Guida sui dispositivi anti abbandono

I dispositivi anti abbandono rappresentano una novità normativa del 2020 che, dal 6 marzo, prevede multe per chi trasporti un bambino di età inferiore ai quattro anni in un'auto priva di questa misura di sicurezza. Lo scopo è quello di combattere i fenomeni di amnesia dissociativa segnalando la presenza di un bambino a bordo ed evitando il conseguente abbandono.

La multa

Chi non regolarizza la propria dotazione utilizzando un seggiolino con questi dispositivi, rischia una sanzione da 81 e 326 euro e 5 punti dalla patente. La multa per chi non si dota di dispositivo anti-abbandono scende a 56,70 euro in caso di pagamento entro 5 giorni. In caso di recidiva entro due anni, scatta la sospensione della patente per 15 giorni.

Gli Incentivi

Fino al 2021 sono disponibili incentivi statali che, nel triennio (dal 2019) ammontano ad un totale di 80.000 euro. Per ogni dispositivo si può accedere a 30€ di incentivo. Ecco come richiedere il bonus per l'acquisto in qualsiasi negozio e ottenere l'incentivo in maniera semplificata su Amazon.

Come funzionano

I sistemi possono essere integrati nei seggiolini, nel veicolo o indipendenti. I dispositivi antiabbandono funzionano segnalando l'abbandono del bambino tramite allarmi (visivi, acustici o aptici) attivati automaticamente. La segnalazione, così come la notifica di batteria scarica, devono essere sempre confermate al conducente e il sistema può usare lo smartphone o un accessorio dedicato (ad esempio un portachiave con allarme).

Nella prima fase dopo l'ingresso in vigore della normativa, i dispositivi anti-abbandono che si sono diffusi maggiormente sono accessori universali per i seggiolini. Si tratta di cuscini smart in grado di percepire non solo il peso del bambino, ma distinguere un essere umano da un oggetto lasciato sul seggiolino e rilevare l'infante anche qualora questo stia dormendo. Il compito è riservato ad algoritmi che differenziano i vari casi. 

I modelli più completi sono in grado di offrire più opzioni, ad esempio  segnalando al conducente dell'auto non solo tramite smartphome ma anche tramite tracker, quest'ultimo più comodo perché non rende necessario avere un cellulare carico in ogni momento e può essere portato facilmente con se, collegandolo alle chiavi dell'auto ad esempio.

Il sistema di sicurezza può anche avviare una serie di chiamate a contatti fidati (selezionati in fase di configurazione) qualora il conducente non rispondesse all'allarme o avesse il cellulare scarico. Alcuni sistemi possono integrare una SIM e/o richiedere un abbonamento, altri permettono di evitare questo costo sfruttando un centralino virtuale: quando il collegamento Bluetooth viene meno (allontanamento del genitore dal raggio di azione), un centralino virtuale invierà la notifica/chiamata ai contatti d'emergenza, potendo aggiungere anche l'ultima posizione rilevata per circoscrivere la zona.