Brexit: le reazioni dal mondo dell'auto

01 Luglio 2016 0


Dopo la vittoria del Leave alcuni dei "big" dell'industria automobilistica hanno manifestato le proprie preoccupazioni, altri hanno già annunciato nuove strategie, mentre per altri la Brexit rappresenta un problema di poco conto.

Il Regno Unito ha deciso di uscire dall'Unione Europea: dopo aver parlato di quelle che potrebbero essere alcune delle conseguenze di questo evento storico, abbiamo cercato di raccogliere le reazioni dei principali player dell'automotive mondiale per capire come e quanto questa decisione influenzerà il mondo dell'auto.

Nissan tradita dalla patria adottiva

Se si parla di Regno Unito non si può non cominciare da Nissan: il costruttore giapponese ha da sempre contato sulla Gran Bretagna come quartier generale per l'Europa, e oggi i vertici di Nissan affermano di essere "shell-shocked" (traumatizzati) dalla decisione politica ed economica compiuta dal popolo britannico. In particolare, Nissan si è detta stupita del fatto che nella cittadina di Sunderland (dove è locato il proprio stabilimento produttivo, uno dei più grandi d'Europa, con 476,589 vetture prodotte nel 2015) il 61,3 % della popolazione abbia votato per uscire dall'UE, ignorando le indicazioni di Carlos Ghosn, presidente di Renault-Nissan, che aveva affermato che votare "Remain" fosse la scelta più sensata per salvaguardare i posti di lavoro e mantenere gli attuali costi.

Per Nissan, inizialmente il crollo della Sterlina rispetto all'Euro sarà un vantaggio, ma a lungo termine (in base alle scelte che verranno effettuate dal Regno Unito in fatto di esportazione) potrebbero essere compromesse le condizioni di esportazione dei veicoli al di fuori del Paese (il 55% della produzione Nissan e Infiniti è destinata all'Europa continentale).

Renault e PSA costrette a rialzare i prezzi

Il costruttore francese alleato di Nissan ha invece già presentato una strategia per fronteggiare la Brexit: Renault potrebbe infatti aumentare i prezzi delle proprie vetture nel mercato UK e la stessa decisione è stata presa anche da PSA.  I due francesi copriranno così le perdite dovute ai costi di importazione e, soprattutto, il calo di vendite previsto nei prossimi mesi nel mercato britannico.

GM dorme sonni tranquilli

"L'esito del referendum non avrà effetti devastanti su GM", lo ha detto il Chief Economist di General Motors Mustafa Mohatarem: anzi, grazie a Brexit, i tassi di interesse per i cittadini americani saranno più bassi che in passato, mentre per GM la quotazione della sterlina potrebbe favorire la produzione in UK. Nessun effetto collaterale per il mercato USA, almeno per il momento, anche se GM si riserva di commentare "quanto la polvere si sarà posata", ossia quando verranno approvate le regolamentazioni economiche e politiche.

Il ministro delle finanze UK: l'obiettivo "tax-free" per i costruttori europei è una priorità

Sajid Javid, ministro dell'economia inglese, ha comunicato di essere al lavoro sul garantire un accesso senza dazi ai mercati europei per tutti veicoli esportati dal Regno Unito. Questo potrebbe aiutare a limitare i danni (specialmente per Nissan, ma anche per Jaguar-Land Rover, in costante crescita).


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