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Renault Twizy: Il test drive di HDmagazine.it

Siete in giro per strada e nessuno vi guarda? Vorreste che oltre alla Porsche del guidatore alla vostra sinistra, le ragazze guardassero anche la vostra quattro ruote? Avete due possibilità: o comprare una Lamborghini, ma in questo momento storico il

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Pubblicato il 22 giu 2012

Siete in giro per strada e nessuno vi guarda? Vorreste che oltre alla Porsche del guidatore alla vostra sinistra, le ragazze guardassero anche la vostra quattro ruote? Avete due possibilità: o comprare una Lamborghini, ma in questo momento storico il portafogli ha altro a cui pensare, oppure pensare alla Renault Twizy.

Certamente, non arriverà alle velocità di punta della Gallardo, ma quando la vostra Lambo dovrà girare evitando zone a traffico limitato, o magari le vie del centro, con la Twizy potrete tirare dritto, sfrecciando a velocità controllata là dove i bolidi non passano e i vigili pregustano un’altra multa da comminare. Renault Twizy è così: ti fa sentire bene anche solo quando sali per guidarla, in posizione centrale come fosse una monoposto da Formula Uno. In realtà, rispetto alle Ferrari va molto meno, ma non è in questione la velocità massima qui.

Qui si parla di possibilità di impiego, di attenzione all’ambiente, e in generale di un mezzo alternativo che magari non può sostituire lo scooter, ma che riesce a rimpiazzare l’automobile, sempre più ostracizzata dalle grandi città. Renault Twizy è una piccola vettura con quattro ruote e ammortizzatori indipendenti, che può ospitare oltre al guidatore un passeggero alle sue spalle (come un jet), e che viene proposta da Renault nella versione 80 (17 cavalli, 125 cc di cilindrata “virtuale" per i riferimenti normativi, velocità massima 80 chilometri orari) a circa 8.000 euro e nella versione 45 (9 cavalli, 50 cc di cilindrata “virtuale" per i riferimenti normativi, velocità massima poco meno di 50 chilometri orari) a poco meno di 7.000.

Completamente elettrica, si carica in tre ore e mezza e ci consente un’autonomia di 80 chilometri, che in città bastano e avanzano. Coperta, ricorda vagamente un golf kart, anche se qui abbiamo gli anabbaglianti, le frecce, la luce dello stop e le cinture di sicurezza. Da guidare è semplicissima. Questo monomarcia ha il pedale dell’acceleratore e quello del freno, non assistito (e quindi vi sarà richiesta maggiore pressione rispetto a una vettura comune). Nel traffico, consente di svicolare nelle arterie di media grandezza, e prevede una ovvia praticità inferiore in questo senso agli scooter.

Rispetto a una vettura con motore a scoppio, questa Twizy è ammirata, guardata da tutti, specialmente da chi è alla guida di quei motorini bruciati in partenza dalla versione 80 (mentre la 45 ha comunque un buono spunto, pur viaggiando in crociera a non più di 45 chilometri). Giocando con l’acceleratore, cercando di tenere il più costante possibile la velocità, Renault Twizy consente di sfruttare un’autonomia di 80 chilometri.

Il cruscotto ci dà tutte le informazioni del caso: la velocità, la carica residua, l’utilizzo dell’acceleratore, i chilometri residui, e l’ora. Quando anche l’ultima tacca scompare, Twizy taglia l’erogazione della potenza. Si possono comunque raggiungere le velocità massime, ma senza il brio consueto.

In questi casi, o si cerca una colonnina per la ricarica (nelle grandi città iniziano a spuntare), o si rientra nel proprio garage, dove sarà possibile sfruttare una normale presa di corrente a 220v (nel vano preposto ci sono tutti gli adattatori). La posizione di guida è elevata, e siamo anche protetti dal parabrezza con tergicristallo, una manna nei giorni invernali (ma l’acqua di stravento entra…..ecco il perchè dei fori su sedili e pavimento).

La twizy è pure disposta di due paratie laterali (optional), che aumentano la protezione dagli agenti atmosferici. La domanda più ricorrente durante il corso del test è stata: ma perchè non ci hanno messo i finestrini? Semplice, in Renault avrebbero dovuto studiare anche un sistema di climatizzazione che invece non esiste. Il sedile è comodo, e pur sentendo in maniera forte le asperità dell’asfalto è da sottolineare una certa comodità… E poi, anche se fossimo scomodi, l’importante è comunque essere guardati e non inquinare localmente no?

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