondi molto sdrucciolevoli, fango in primis.

7) E questo punto non è da poco: Suzuki produce TUTTI i motori in casa, ma non ne produce a gasolio. Infatti usava i Renault e i Fiat, che rivendeva come DDiS. Ottimi motori, per carità, K9K a parte, peccato che si sentiva lontano un KM il senso di arrangiamento. Su una Suzuki tutto è calibrato al millesimo di grammo o di mm, con un motore esterno questo non si può fare. Tra l'altro, non avendo a listino nulla se non benzina e ibride (ottime ibride, tra l'altro), sarebbe stato assolutamente sconveniente aprire un contratto con una casa esterna per dei motori diesel da montare sul Jimny, soprattutto ora che i diesel piccoli stanno scomparendo, essendo ormai esclusiva delle segmento B, C e D / E.

Anche la questione della variante cabrio è molto simile.. Il mio 410 è cabrio, e se si ribalta senza roll bar son tutti caxxi amari. O mettevano sotto un roll bar, oppure penso proprio che non sarebbe stato possibile omologarla.

Scusate il papiro, spero di avervi dato informazioni utili.

Se avete domande, non esitate a chiedere!

LowRangeMan

Scolta, chi compra un fuoristrada con telaio tubolare, senza scocca autoportante, con ridotte a leva e due ponti rigidi non lo fa per andare a fare la spesa e, se lo fa, questa è sicuramente una circostanza occasionale, dovuta magari alla mancanza della prima auto.

Questa è un'auto specifica pensata per un utilizzo specifico. E' talmente estrema (un po' come lo era il Defender o come lo è la Wrangler) che se la compri lo fai proprio per le sue peculiarità.

Poi sono sicuro che tante persone lo compreranno per andare a fare la spesa, ma quello è un problema loro, non di chi produce la macchina, che non si rivolge a quel target.

Sarebbe come se domani si diffondesse la moda di andare a far la spesa con l'Iveco Eurocargo. Mica è colpa di Iveco :D

Che poi, parliamone, questa consuma sempre meno di un Q7, Q5, e se abiti a Milano sai quanti ne vedi?

Io ho un Jimny della scorsa generazione, del 2015, con il 1.3 dual camshaft, 16V, 86cv. Come utilizzo misto urbano fa i 13, non è assolutamente ingestibile. Certo, è una seconda auto, non una prima.

skylineeeeeeful

ma tu l'hai trovato in pronta consegna? da queste parti i primi arriveranno a fine dicembre/inizio gennaio, indipendentemente dal cambio

Emanuele

Si.. L'automatico ho sentito che dovrebbe arrivare a gennaio

skylineeeeeeful

cambio manuale, vero?

Fabios112

Sicuro? Quel 1.5 105cv aspirato mi puzza di 10km/l. In concessionaria mi han detto che fa i 12, quindi sicuramente farà anche meno dei 10.

Emanuele

genova

Enrico Tofani

Posso chiederti dove?

Rael

Suzuki shut up and take my money!

Top Cat

Non faccio fatica a crederlo.
Dava impressione di potenza.

eric

...stesso consumo che facevo col Toyota Land Cruiser in città.....tra i 9 e 10 kml

eric

...si vede che non hai mai avuto nè guidato un Jimny in vita tua .....
ed è ovvio che non conosci la differenza tra una trazione integrale permanente (Panda) e quella inseribile alla bisogna con tanto di ridotte.... :)

TLC 2.0

non è un auto da città, è proprio un fuoristrada (marce ridotte ed autobloccante ti dicono niente?)..i nuovi diesel non sono concepiti per l'utilizzo in montagna, troppo delicati e troppo complicati da riparare..fosse stato un "naftone" come i vecchi Patrol, Defender, Ranger ed L200, allora si che avrebbe avuto senso..ma con i nuovi diesel, tra FAP e compagnia bella, alla prima salita rimarrebbe li e dovrebbe venire un trattore a tirarlo

TLC 2.0

se pensi che ha 28 anni quella macchina, e ha sotterrato parecchie altre macchine della mia famiglia durante tutti questi anni..beve come Homer Simpson ma cavolo se cammina..in fuoristrada "serio" è inarrestabile, specie con le ridotte inserite e le ruote tassellate

TLC 2.0

eh lo so..però cavolo se tira, è un trattore quel motore..non si ferma mai, è indistruttibile

ironmel

XD

ironmel

Ho risposto su YouTube, non è questione di demonizzare, è questione di finezze da impallinati ;)

ironmel

Invidiaaaaa

ironmel

Sulla cabrio Suzuki è stata abbastanza chiara: fare un nuovo JIMNY è stato un "atto di amore"...Ok l'amore per il passato, ma farlo anche cabrio rischia di diventare dispendioso.

Luca Varbaro

La più bella video recensione fino ad ora vista... complimenti! Per quanto concerne il veicolo, sono solo perplesso sul powertrain...in casa Suzuki ci sono degli ottimi ibridi che avrebbero potuto essere sfruttati... comunque per 22.500€ si sarebbe anche potuto prevedere un bracciolo portaoggetti centrale e magari come optional un tetto panoramico. Sognando una versione cabrio sono in attesa di fare un test drive. Spero che casa Suzuki più avanti permetta una.maggiore personalizzazione, penso agli accessori presenti per il mercato locale di nascita del del veicolo.

Emanuele

mi sono fatto fare un preventivo.. 21k chiavi in mano senza dare dentro niente? qualcuno ha strappato qualche prezzo migliore?

Ikaro

Non sono per la stessa clientela...

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