Lancia Delta Futurista: l'interpretazione di Automobili Amos è realtà

04 Settembre 2018 5

Una Lancia Delta restaurata fino all'ultimo bullone con la passione di chi è cresciuto a pane e motorsport, con un obiettivo che è anche un impegno sociale: #MakeLanciaGreatAgain, ovvero riportare all'antico splendore il nome (e la reputazione) di un marchio glorioso oggi dimenticato.

Portavoce di questa esigenza è Eugenio Amos, pilota prima nella GT Endurance Series, poi nei rally, appassionato di automobili fin da quando era in fasce. Del resto, con un padre pilota di rally, era assai improbabile un destino diverso per il trentaduenne nato in Canada ma italiano a tutti gli effetti. Al Grand Basel, l'appuntamento di Basilea che riunisce l'eccellenza su quattro ruote, gli occhi sono tutti puntati sulla sua creazione: la Lancia Delta Futurista.

Interpretazione sui generis del mitico Deltone, auto che ha fatto la storia di Lancia tanto per le vittorie nei rally quando per il successo commerciale, merito di una linea senza tempo disegnata da Giorgetto Giugiaro. Restaurata da cima a fondo, con il prezioso contributo di chi di materiali, colori e personalizzazione estrema ne sa qualcosa: Carlo Borromeo, braccio destro di Lapo Elkann in Garage Italia e fondatore dello studio BorromeoDeSilva.

I numeri della Lancia per chi ama le vere Lancia sono pochi ma eloquenti: 4x4 (anzi, Integrale), 1250 kg, 330 CV, 300.000 Euro, 20 esemplari per altrettanti collezionisti, compreso il fondatore della Singer Vehicle Design. Ma a parlare, in questo caso, sono soprattutto le immagini.

Un'auto "pura, analogica, grezza ed essenziale". Così Eugenio Amos descrive un progetto di restauro che ha coinvolto tutti gli aspetti della vettura di partenza, una Lancia Delta Integrale del 1989. Le modifiche sono di carattere estetico/funzionale (i gruppi ottici anteriori e posteriori a LED e la rimozione delle portiere posteriori), ma anche meccanico, grazie ad intercooler, radiatore e impianto di scarico maggiorati e ad un kit di potenziamento della centralina firmato Autotecnica.

Il cambio è invece originale (ma rinforzato), mentre l'albero di trasmissione e i differenziali subiscono leggere modifiche per supportare la potenza aumentata.

E se la carrozzeria è un gioiello di pannelli d'acciaio (stesso materiale utilizzato per i rinforzi della struttura, del roll-bar e delle sospensioni anteriori) le parti in plastica sono state sostituite da altrettanti componenti in fibra di carbonio, come i paraurti, la griglia anteriore, i parafanghi anteriori, il cofano, l'alettone e l'estrattore. L'alleggerimento complessivo della vettura comprende anche le masse non sospese, come i cerchi in lega di alluminio ridisegnati per l'occasione.

Rinnovati, nel rispetto della tradizione, gli interni: l'Alcantara riveste integralmente il cielo dell'abitacolo, gli inserti in fibra di carbonio donano un look più racing e i sedili Recaro ci riportano ai nostri tempi. Infine c'è spazio per l'ironia, con i designer che hanno cavalcato l'onda della reputazione "arrogante" che il Deltone si è creato negli ultimi anni sui social network: il tasto LEVATI sul volante per "sfanalare" chi non ci lascia passare. Una chicca che farà impazzire gli amanti dei dettagli.


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Commenti

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Desmond Hume

un video alla Davide Cironi...

d4N

c'è da ringraziare che esistano appassionati di questo livello, capaci di sborsare cifre assurde per riportare in vita un mito della storia motoristica ... invece di aspettare quello schifo che è diventata Lancia, relegata a produrre la Ypsilon in tutte le sue schifose varianti

reve

come infangare un MITO...

lordsheva

da batticuore! <3

DarkVenu

Capolavoro!

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