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Arrival Van: furgone elettrico che cambia tutto. Tesla dei veicoli commerciali? | Video

La Tesla dei furgoni elettrici? Ecco perché e come è fatto Arrival Van per l'Italia

Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 1 dic 2021

Arrival Van non è l'ennesimo furgone elettrico dedicato al trasporto e pensato, ad esempio, per agevolare i corrieri nell'accesso alle aree urbane sempre più elitarie in termini di permessi legati all'inquinamento locale. 

Materiali, piattaforma, componenti: tutto è modulare e pensato per semplificare produzione e manutenzione: le micro fabbriche (micro-factories) sono definite da Arrival esse stesse un prodotto e all'interno della tech company inglese ci sono le divisioni dedicate a materiali, software, guida autonoma e via dicendo.

APPROCCIO CIRCOLARE E INNOVATIVO


Innanzitutto si tratta di un progetto nuovo, creato da zero da una startup inglese che ha messo ufficialmente piede in Italia con l'evento di presentazione a Milano. Creare un furgone da zero significa anche riscrivere le regole a cui l'automotive tradizione ci aveva abituato: un esempio? I pannelli che lo compongono e proteggono il carico sono in materiale composito perché Arrival li ha pensati come facilmente sostituibili e riciclabili. 

Stacchiamoci da concetto di auto passeggeri e ragioniamo come un fleet manager, quella figura che gestisce la flotta di mezzi aziendali e che deve ottimizzare i loro costi. Quel che conta è avere un mezzo affidabile, in grado di ridurre i tempi di fermo per manutenzione e che, possibilmente, ci costa poco quando siamo costretti a riparare una delle sue componenti. 


Abbandonare le lamiere classiche, da verniciare e trattare, permette di sostituire facilmente uno dei componenti esterni in caso di urto o danneggiamento. Questo riduce i costi, riduce i tempi e abbraccia l'economia circolare perché i pannelli possono essere completamente riciclati. Inoltre, come anticipato da Ford con il suo Transit elettrico, con la manutenzione pro-attiva tramite connettività integrata e gli aggiornamenti OTA si può avere un mezzo che arriva in officina con una "scheda" che indica già dove bisogna intervenire.  Un ulteriore risparmio in termini di tempo. 

Il pannello anteriore, infine, permette di accedere da un unico punto a tutta la parte di gestione dei (pochi) liquidi necessari per il funzionamento del mezzo. 

TECNICA MODULARE


Modulare in tutto, anche nell'allestimento e nella parte tecnica. Si sceglie la versione e si può arrivare ad una volumetria che va da 10 17 metri cubi. Le batterie vanno dai 67 kWh per i modelli più compatti e cittadini, ai 111 kWh per quelle flotte che necessitano di maggiore autonomia o hanno a disposizione tempi di fermo per la ricarica inferiori, magari perché lavorano su più turni con uno stesso veicolo. Nel mezzo è disponibile anche la versione da 89 kWh. 

Con 111 kWh si raggiungono 300 km di autonomia dichiarata per la carica al 100% (ciclo WLTP) e con la versione d'ingresso di parte da 180 km. Parlando di ricarica, invece, in corrente continua la potenza supportata è di 120 kW mentre in AC il caricatore trifase da 11 kW è di serie. Per tutte la velocità massima è limitata a 120 km/h


Tre altezze: 2,7 metri per chi necessita di camminare all'interno del vano di carico, 2,4 metri per la versione intermedia e meno di due metri per chi deve accedere in aree con restrizioni di altezza. La lunghezza arriva fino a 5,8 metri e Arrival ha promesso che ogni variante nella sua gamma avrà più spazio di qualsiasi veicolo commerciale termico di pari categoria. 


Con il modello d'ingresso, infatti, pur avendo una batteria maggiorata rispetto a molti concorrenti (67 kWh), Arrival mantiene la capacità di carico di 1 tonnellata come le versioni termiche equivalenti. 

ABITACOLO: ISPIRAZIONE TESLA E CHIAVE NFC


All'interno sembra la Tesla dei veicoli commerciali: l'abitacolo mette a disposizione del conducente uno schermo da 15,6" al centro del cruscotto e lascia libera la parte dietro al volante: tutto trova posto nel display che ha una grafica pulita che non può non ricordare quella delle elettriche di Elon  Musk e servirà a gestire anche la parte dedicata alla produttività visto che si parla di un sistema aperto alle app di terze parti. 

La chiave è digitale tramite tecnologia NFC con un keyfob (o un accessorio programmabile) oppure tramite lo smartphone

Per la sicurezza ci sono poi gli ADAS che ruotano intorno ad una suite hardware con due radar (anteriore e posteriore), cinque videocamere e i sensori ultrasonici 360 gradi: frenata automatica d'emergenza, mantenimento della corsia, cruise control adattivo, monitoraggio degli angoli ciechi e, dove previsto, una dashcam integrata che serve per le funzioni di sicurezza e per l'assicurazione. 


Arrival ha nel mirino anche la guida autonoma e ha recentemente completato i primi test con il "robopilot", un modello privo di conducente che operava all'interno di una flotta per un centro di logistica su strade non accessibili al pubblico.

La combinazione tra abitacolo minimalista e suite di ADAS è pensata per massimizzare la sicurezza alla guida e la piattaforma, con una linea del cruscotto molto bassa che permette di migliorare la visibilità e una notevole riduzione degli sbalzi vista l'assenza del cofano motore, contribuiscono a posizionare il conducente in una posizione dalla quale domina sia la strada, sia il veicolo. 

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