
20 Gennaio 2022
Mentre i cieli si preparano ad essere attraversati da super droni e auto elettriche volanti, i laboratori della Northwest University stanno finalizzando un esperimento che potrebbe rivoluzionare i processi di monitoraggio aereo.
Gli scienziati hanno progettato un microchip alato delle dimensioni di un granello di sabbia, candidato a diventare il dispositivo volante più piccolo mai sviluppato, che è in grado di planare percorrendo grandi distanze.
A rivelarlo è la rivista Nature, da cui si apprende che i mini-chip, progettati con materiali biodegradabili per essere trasportati dal vento limitando l'impatto ambientale, potrebbero essere utilizzati con diverse finalità, ad esempio per monitorare il tasso di inquinamento atmosferico e la diffusione delle malattie. Essendo dotati di chip, sensori e piccole antenne, questi minuscoli oggetti possono trasmettere dati in modalità wireless. Un fatto curioso è che la tecnologia di telerilevamento utilizzata per la loro ideazione è la stessa sviluppata dalle forze armate statunitensi durante la guerra del Vietnam.
I dispositivi sono stati realizzati traendo ispirazione dall'aerodinamica dei semi degli alberi e delle piante in generale, come quelli di pioppo o di dente di leone, quando vengono disseminati dal vento volteggiando lentamente in modo da diffondersi il più lontano possibile dalla pianta madre e poter quindi garantire la riproduzione della specie (un processo che la scienza chiama "disseminazione anemofila"). Dopo studi e simulazioni, la squadra di studiosi è riuscita a individuare un design funzionale che garantisse di poterli cospargere mantenendo un atterraggio puntuale e controllato. A colpo d'occhio la loro forma, che è ciò che permette loro di ruotare in modo funzionale, ricorda quella di una stella a tre punte.
Come confessato da John Rogers, professore della Northwest University che ha partecipato alla realizzazione del progetto, il team è stato in grado di realizzare dispositivi che, nella fase di caduta, mantengono una traiettoria più stabile e una velocità terminale più lenta rispetto ai semi delle piante a cui si sono ispirati. "Pensiamo di aver battuto la biologia", ha commentato lo studioso.
Rogers ha aggiunto che i chip volanti potrebbero anche possedere capacità di volo attive, per evitare che si limitino a un'attività passiva come quella dei semi ma che possano al contrario "volare via come una mosca".
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Commenti
"Il primo caso è chiaramente un errore di battitura"
Un classico.
È sempre un errore di batitura (altri preferiscono usare il termine "refuso").
Vorresti farmi credere che ti pagano così poco che non ti prendi neanche la briga di leggere l'articolo che hai scritto.
Uhm... difficile credere che non abbia speso neanche 1 minuto per rileggerlo prima di pubblicarlo.
Quindi non può essere solo "un errore di battitura", sennò l'avresti corretto.
Però, se ti fa sentire meglio raccontarla così...fa' pure.
"forze armate statunitense"
Guarda che non è che deve finire tutto necessariamente per "e".
Il plurale può finire per "i".
Il dente di leone non è un albero
Usa le maiuscole per i nomi
Dente di Leone, Pioppo.
Piccola greta...
forse è come dici tu...
magari ricordo qualche seme in particolare che aveva quella caratteristica nella caduta... :)
forse semplicemente ricordo male! :(
gli altri da te indicati sono altri ancora e me li ricordo ma sono proprio altra cosa...
Guarda chissà.
Forse qualche seme sarà fatto anche come dici. La natura adotta soluzioni estremamente differenziate.
Non direi in generale.
Gli unici semi che si "ancorano" in media sono quelli che si fanno trasportare dagli animali e hanno degli "uncini" per restare attaccati al pelo.
si questo ok ma ricordavo che un minimo di velocità in atterraggio servisse per "ancorarsi" al terreno...
non so se sono riuscito a spiegarmi...
però probabilmente ricordo male...
quello è cingHIalato
No. serve solo a far rallentare la caduta, ma non per non danneggiare il seme, ma perché più è lenta la caduta e più un altra folata può spingerlo più lontano.
quello è cingolato
ma no, che perfoazione. si adagia sul terreno, poi il vento, la polvere, la pioggia etc etc... fanno si che il seme inizia la sua avventura. Mica tutti i semi germogliano
è lo stesso microchip che mettono dentro ai vaccini?
Sono le spie con cui il Fiocco rosso ha raccolto i dati sui Sayan per fare i cyborg!
Questa è l’informazione che ci piace su questi siti. Complimenti Greta!
la darpa è avanti almeno 50 anni rispetto alla nostra conoscenza
La velocità terminale dei semi non deve essere tale da favorire la perforazione, almeno un minimo, del terreno?
Domanda tra la curiosità e le antiche reminescenze...