
Tech 08 Mar
Avete presente quella sensazione di timore reverenziale che vi travolge quando dovete incontrare di persona qualcuno che conoscete per fama? Ecco, entrare nella sede di Italdesign a Moncalieri (cittadina a sud di Torino), specialmente se siete appassionati di design e car design, fornisce più o meno le stesse sensazioni.
Non parliamo delle inevitabili procedure di sicurezza, con badge identificativo, divieto di fotografare alcune aree e password per accedere da una sezione all'altra dell'azienda, elementi in puro stile "servizi segreti" (e in effetti, qui di segreti, anche se industriali, ce ne sono parecchi). Piuttosto, è la consapevolezza di entrare in contatto con i luoghi in cui Giorgetto Giugiaro e il suo team hanno ideato alcune delle più importanti automobili della storia a lasciare senza fiato.
Nel lungo corridoio centrale dell'azienda (denominato Via Roma, come il più grande viale di Torino, a pochi minuti da qui) a dominare è il candore delle pareti e dei pavimenti lucidi. Tutto sembra così sterile e segreto, ma basta addentrarsi nei corridoi laterali per iniziare a respirare la Passione e la pesante eredità di una storia lunga quasi 50 anni.
I corridoi sono tappezzati dei bozzetti di Giorgetto Giugiaro e del suo team, nelle nicchie si trovano pezzi di antichi prototipi di stile realizzati decine di anni fa. Non c'è una singola zona dell'azienda in cui non ci sia un riferimento alle auto più importanti della storia di Italdesign, dalla prima Fiat Panda alla prima Volkswagen Golf.
Proseguendo il nostro viaggio all'interno dell'azienda, è impossibile non pensare a quante auto progettate qui dentro siano oggi un punto fermo della storia dell'automobilismo. Ci raccontano che molte delle vetture che vediamo circolare oggi sulle strade di tutti i giorni sono state completamente sviluppate e addirittura ingegnerizzate tra queste mura, pur senza riferimenti ufficiali.
Tanti i clienti che hanno goduto della consulenza del primo studio di design al mondo che offrisse anche la possibilità di sviluppo e ingegnerizzazione dell'automobile, fondato nel 1968 da Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani con il nome di Studi Italiani Realizzazione Prototipi S.p.A, divenuto poi Italdesign e Italdesign Giugiaro.
Già, perché in quegli anni nel mondo dell'auto non vi era ancora la definizione di Design come la intendiamo oggi (sviluppo di un prodotto industriale innovativo che sappia risolvere dei problemi reali con un'estetica piacevole): all'epoca vi erano l'ingegneria e lo styling, con quest'ultimo che solitamente veniva subordinato alla parte tecnica. Con Giugiaro e Mantovani, la musica cambia: finalmente, nasce una realtà italiana in grado non solo di fare delle auto bellissime, ma di portarne avanti lo sviluppo ingegneristico e, in alcuni casi, anche la produzione.
Qui, dal 1968 le auto non solo si progettano, ma si sviluppano, si ingegnerizzano e, spesso, si producono anche in piccole serie. Seguendo i precetti definiti dal maestro Giorgetto Giugiaro, i designer qui a Moncalieri si focalizzano sull´aspetto funzionale del design, creando forme e volumi che soddisfino le esigenze produttive. Come insegnano i maestri del Design, non esiste una soluzione estetica che non sia anche implicitamente una soluzione tecnica e progettuale, volta a ideare automobili che possono essere prodotte in massa, anche perché i clienti di Italdesign sono sempre state le case automobilistiche, che si occupano della produzione dei veicoli all´interno dei propri stabilimenti.
Il processo progettuale di ogni prodotto che esce da qui rispetta il seguente schema base: partendo da una ricerca sul committente, i designer preparano schizzi e disegni a mano libera sia per gli interni che per gli esterni, mostrando le posizioni dei vari componenti del veicolo. Lo studio continua poi con lo sviluppo di proposte 3D che utilizzano software come ALIAS, ICEM e MAYA: questi modelli virtuali possono anche essere animati e gestiti in maniera interattiva grazie a simulazioni in scala reale. I modelli 3D servono poi per produrre i modelli di styling mediante i millers a controllo numerico che elaborano i dati di superficie virtuale tramite applicazioni CAM.
