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Normative severe: è finita l'era del downsizing "estremo"

18 Ottobre 2016 0


I costruttori hanno capito che non basta ridurre la cilindrata e "spremere" i motori per abbassare le emissioni nocive: per questo il downsizing "estremo" sta lentamente lasciando il posto al "rightsizing".

La tendenza che negli ultimi anni ha attraversato praticamente tutti i costruttori, dai premium ai generalisti pare aver subito una battuta d'arresto. Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, il cosiddetto "downsizing" - la tendenza a ridurre notevolmente la cilindrata di alcuni propulsori, sopperendo alla mancanza di potenza con turbocompressori - attraverserà presto un'inversione di tendenza, che porterà i maggiori gruppi automobilstici a tornare a cilindrate più alte.

Motore più piccolo non vuol dire consumi inferiori

Il motivo? Le sempre più stringenti normative sulle emissioni. Secondo Reuters, infatti, spesso quando i motori vengono "pompati" troppo, i consumi non si riducono e, in molti casi, tendono ad aumentare. Tra gli esempi che possiamo citare non può mancare il TwinAir di FCA (ora in uso solo sulle vetture più piccole del gruppo) che, a fronte di consumi dichiarati di oltre 20 km con un litro di benzina, ha dimostrato di essere particolarmente sofferente ai bassi regimi (specialmente sulle vetture più grandi), arrivando a consumare praticamente quanto un 1.6 benzina di potenza simile.

Altri problemi? Numerosi consumatori hanno segnalato spesso che questo tipo di motori, troppo "tirati" per quanto riguarda il rapporto CV/litro, ha sofferto di rotture frequenti e cedimenti strutturali. Casi di questo tipo si possono riscontrare nei primi motori che hanno portato avanti la tendenza al downsizing, come i 1.4 TSI di Volkswagen, risalenti al lontano 2007.

Inversione di tendenza

Costruttori come la stessa Volkswagen, GM e Renault pare si stiano dunque convertendo all'inversione di questa tendenza: sia chiaro, non si può parlare di "upsizing", in quanto non si tornerà più ad avere motori 2.0 benzina da 115 CV, piuttosto di "rightsizing", ossia "la giusta cilindrata per la giusta potenza". Alcuni esempi? I piccoli 1.4 TDI di Volkswagen lasceranno il posto a dei nuovi 1.5, i 1.6 dCi di Renault cresceranno di almeno il 10% nei prossimi anni e i motori di GM aumenteranno la loro cubatura fino al 30%. In generale, secondo gli analisti, le Case tenderanno ad eliminare i motori benzina e diesel di cubatura compresa tra i 1,2 e 1,5 litri.

Casi più recenti riguardano FCA, che ha introdotto su Jeep Cherokee e su Alfa Romeo Giulia dei motori turbodiesel da 2,2 litri ideali, secondo il gruppo italo-americano, per la mole di queste vetture medie.

I Pro del "rightsizing"

Questi interventi aiuteranno ad avere motori dal funzionamento più "rotondo", più robusti e affidabili e, soprattutto, con una distribuzione della coppia in grado di garantire valori di consumi (e dunque di emissioni) in linea con le normative.

Lo stesso responsabile dei motori dell'alleanza Renault-Nissan Alain Raposo ha ammesso che  "le tecniche utilizzate finora per ridurre le cubature dei motori non ci aiuteranno più a rispettare gli standard delle emissioni. Stiamo per raggiungere i limiti del downsizing".

Tra i costruttori che hanno applicato già da tempo la regola del "rightsizing" vi è Mazda, che ha sempre rifiutato di scendere oltre i 1,5 litri di cilindrata per i propri motori, preferendo intervenire su altri aspetti dei propulsori tramite i protocolli "SKYACTIV".

Qualche anno fa, alla comparsa dei primi motori di cubatura ridotta e potenza specifica elevata, alcuni esperti del settore (meccanici, ingegneri, semplici appassionati) hanno mostrato la loro perplessità circa la reale bontà di questi progetti. In alcuni casi sono stati smentiti (si leggano i riconoscimenti universali al 1.0 EcoBoost di Ford) ma, forse, anche loro avevano le proprie buone ragioni. Staremo a vedere come reagiranno i diversi costruttori nei prossimi anni. Voi che ne pensate?

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