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Volkswagen Polo ha passato l'esame di maturità | DESIGN

16 Giugno 2017 0


La nuova compatta di Wolfsburg non accettava più di essere definita una "Golf" in miniatura, così ha deciso di eguagliarla  - e, in alcuni casi, superarla - in quanto a tecnologia, spazio e dotazioni. Il design esterno è una conferma del concetto evolutivo di Volkswagen mentre gli interni stupiscono per forme e colori. Basterà per renderla ancora la segmento B più venduta?

Un profondo lavoro di ottimizzazione degli spazi, delle superfici lamierate, delle proporzioni date dalla piattaforma MQB A0 e dei dettagli più nascosti è stato fatto per rendere la sesta generazione di Polo molto più di una semplice "Golf in miniatura". Certo, il frontale non può ricordare i tratti della sorella maggiore (ma è una questione di family feeling), ma tutto in questa Polo fa pensare ad una vettura con più personalità e identità, con alcune "prime" tecnologiche che la pongono davanti a tutte le altre Volkswagen, Arteon compresa.

Frontale: family feeling marcato, e va bene così


Prima di tutto, la nuova Polo evolve il design della precedente generazione, ottimizzando le proporzioni e lavorando sulla lavorazione a caldo della lamiera, un vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo VAG. Il nuovo frontale presenta due linee che convergono sulla calandra, aggiornata con un nuovo listello che sembra allungare il cofano verso il basso.

I gruppi ottici full-LED di nuova fattura (optional) caratterizzano l´aspetto più tecnologico del frontale, con luci diurne che continuano idealmente il listello cromato della calandra. Il disegno delle luci interne è più dinamico che in passato, grazie all'interruzione della luce diurna inferiore con un motivo a zig-zag che rende ancora più aggressivo lo "sguardo" della vettura.

Due diversi paraurti per la linea tradizionale e quella più sportiva R-Line, ma le linee di base sono le stesse, orizzontali, che contribuiscono ad allargare visivamente la sezione frontale della Polo.

Fiancata: tre linee, due "spalle" marcate


Laterlamente, sono tre le linee che caratterizzano la fiancata, donandole forza e presenza su strada: la prima definisce l´arco del tetto, appena sopra i vetri, e si conclude nel disegno dei fanali; la seconda, nota come "Outboard", si diparte dal cofano anteriore, percorre tutta la base dei finestrini e dona carattere al design; infine, la terza scolpisce le "spalle" della fiancata, proiettando la vettura in avanti e sottolineando la morbidezza del parafango anteriore.

Completano l'ottimo lavoro fatto su questa fiancata la superficie vetrata con il terzo finestrino che ascende (vero elemento distintivo di Polo rispetto a Golf), le ruote a filo della carrozzeria e gli sbalzi ridotti, grazie all'utilizzo di una piattaforma flessibile. Tutta da verificare la resa estetica di questi dettagli con cerchi da 14 e 15 pollici.

Lato B: Polo come non mai


Dietro, l´identità Polo rimane forte, con fari in un unico pezzo e la riconoscibile grafica a LED dei fanali che contribuisce ad allargare la vista della vettura. Fateci caso: la Polo non ha mai avuto i fari in due pezzi, un elemento che i designer Volkswagen preferiscono riservare alle auto più grandi.

I due fanali sono collegati da una profonda piega sulla carrozzeria (anche in questo caso è encomiabile la qualità delle lavorazioni superficiali del gruppo VAG, come abbiamo visto su Skoda). Il paraurti è la parte meno orignale della vettura: detto questo, è decisamente ben integrato nella struttura della coda e contribuisce, ancora una volta, a rendere ancora più piantata a terra la vettura. Diversi i trattamenti della parte inferiore del paraurti a seconda dell'allestimento scelto: presente un semplice inserto in plastica "scavato" per motivi aerodinamici, una versione più preziosa con gli scarichi cromati finti e, infine, la variante GTI con doppio scarico vero e finto estrattore con trama a nido d'ape.

Dentro: fantasioso rigore


Dentro, il cockpit si rivoluziona rispetto a quello attuale, avvicinandosi alle linee pulite e orizzontali della "cugina" Seat Ibiza: rispetto a questa, però, qui i materiali sembrano più pregiati e le finiture, di conseguenza, ricalcheranno una collocazione leggermente più alta e meno sportiveggiante.

Resta comunque un certo dinamismo in queste linee nette, tracciate con il righello, che contribuiscono a rendere questa Polo molto più larga di quanto non sembri. D'impatto anche il nuovo Active Info Display di seconda generazione, dalla grafica più semplice e ancora più personalizzabile, un'anteprima assoluta nel marchio Volkswagen. La strumentazione digitale è integrata con la console centrale tramite un inserto nero che rende ancora di più l'idea di un cockpit orientato verso il guidatore.


Decisamente fuori registro per una Volkswagen la nota di colore che riveste tutta la parte superiore della plancia e dei pannelli porta, a scelta tra diversi tipi di finitura e cromia. La plancetta del climatizzatore rimane invece di tipo tradizionale, con le tre manopole per quello manuale e il solito display per quello automatico. Sobrio e imponente allo stesso tempo disegno del mobiletto inferiore che accoglie la leva del cambio, mentre il tunnel centrale, che accoglie una leva del freno a mano tradizionale, appare un po' superato.

Come sempre ben fatti i sedili e classico il volante, disponibile nelle versioni tradizionale e sportiva in base agli allestimenti scelti. Per quanto riguarda l'ergonomia complessiva siamo al top, come su ogni vettura del gruppo VAG. Mancano le cromature sulle bocchette di aerazione centrali, presenti sul modello attuale, imbattibile nel segmento B in quanto a finiture.

Esame di maturità passato!

Possiamo dunque dire che la Polo ha superato l'esame di maturità? Sicuramente sì, specialmente grazie ad un lavoro interno che l'ha smarcata definitivamente dalla sorella maggiore Golf, andando a scomodare modelli ben più importanti e costosi.


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