Visto che il car design può essere considerato come una perfetta sintesi tra artigianato e industria, il lavoro di finitura e modifica dei prototipi fisici è lasciato alla destrezza dei modellatori. Per consentire di studiare le migliori soluzioni progettuali, i modelli vengono prodotti nella loro dimensione naturale e con materiali diversi: polistirolo, epossidico o resine speciali.
Grande importanza rivestono i modelli degli interni, che consentono di valutare sia la progettazione che la qualità del comfort del vano passeggeri, prestando attenzione alla componente ergonomica, anche considerando che nell´abitacolo avviene il 90% dell´interazione tra l´uomo e la sua auto.
Un grande vantaggio competitivo di Italdesign consiste nei due Virtual Reality Center dove, grazie a strumenti sofisticati come la realtà virtuale e i grandi schermi, è possibile visualizzare il progetto nei suoi dettagli più nascosti, consentendo al designer di intervenire sul progetto ancora prima di eseguire i prototipi fisici.
Il primo Virtual Reality Center di Italdesign è nato nel 1999, quando la realtà virtuale era poco più che un´ipotesi da film fantascientifico. Dopo i recenti aggiornamenti, il primo VRC è ora dotato di proiettori digitali Barco SIM7 con una risoluzione totale di 3682 x 1536 pixel. Nel 2006 è stata inaugurata la la seconda VRC, più performante, aggiornata nel gennaio del 2015 e dotata di due proiettori Barco Galaxy 4K con una risoluzione di 4096 x 2160 ciascuno con 23.000 ansi lumen e uno schermo di vetro monolite di 7 x 3 metri.
Gli schermi gestiscono 4 workstation di ultima generazione, tutte controllabili tramite il telecomando senza fili. Il centro è inoltre dotato di un sistema audio professionale Ecler 5.1 ch, progettato da Giugiaro Design. Un sistema Virtual Taping proprietario è utilizzato per interagire in tempo reale con il software di rendering e modellazione 3D, facendo lo stesso lavoro dei modellisti che appongono il nastro adesivo sui modelli per definire le linee principali.
Attualmente, i due VRC consentono di realizzare progetti di qualità elevata da presentare ai clienti nel giro di poche settimane, questo perché i tecnici possono valutare visivamente i risultati dello sviluppo ingegneristico in contemporanea con l´evoluzione dello styling, contribuendo in modo ottimale a una fase di progettazione ben prima della costruzione del modello fisico.
I tecnici di Italdesign lavorano in piena collaborazione con il reparto di tecnologia e produzione dell´azienda committente, per garantire che le soluzioni tecniche siano realizzabili e possano essere prodotte e messe in produzione, esaminando la loro compatibilità con i metodi di produzione e le attrezzature utilizzate negli impianti di produzione. L'automobile virtuale è in tempo reale in continua evoluzione (grazie anche ad una tecnologia di realtà aumentata, attualmente in fase di sviluppo) per verificare con gli strumenti DMU che i vincoli e gli obiettivi geometrici (ingombri, tolleranze, assemblaggio) siano soddisfatti. Lo stile e la tecnica, in questo modo, vanno di pari passo.
Una volta congelato il progetto definitivo, a Italdesign è possibile iniziare una Pre-Serie con muletti e prototipi per la convalida di tutti i parametri di progettazione e di ingegneria prima della produzione vera e propria. A disposizione del reparto Pre-Serie ci sono 11 fresatrici a controllo numerico, 8 presse, 3 stazioni di taglio laser e 5 robot per la produzione di parti del corpo e sottoassiemi, 15 sistemi di misurazione e scansione per il controllo della qualità, 36 stazioni di saldatura con 72 pistole e 15 stazioni di saldatura MIG / MAG per la produzione di 20 carrozzerie alla settimana. La capacità produttiva del centro di Pre-Serie garantisce l´assemblaggio di più di 15 prototipi completi a settimana.
Specialmente negli ultimi anni, la società ha investito notevolmente in tecnologia e formazione per lo sviluppo di veicoli pre-serie per i principali OEM del mondo. Oltre settanta esemplari del SUV Audi Q2 compatto sono stati assemblati all'interno degli impianti Italdesign e molti altri modelli sono usciti da Italdesign pronti per essere prodotti in serie.
