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Citroen C3 1.6 BlueHDi, la prova su strada dell'auto con gli Airbump | HDtest

Ci sono momenti in cui devi dare un taglio con il passato, come avvenne quando gli ingegneri ed i designer Citroen decisero di stravolgere uno dei modelli più di successo per il marchio e dare vita alla nuova Citroen C3. Sembra più alta di ciò che è in

Alessio Frassinetti
Alessio Frassinetti
Pubblicato il 30 apr 2017

Ci sono momenti in cui devi dare un taglio con il passato, come avvenne quando gli ingegneri ed i designer Citroen decisero di stravolgere uno dei modelli più di successo per il marchio e dare vita alla nuova Citroen C3. Sembra più alta di ciò che è in realtà e questo grazie ad un attento studio delle proporzioni e dei dettagli estetici che rendono la C3 un’auto rialzata, quasi un SUV, senza però appartenere del tutto a questa categoria.

Si gioca tutto a prima vista

Il risultato dello stravolgimento di cui parlavamo in apertura è un’estetica che si ama o si odia. Oppure metà e metà. E’ talmente particolare e simpatica che incuriosisce e costringe a guardarla per un po’ in attesa di capire se vi piace o meno.

E oltre ai gruppi ottici su due livelli – che in futuro rivedremo anche su altri marchi – e ai passaruota in plastica nera spiccano gli Airbump. Inserti composti da cellule piene d’aria che (in teoria) dovrebbero proteggere l’auto dai piccoli urti quotidiani, specialmente in città.

Sono comunque optional sugli allestimenti più economici e, nel caso scegliate la più ricca Shine, possono essere rimossi senza sovrapprezzo al momento dell’acquisto. Non è finita qui però, perché grazie a 36 combinazioni disponibili tra colore carrozzeria e tetto, è possibile creare la “propria" Citroen C3 e darle la personalità che si preferisce, a cui aggiungere anche adesivi e disegni sulla carrozzeria.

Quell’assetto divora-buche

Ma non è solo l’aspetto curioso a giocare a favore della Citroen C3 poiché l’assetto è uno di quelli più efficaci nel segmento. Per efficaci si intende capaci di assorbire le sconnessioni e le buche delle città, senza però rinunciare ad un appoggio in curva che è sempre buono. Niente di sportivo per carità, ma affrontando un viaggio autostradale l’auto è sempre stabile nelle curve ad ampio raggio e non rivela perdite di aderenza improvvise.

Questo è uno degli aspetti che rendono la Citroen C3 un SUV senza diventare mai impegnativa quanto un “vero SUV". Certo questa parola è stata fin troppo abusata nel tempo e trovare un vero e proprio SUV è cosa rara oggigiorno, quindi potremmo quasi definire questa C3 un “SUV 2.0", capace di ammaliare i clienti più alla moda con uno stile inconfondibile ma anche una guida rilassante e che trasmette fiducia.

Il 1.6 BlueHDi campione di consumi

Così rilassante che usarla tutti i giorni non è solo una necessità – del resto chi compra un’auto di questa categoria e dimensioni (3.996 mm in lunghezza x 1.749 mm in larghezza x 1.474 mm in altezza) la utilizza spesso come prima auto – ma anche un piacere. Il motore è un 1.6 BlueHDi e consuma davvero poco poiché arriva a percorrere medie totali di circa 18 Km al litro con un po’ di attenzione.

Contando la potenza (100 CV) e la coppia massima erogata (254 Nm a 1.750 giri/min) sono risultati molto buoni. Merito principale va alla rapportatura del cambio che predilige la guida a bassi giri e all’iniezione diretta di carburante ovviamente, sempre utile per non sprecare nemmeno una goccia di carburante.

Il motore quindi sonnecchia sui 1.500 giri ma si risveglia pronto quando si affonda il pedale del gas. Oltre i 2.500 giri tornano al galoppo tutti e 100 i cavalli vapore (sembrano addirittura di più) e diventano fondamentali per affrontare sorpassi impegnativi o accelerazioni improvvise come nel caso di un’ingresso in autostrada.

Il bagagliaio è da record

La capacità del bagagliaio è da record per la categoria: 300 litri di capienza minima. Di contro però lo spazio per chi siede dietro non è moltissimo se i passeggeri sono di una statura elevata, complice anche la presenza del tetto in vetro panoramico opzionale (600 euro) che leva centimetri utili sopra la testa.

Prezzo un po’ salato

L’auto della nostra prova supera di slancio i 20.500 euro – il listino per questo motore e allestimento Shine parte da 18.400 euro – ed è dotata di tutto. I prezzi partono però da 13.500 euro per la 1.2 a benzina da 68 CV mentre i diesel hanno un costo minimo di 16.250 euro in allestimento Feel e motorizzazione 1.6 da 75 CV.

Si paga (non poco) una personalità estetica davvero accattivante e la presenza abbondante di optional da prima della classe. Manca la frenata d’emergenza automatica ma c’è il monitoraggio dell’angolo cieco, molto utile nel traffico cittadino. Forse la pecca maggiore è il costo elevato degli accessori non inclusi di serie come e l’obbligo all’acquisto di pacchetti piuttosto che il singolo optional. Un esempio: per acquistare la telecamera di parcheggio bisogna comprare anche la ConnecteCam, prezzo 500 euro.

Resta comunque una delle più interessanti del segmento sia per doti dinamiche che estetiche (nonostante il gusto estetico rimanga soggettivo, bisogna riconoscerle una forte personalità) e anche per dotazione e abitabilità. Voi la comprereste?

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