
09 Dicembre 2021
Il 2020 per il settore del car sharing è stato un anno drammatico a causa dello scoppio della pandemia con un calo del 53% dei noleggi e una riduzione del 27% della flotta. Come evidenzia ANIASA, l’Associazione di Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità, all'interno di un'analisi sull'impatto della pandemia su questo settore, anche i primi 7 mesi del 2021 si sono rivelati molto difficili.
Secondo lo studio, nel periodo preso in considerazione, gli operatori del settore hanno registrato ancora una flessione del 50% dei noleggi (rispetto al 2019) che mette a dura prova i bilanci delle società. Tra le cause che hanno portato a questo scenario, evidenzia ANIASA, una consistente riduzione della mobilità cittadina e il massivo ricorso al telelavoro, solo di recente gradualmente ridotto.
Gli effetti della pandemia non accennano a mollare la presa sul settore del car sharing che nei primi 7 mesi del 2021 ha registrato circa la metà dei noleggi effettuati nello stesso periodo del 2019. Telelavoro e circolazione ancora limitata nelle città sono alla base del calo. Ma non solo. Incide anche l’assenza di una reale politica di sostegno verso l’auto condivisa che può svolgere un ruolo centrale per la riduzione delle emissioni inquinanti e per decongestionare le nostre città.
Lo studio mette pure in rilievo che stanno cambiando le abitudini del car sharing. Sono diminuiti i noleggi in centro città e sono aumentati quelli in periferia. Inoltre, gli utilizzi si sono distribuiti in modo più uniforme nell’arco della giornata rispetto agli anni precedenti, quando si concentravano soprattutto nelle ore di punta. Si è registrato anche un aumento della durata dei noleggi, determinata dalle nuove formule di car sharing “a lungo termine”.
L'Associazione ha deciso di formulare 4 proposte per Governo e Pubblica Amministrazione per il rilancio del settore del car sharing. La prima è l'abolizione del canone annuale. Per ANIASA, è necessario che le amministrazioni comunali eliminino definitivamente il canone annuale richiesto per ogni veicolo su strada agli operatori del car sharing per svolgere il proprio servizio. La seconda è l’allineamento dell’aliquota IVA per il trasporto urbano delle persone al 10% dal 22%.
La terza è l'inclusione del car sharing nel buono mobilità che vale anche per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa ad uso individuale, con esclusione però delle autovetture. La quarta proposta riguarda l'utilizzo di fondi pubblici per la promozione delle piattaforme MaaS (Mobility as a Service).
Numerose amministrazioni italiane stanno pianificando piattaforme MaaS (Mobility as a Service) per abilitare l’integrazione tra le diverse opzioni di mobilità sostenibile presenti in città, disincentivando l’uso dell’auto privata. D’altro canto, però, alcune amministrazioni hanno richiesto agli operatori del mondo dello sharing di predisporre voucher scontati per coinvolgere maggiormente gli utenti nell’utilizzo delle piattaforme MaaS. Tali bonus potrebbero essere erogati tramite fondi pubblici con l’auspicio che, in un momento di crisi economica, gli operatori della sharing mobility non siano aggravati da ulteriori costi.
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