Con un passato del genere, l'evoluzione naturale di Italdesign non poteva che sfociare in una produzione in piccola serie con vetture omologate e realizzate, in tutto e per tutto, come quelle dei grandi costruttori da migliaia di pezzi l'anno.
Nel 2016, infatti, l´azienda ha deciso di ampliare il suo portfolio di servizi introducendo la possibilità di realizzare serie ultra limitate di vetture per conto di appassionati e collezionisti. Con Italdesign Automobili Speciali, ogni 18-24 mesi nascerà un nuovo modello, completamente personalizzabile dal cliente. Il primo frutto di questo lavoro è stato presentato al Salone di Ginevra a marzo 2017: Italdesign Automobili Speciali Zerouno.
Costruita in sole cinque unità, Zerouno vuole unire le caratteristiche di un´auto da corsa ad un utilizzo stradale. Sviluppata su un telaio modulare in fibra di carbonio e alluminio derivato da quello di Lamborghini Huracan e Audi R8, la vettura ospita in posizione centrale lo stesso motore V10 5,2 litri delle "cugine", per prestazioni che corrispondono ad uno 0-100 in 3,2 secondi e una velocità massima di 330 km/h. La vettura è completamente personalizzabile nelle tinte, nei pacchetti estetici e nell´allestimento degli interni, dove troviamo, tra i tanti componenti sviluppati da Italdesign, una strumentazione digitale su base Audi Virtual Cockpit ma qui completamente personalizzata.
I cinque esemplari della Zerouno saranno consegnati nei prossimi mesi. Nel frattempo, oltre all´esemplare di Ginevra, la seconda unità ha ricevuto il battesimo al Concorso d'Eleganza di Pebble Beach, in occasione della Monterey Car Week.
In Italdesign è decisamente attiva anche la divisione Industrial Design, che si occupa di design dei prodotti industriali più disparati, dalle macchine del caffé agli orologi, dalle bottiglie di vetro ai tram. La seconda novità presente allo scorso Salone di Ginevra è stata Pop.Up, concept di mobilità alternativa nelle metropoli di domani, realizzato grazie alla collaborazione tra le divisioni Industrial e Automotive. Tre gli aspetti fondamentali di questo progetto, realizzato a quattro mani con Airbus:
- una piattaforma di Intelligenza Artificiale che, sulla base della sua conoscenza dell'utente, gestisce la complessità dei viaggi offrendo scenari di utilizzo alternativi e garantendo un'esperienza di viaggio senza soluzione di continuità;
- un veicolo a forma di capsula passeggeri progettato per essere accoppiato con due moduli elettrici indipendenti tra loro, il modulo terra e il modulo aria. Altri mezzi pubblici di trasporto (ad esempio treni o Hyperloop) potrebbero anche integrare la capsula Pop.Up;
- un modulo di interfaccia che dialoga con gli utenti in un ambiente completamente virtuale.
Oggi, Italdesign fa parte del Gruppo Volkswagen, per il quale - come abbiamo visto nel caso di Audi Q2 - vengono sviluppati progetti automobilisti pressoché completi. Nel 2018, l'azienda taglierà il traguardo dei 50 anni dalla fondazione. 50 anni in cui il settore automotive è stato investito da diverse trasformazioni storiche, alcune delle quali spinte proprio dai modelli nati dalla matita di Giorgetto e dei suoi collaboratori.
Il presente vede continuare la collaborazione con le case automobilistiche, ma come abbiamo visto quest´anno con la nascita della divisione Automobili Speciali, c´è la voglia di esplorare nuovi segmenti di mercato come quelli dei collezionisti privati.
Il filo conduttore per il futuro di Italdesign rimane dunque l´Ingegneria Simultanea, la filosofia produttiva che vede Italdesign un´azienda protagonista dell´intera progettazione della vettura e non soltanto uno dei tanti carrozzieri piemontesi. A portare avanti tutto questo, come in ogni cosa che funziona bene, ci sono la passione e la dedizione, il costante impegno a migliorarsi e un'organizzazione esemplare. Il meglio del genio italiano si unisce dunque alla proverbiale qualità tedesca: cosa si potrebbe desiderare di più?
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